La struttura esterna dell’Hilton Rome Eur La Lama di Massimiliano Fuksas dialoga con il progetto degli interni dello Studio Lorenzo Bellini Atelier. Inserendosi nel contesto dell’architettura novecentesca dell’EUR

Il nuovo Hilton Rome Eur La Lama, che deve il nome al suo volume dalle forme slanciate e sottili, sorge accanto a La Nuvola Convention Center, entrambi progettati da Massimiliano Fuksas.

L’impatto è quello che ci si aspetta da un’architettura contemporanea: il monolite di vetro nero trasparente che riflette il cielo e il paesaggio circostante, tagliandolo.

Quello che riesce a stupire è, una volta varcato l’ingresso affacciato su viale Europa, il volume vuoto che libera anche dall’interno lo sguardo a tutta altezza.

La 'Lama' è alta 60 metri, larga 16, lunga 130; i suoi 16 piani si raggiungono con 6 ascensori panoramici, ci sono 439 camere, 2 ristoranti, 2 bar, 1 sala fitness, 7 sale riunioni.

I richiami alla storia di Roma e all’architettura del 900

Gli interni dell’hotel, progettati dallo Studio Lorenzo Bellini Atelier, fanno riferimento al design déco degli anni ‘30-’40, periodo di costruzione del complesso urbanistico e architettonico dell’EUR che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale di Roma del 1942 e celebrare i vent’anni della Marcia su Roma.

Nella hall si viene accolti da una stele in bronzo realizzata da Arnaldo Pomodoro, un richiamo alla tipologia dell’obelisco che contraddistingue la storia di Roma.

I riferimenti storico artistici si estendono dalle scelte filologiche dei marmi al mosaico di Marilù Rebecchini che, posato sulla parete della reception, celebra infatti gli scorci e i monumenti più identificativi della città antica.

Dalla hall si entra nell’atmosfera del lounge bar, con la sua illuminazione a sfere luminose dalle sfumature ocra e bronzo che pendono dal soffitto a cassettoni, e il pavimento di parquet a spina ungherese in noce scuro. Il bancone di circa 13 metri di lunghezza è rivestito in marmo naturale Emperador, con un top realizzato in marmo nero assoluto.

All’interno del lounge si trova la Library, con la sua libreria lignea in finitura nera che conduce verso il ristorante.

Qui, il portale in marmo nero marquinia si apre sull’ambiente dal colore verde profondo, con soffitto a cassettoni e sfere luminose cristalline in ocra e bronzo. Il pavimento è il risultato di un gioco di 6 marmi spinati posati sfalsati: statuario, calacatta bianco, calacatta oro, verde Guatemala, verde Alpi, nero marquinia.

Il ruolo del colore e il color block

I colori delle camere citano gli affreschi pompeiani e le scale cromatiche della pittura dei maestri italiani del secolo scorso - Sironi, Donghi, Campigli, Casorati e molti altri – secondo il metodo cromatico del color block.

Questa è una antica tecnica di abbinamento cromatico che combina l’utilizzo di singoli colori in diverse tonalità, miscelandoli in contrasto tra loro.

Un linguaggio compositivo che deriva dall’arte classica, passa attraverso le sacre rappresentazioni medievali, per raggiungere la sua massima espressione nell’arte contemporanea della prima metà del ‘900.

Le carte da parati delle camere utilizzano 3 colori principali e 3 secondari, tono su tono, a sottolineare l’effetto di ombreggiatura della luce che entra dalle grandi vetrate: rosso-mattone, verde bosco-verde salvia e blu-carta da zucchero.

I colori degli imbottiti in velluto contrastano con quelli delle pareti. Le testate dei letti e le panche fondo letto sono in ecopelle nella stessa tinta delle pareti.

Gli arredi, le lampade, i desk e gli imbottiti sono stati tutti realizzati su disegno dello Studio Lorenzo Bellini, salvo le poltroncine degli scrittoi.

I bagni in travertino chiaro sono in comunicazione con la camera - l’idea è di ottenere un unico ambiente - e hanno un piano lavabo con vasca realizzata in blocco unico, in nero marquinia.

Ulteriore omaggio al design italiano dei primi del ‘900, gli ingressi delle camere sono scanditi da carabottini appositamente disegnati, in essenza di noce americano, con un pattern a intreccio.

Energia, climatizzazione, consumi, fotovoltaico

Sono questi gli elementi ormai imprescindibili in ogni progetto.

Qui, il fotovoltaico è installato in copertura e fornisce alla struttura alberghiera una base di autoconsumo elettrico senza assorbimento dalla rete, consentendo un risparmio per l’ambiente e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

L’intera struttura alberghiera è dotata di sistema ad alta tecnologia per il monitoraggio generale dei consumi.

Il cogeneratore a gas integra la produzione di energia termica necessaria alla climatizzazione invernale degli ambienti e di acqua calda sanitaria, producendo al tempo stesso energia destinata all’autoconsumo.

La domotica installata in tutte le camere garantisce riduzione dei consumi ed efficiente gestione del fabbisogno energetico.

Saperne di più

Il nuovo Hilton Rome Eur La Lama è di proprietà della ICARUS S.p.A.
Direzione lavori: studio di ingegneria Reconsult S.r.l
Interior design: Lorenzo Bellini Atelier
Impresa di costruzioni: Stile Spa

Note Tecniche

Fotovoltaico, dati impianto: 38kWp per produrre circa 50.400 KWhe all’anno, con risparmio di circa 9 TEP/anno, riduzione emissioni CO2 di circa 30 ton/anno).
Cogeneratore a gas: potenza 260kWe, con una stima di produzione di circa 1.690.000 kWhe/anno e 2.275.000 kWht/anno).
Climatizzazione: 3 gruppi refrigeratori d’acqua polivalenti a pompa di calore ad alta efficienza, della potenzialità frigorifera totale di circa 2.400 kW, con circuiti di spillamento secondari a portata variabile, pompe dotate di motore elettrico con inverter a bordo, valvole di regolazione sui fan-coil e sulle batterie delle UTA a due vie modulanti, recuperatori di calore e trattamento dell’aria esterna).