Ai margini della città di Ragusa, in Sicilia, una casa unifamiliare su tre livelli pensata come addizione di volumi compiuti. Una villa urbana che alla dinamica della forma complessiva unisce il disegno del verde chiamato a diventare protagonista del rapporto con gli interni

I temi della villa urbana e dell’architettura mediterranea si uniscono in una sintesi contemporanea per questo progetto che ai bordi della città, cinto da muri di confine che non vogliono nasconderne la figura, trova la sua calibrata dimensione nel rapporto tra ambienti interni e spazi en plein air. Tutti i movimenti di avanguardia, da Palladio in poi, hanno assunto, nei diversi tempi della storia dell’architettura, il ‘tipo’ della villa come oggetto di sperimentazione linguistica, di verifica sui nuovi modi di abitare e sulle tecniche costruttive, proprio per la libertà che questo consente in rapporto al committente e alla relazione esclusiva con il paesaggio più che con il denso tessuto della città, introducendo quasi sempre soluzioni innovative poi esportate in altre scale di progetto.

Ma se le origini della villa sono appunto strettamente legate al suo carattere extraurbano, con architetture calate nella natura e nel paesaggio, dall’inizio del XX secolo la villa diventa una delle tipologie edilizie da impiegarsi anche per costruire la città. Così dall’idea-tipo iniziale di un’architettura chiamata a fondere la quotidianità dell’abitare con la natura, spostando fuori dalla città temi che le sono propri, la villa si trasforma in quello strumento abitativo che permette appunto di costruire un’idea di città che trova nella dissoluzione del margine tra tessuto urbano e paesaggio esterno la sua ragione compositiva e il suo vigore sperimentale. Osservare oggi il tema della villa urbana comporta ragionare anche su tutto questo e capire come ancora questa tipologia appaia fondamentale per poter dare un’immagine diversa alle nostre periferie.

È il caso di questo recente progetto realizzato dall'architetto Vincenzo Leggio a Ragusa, in cui la casa dove abitare tutti i giorni si trasforma in un luogo protetto da un muro di cinta bianco, una linea percepibile come sfondo su tutti i lati che circonda la forma irregolare del lotto, al cui interno il dinamico sviluppo dei volumi sovrapposti su tre livelli e leggermente sfalsati tra loro si alterna al disegno del verde, che dalla quota della campagna si sposta su alcune coperture piane nella soluzione di giardini pensili. L’architettura segue la pendenza del terreno, organizzando il primo livello come un blocco in parte ipogeo rivestito di pietra bianca a spacco, tipica del territorio ibleo, che diventa così a tutti gli effetti il ‘basamento’ dell’intera costruzione.

Qui, a fianco del garage, vi sono una zona ospiti, uno spazio living con cucina, una sala cinema e una grande sala fitness-relax dotata di hammam, aperta con una vetrata a tutt’altezza verso il prato prospiciente, in cui dei conci di pietra regolare, tracciando i percorsi pedonali, disegnano una geometria di riferimento. La piscina del livello superiore rompe il muro di pietra bianca laterale con una lastra di vetro, offrendo la vista a tutta altezza della testata della vasca. Il piano della casa corrispondente alla quota di ingresso pedonale dalla strada pubblica si caratterizza per l’intonaco bianco alternato alle grandi vetrate che uniscono in un’unica sintesi abitabile interni e giardino, dove crescono ulivi e carrubi tipici dell’altopiano ibleo insieme ad altre essenze proprie della macchia mediterranea. Il luminoso living accoglie in un unico ambiente sala da pranzo e cucina, separati dal soggiorno grazie a un macro arredo fisso, un mobile contenitore di legno sospeso al soffitto con alla base un blocco di marmo nero che sottolinea il carattere monolitico dell’innesto.

Alle spalle della cucina e a fianco dell’ascensore interno e di un bagno di servizio, è situata la camera da letto padronale con bagno dedicato, collocato dietro la parete di pietra a tutt’altezza che fa da testata al letto; su una mensola continua fissata a un setto laterale rivestito in noce canaletto poggiano una coppia di lavabi sormontati da specchi circolari che disegnano due grandi occhi in cui si riflette il verde dell’esterno. Salendo nello spazio a doppia altezza che conduce all’ultimo livello si trova una zona lettura con una libreria su disegno posta in diagonale per connettersi a un pilastro, nella quale è stata ricavata una nicchia-seduta rivolta verso il giardino pensile corrispondente alla copertura in aggetto della zona giorno sottostante. Questo livello accoglie le camere dei figli, indipendenti, affacciate su un balcone lineare continuo e fornite di bagni e cabine armadio. Il volume conclusivo della sommatoria architettonica che costituisce la filosofia del progetto si caratterizza per i frangisole scorrevoli composti da listelli di pino di varie dimensioni. Una pelle lignea che si aggiunge a quelle delle grandi vetrate, per proteggere gli interni dal sole della Sicilia aggiungendo al progetto un ulteriore sapore mediterraneo.

Progetto di Vincenzo Leggio - Progettista strutture Ing Marco Anfuso - Progettista paesaggio Maria Giardina - Foto di Paolo Riolzi