L’architettura come forma di partecipazione nella rigenerazione e riqualificazione post sisma di un complesso religioso

Distrutto dal sisma che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012, il centro parrocchiale di Reggiolo rinasce attraverso il progetto di MAB Arquitectura, studio basato a Milano e Barcellona, che ha dato forma a un’architettura permeabile, identitario e accogliente. Un intervento di riqualificazione che ha ricucito elementi espressivi e relazionali del territorio, dando vita a un nuovo polo spaziale aperto a tutta la comunità.

Riqualificare e rigenerare

La riqualificazione di un’area può diventare occasione per legare demolizioni e ricostruzioni a una sostanziale rigenerazione ambientale, realizzando progetti integrati a forte valenza socio-economica, ricucendo reti di spazi (pubblici e privati) che rappresentano il tessuto connettivo della vita quotidiana di una collettività, valorizzando luoghi che hanno valenza storica e architettonica.

Un percorso in prospettiva

Riqualificare un’area dopo un grave evento sismico, può rappresentare l’occasione per una progettazione integrata e un approccio al costruito focalizzato sulla funzione sociale e culturale del luogo. Un percorso in prospettiva, non di breve periodo, in grado di assicurare il ripristino delle condizioni di normalità, favorire lo sviluppo di nuove attività, richiamare vecchi e nuovi abitanti, ristabilire le relazioni territoriali. E’ il caso di questo intervento di MAB Arquitectura a Reggiolo, frutto di un concorso a inviti indetto nel 2016 dalla Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla.

Un edificio dalla forte identità

Oggi, il centro parrocchiale della chiesa di San Rocco è rinato grazie al progetto di MAB Arquitectura incentrato sull’idea di comunità che ritrova i propri valori fondanti negli spazi aperti e d’incontro, intorno a un edificio dalla forte identità, capace di ricucire i tessuti connettivi tra chiesa, aule, oratorio e spazi di pertinenza.

Rispondere a una perdita

“La ricostruzione post-sisma è certamente la risposta a un’emergenza, ma allo stesso tempo è necessaria la definizione di strumenti di rigenerazione che sappiano interpretare i bisogni di una comunità resa così fragile di fronte alla perdita dei propri punti di riferimento”, spiegano gli architetti Floriana Marotta e Massimo Basile di MAB Arquitectura.

Ridefinire l’organizzazione urbana

Sviluppato su un’area di oltre 1.237 metri quadrati, il progetto di MAB Arquitectura risponde all’esigenza di restituire alla città gli spazi parrocchiali distrutti, ma diventa anche occasione per ridefinire l’intera organizzazione urbana dell’area. Attraverso un masterplan che ha previsto una demolizione parziale delle strutture pre-esistenti e la costruzione di un nuovo edificio (un volume leggero e vetrato, molto compatto, sviluppato su due piani nel rispetto delle altezze del contesto), gli architetti hanno ricavato una serie di cortili funzionali a creare nuove relazioni spaziali e a favorire connessioni tra la parte pubblica e la parte privata, dove è stata collocata la canonica.

Purezza formale e recupero della tradizione architettonica religiosa

In continuità, le due zone occupano le ali opposte della pianta: l’oratorio si sviluppa al piano terra dove si trovano anche ingresso, salone parrocchiale e bar, mentre al primo piano si trovano vari spazi polifunzionali, tra cui dieci aule didattiche per la catechesi; mentre la canonica si sviluppa interamente al primo piano, al di sopra della zona uffici e ospita cinque alloggi privati. Essenziale nella sua purezza formale, il complesso rievoca caratteri tipici della tradizione religiosa: dalla pianta quadrata ai cortili esterni in successione che evocano i chiostri, letti da MAB Arquitectura come elementi di forte valore simbolico nell’iconografia cattolica e come luoghi rassicuranti di ritrovo della comunità.

Valorizzare i cortili-chiostri

Lo spazio del centro parrocchiale è organizzato intorno a un primo cortile, più intimo e raccolto, definito dal nuovo oratorio e dalla chiesa, valorizzata da MAB Arquitectura mettendo a nudo la facciata laterale pur mantenendo, attraverso la sagrestia, un collegamento con il nuovo innesto; e un secondo cortile-chiostro, definito dall’edificio dell’oratorio, su cui si affacciano tutte le funzioni del piano terra: uno spazio ideale per eventi o feste all’aperto, in linea con le richieste.

Una funzione sociale

“Spesso l’architettura diventa scenografia e si fa portatrice di un racconto capace di testimoniare la sua funzione: con il nostro progetto abbiamo cercato di restituire a questo luogo la sua funzione sociale, creando nuove connessioni spaziali e relazionali atte a far ritrovare un senso alla comunità di Reggiolo, e un’opportunità da cui ripartire per riscrivere il futuro”, concludono i progettisti di MAB Arquitectura.

Leggero e sostenibile

Il complesso, vincitore in fase progettuale di The Plan Award 2017 e, recentemente, del Premio Regionale IN/Arch 2023, ha ottenuto la certificazione energetica Casa Clima A e si costruisce intorno a tre materiali: corten, vetro e intonaco bianco. Il registro cromatico e materico è leggibile all’interno e all’esterno ed è richiamato dagli elementi verdi nello spazio raccolto dei chiostri. Le vetrate massimizzano l’ingresso della luce nelle varie stanze, valorizzando una trasparenza visiva che permette di leggere la sequenza delle corti fino ai campi sportivi.

Photo: Andrea Martiradonna