Ad Haikou, in Cina, le forme stranianti della biblioteca di MAD Architects si ispirano ai wormhole, i tunnel spazio-temporali che idealmente potrebbero collegare due buchi neri

La città di Haikou, sull’isola di Hainan, è la capitale di una provincia molto dinamica, in forte crescita anche nell’ambito del turismo, che attrae le multinazionali più innovative e prestigiosi marchi globali. A Haikou si investe anche sulla riqualificazione urbana. Nel 2019, il governo locale ha lanciato il piano di sviluppo, esteso a tutta la baia, per disegnare lungo la costa nuovi spazi e servizi pubblici, punteggiati da una serie di padiglioni affidati ad architetti cinesi e internazionali. La biblioteca progettata dallo studio MAD Architects, guidato dall’architetto cinese Ma Yansong, è il primo di questi interventi di alta qualità a giungere a conclusione, e rappresenta in modo chiaro l’intenzione di proiettarsi in una dimensione avveniristica.

Il concept della biblioteca si ispira al wormhole, l’entità fisica che, attraverso un tunnel spazio-temporale, collega due buchi neri. Quello del wormhole non è certamente un concetto elementare e accessibile, soprattutto per chi non sia appassionato di astrofisica, però l’idea di un edificio ponte che collega i luoghi dell’antimateria è molto suggestiva. Se pensiamo allo spazio, e al tempo, come a qualcosa che si realizza in un bilanciamento di positivo e negativo, di esistente e non esistente, veniamo colti da una vertigine difficile da rappresentare. Un caso simile si incontra, per esempio, nel nastro di Moebius, dove il passaggio tra interno ed esterno avviene attraverso uno scarto non riconoscibile, e nella bottiglia di Klein. Per quanto si osservino queste figure, il punto in cui l’interno si estroflette e si scambia con l’esterno non può essere identificato. Se la spiegazione matematica è parecchio complicata, la torsione dello spazio è intuitiva ed evidente e, se la applichiamo all’architettura, produce effetti molto interessanti, come è stato verificato, per esempio, da esperimenti architettonici condotti da Ben van Berkel e François Roche.

La biblioteca di Haikou allude a dimensioni altre, dove la forma si ispira a nuove geometrie, e nella sua configurazione tanto espressiva quanto misteriosa sembra mettersi in relazione con qualcosa di immateriale. Sarà forse la quarta, la quinta o la n-dimensione, sarà un’audace rappresentazione della curvatura spazio-temporale oppure sarà semplicemente l’effetto delle tonalità della luce, diverse al trascorrere delle ore e delle stagioni. Costruita gettando il cemento bianco in casseforme eseguite con tecnologie a controllo numerico (CNC) e stampate in 3D, la biblioteca ci invita a riconoscere i segni di quella che potrebbe essere, in un futuro molto vicino, un’architettura inedita, progettata e realizzata in un ambiente interamente digitalizzato.

E i caratteri di questo futuro prossimo sembrano essere la fluidità, la continuità, le forme aperte e dinamiche. Le superfici si dispiegano in un moto ininterrotto, l’evoluzione tridimensionale degli spazi non si ferma mai rigenerandosi, a ogni flessione e curvatura, in un flusso sempre mutevole. Nella continua metamorfosi della forma ogni spazio, ogni assetto, è relativo, pronto per trasmutarsi un una versione contigua e differente. Anche l’effetto gravitazionale è soppresso, i corpi si compenetrano come fluidi in movimento, soggetti soltanto alla propria energia perché sono autoportanti, non hanno bisogno di alcuna struttura se non quella già compresa nella loro forma.

L’intera costruzione è quindi concepita come un elemento unico, come un organo, che ricorda un polmone o un cuore, che si può abbracciare con un unico sguardo e che, avvicinandosi, rivela complessità inattese. Affacciato sul mare, l’edificio si presenta al visitatore con un primo enigma, ponendosi come un corpo allo stesso tempo unico e doppio. Al centro, un ampio varco lascia intuire la presenza del mare. Senza portefinestre, intese almeno in modo tradizionale, il padiglione della biblioteca è un guscio aperto che offre un’esperienza spaziale insolita. Il podio rialzato che lo sorregge è come un’isola, circondata da due ampie zone: una vasca d’acqua che riflette la luce, sul lato nord, e, sull’altro lato, un vasto campo di sabbia.

Salendo i pochi gradini che danno accesso al podio, si può attraversare l’atrio passante e proseguire verso il mare oppure si può entrare e lasciarsi guidare dalla fluidità degli spazi concatenati. A sinistra, a Sud, il turbine curvilineo porta verso la reception, gli uffici e la sala di lettura principale; dalla parte opposta, invece, si raggiunge l’area dei servizi. Al piano superiore gli spazi di lettura sono più ampi e luminosi e si affacciano, insieme alla terrazza, verso il mare, con una continua compenetrazione tra esterni e interni.

L'area dedicata alla lettura è molto importante, sia per le dimensioni, contenendo circa diecimila libri, sia per l’architettura, offrendo ambienti molto ben caratterizzati, come lo scenografico anfiteatro che collega i due livelli o lo spazio dedicato ai libri per l’infanzia, ospitato in un giocoso labirinto che cita certa architettura streamline e fantascientifica degli anni Cinquanta e Sessanta. Gli altri ambienti, in un edificio di dimensioni non grandi, hanno grande rilevanza e sono trattati con generosità; la terrazza panoramica e la caffetteria invitano godere il magnifico clima e il paesaggio marino.

Progetto di Ma Yansong / MAD Architects - Partners in charge Ma Yansong, Dang Qun, Yosuke Hayano - Design team Qiang Siyang, Sun Feifei, Dayie Wu, Shang Li, Alan Rodríguez Carrillo, Xie Qilin - Foto courtesy MAD Architects