Il concept della biblioteca si ispira al wormhole, l’entità fisica che, attraverso un tunnel spazio-temporale, collega due buchi neri. Quello del wormhole non è certamente un concetto elementare e accessibile, soprattutto per chi non sia appassionato di astrofisica, però l’idea di un edificio ponte che collega i luoghi dell’antimateria è molto suggestiva. Se pensiamo allo spazio, e al tempo, come a qualcosa che si realizza in un bilanciamento di positivo e negativo, di esistente e non esistente, veniamo colti da una vertigine difficile da rappresentare. Un caso simile si incontra, per esempio, nel nastro di Moebius, dove il passaggio tra interno ed esterno avviene attraverso uno scarto non riconoscibile, e nella bottiglia di Klein. Per quanto si osservino queste figure, il punto in cui l’interno si estroflette e si scambia con l’esterno non può essere identificato. Se la spiegazione matematica è parecchio complicata, la torsione dello spazio è intuitiva ed evidente e, se la applichiamo all’architettura, produce effetti molto interessanti, come è stato verificato, per esempio, da esperimenti architettonici condotti da Ben van Berkel e François Roche.