Nel cuore di Milano, in corso Venezia 52, una delle zone storiche più raffinate della città, proprio di fronte al Planetario di Piero Portaluppi, dallo scorso settembre c’è il Museo d’Arte della Fondazione Luigi Rovati.
Una nuova stella, ma per vederla brillare intensamente bisogna scendere nello spazio ipogeo, accessibile mediante una scala in pietra dall’ingresso di quello che fu il Palazzo del Principe di Piombino nel 1871, quindi Bocconi, quindi Rizzoli e ora Fondazione Luigi Rovati.
Si apre così il sorprendente sipario su una collezione di reperti etruschi, preziosi vasi, in buccheri e impasti, monili e urne cinerarie, che fanno luce sulla storia di una civiltà che si preparava con un corredo di qualità tecnica e rappresentativa eccelsa a proseguire la vita dopo la morte.
La raccolta archeologica della Fondazione nata nel 2016, di cui fa parte il Guerriero Cernuschi, il bronzo votivo scelto come simbolo del Museo, presenta oggi oltre 250 reperti tra i più di 2.000 in collezione, frutto di alleanze con enti pubblici e privati, italiani e internazionali, come il Museo Civico Archeologico di Bologna.
"Volevamo fare di questo luogo un centro di conoscenza e utilità sociale aperto alla collettività. Il Comitato Scientifico è coordinato dal professor Salvatore Settis; il Museo si pone come sede di mostre, conferenze e seminari, attività di studio e ricerca culturale sulla città, il cui concetto, come lo intendiamo oggi, è stato elaborato proprio dagli etruschi", spiega Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione intitolata a Luigi Rovati, medico e imprenditore, fondatore di Rottapharm scomparso nel 2019.