A Firenze, Manifattura Tabacchi dà il via ai lavori della Factory, rafforzando la continuità con il progetto più ampio di rigenerazione urbana di un hub votato alla creatività e al saper fare

Live, Work, Enjoy” (Vivi, Lavora, Divertiti): l’avvio del cantiere è stato interpretato lo scorso aprile da un maker d’eccezione, Francesco Mandelli con la regia di Nic Bello, declinando questo manifesto programmatico come segnale di grande fiducia nel futuro di un luogo unico. Tradotto: da settembre 2022 la Factory sarà il nuovo polo creativo e produttivo all’interno di Manifattura Tabacchi di Firenze, uno spazio aperto 24/7 ai maker contemporanei. In continuità con il mood manifatturiero del sito, l’espressione di un immaginario che diventa possibile.

La Factory rappresenta infatti un tassello importante nell’intervento di recupero, riqualificazione e riconversione d’uso - che dovrebbe essere compiuto entro il 2026 - dell’ex area industriale, costruita tra gli anni 30 e 40: sette ettari, 16 edifici e 110.000 metri quadrati; il cuore della fabbrica di sigari e sigarette, dove fino al 2001 circa 1400 lavoratori (molte le donne) hanno trasformato il tabacco; la memoria di ciò che il distretto fu, quando era parte della città industriale zonizzata e in seguito nonluogo dismesso, volutamente on the air.

Con la Factory che interessa una superficie totale di oltre 21.000 metri quadrati, in particolare gli edifici 4, 5 e 11 e un investimento di 30 milioni di euro, diventa ancora più forte e concreta la nostra volontà di fare di tutto il complesso storico la nuova destinazione per il contemporaneo di Firenze”, ha dichiarato Giovanni Manfredi, ceo di Manifattura Tabacchi. “Una micro-città nella città, aperta a tutti, un nuovo centro fuori dal centro storico protagonista del Rinascimento italiano nel mondo, l’idea di un altro polo di attrazione e aggregazione per la comunità internazionale di professionisti e creativi che sceglie di vivere e lavorare qui, dove si può trovare intrattenimento, formazione e ospitalità, tra cultura, moda, arte, design e artigianato di qualità. Un grande stimolo e un’opportunità anche in chiave turistica”.

Il masterplan ha previsto anche tre nuove costruzioni, oltre al recupero degli edifici originali con un articolato mix funzionale. Poi, considerato che nella città policentrica non dovrà mancare nulla, a livello di integrazione urbana si sta mettendo a punto il collegamento tra Manifattura Tabacchi, che ha ancora l’ingresso monumentale su via delle Cascine, e il centro storico per mezzo della nuova linea T4 della tramvia."

Proprio con questa visione progettuale corale e un investimento da 250 milioni di euro era stata siglata nel 2016 la joint venture tra il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e il fondo di investimento PW Real Estate Fund III LP gestito da Aermont. Nel biennio 2018-2020 molto è già stato fatto per riscoprire sotto una nuova luce l’heritage affascinante della sede produttiva, limitrofa al Parco delle Cascine, che in una prima fase storica ha visto la realizzazione degli edifici destinati a magazzini; in una seconda la fabbrica vera e propria – un esempio di razionalismo italiano della miglior scuola ispirato da Pier Luigi Nervi, con cui avevano lavorato le maestranze che hanno costruito la Manifattura, del tutto riconoscibile nelle forme lineari, nelle strutture in cemento armato e ferro e nell’armonia del complesso; e nella terza, corrispondente alla cifra del razionalismo romano di regime, la creazione degli edifici monumentali in travertino, con fronti a esedra, grandi aperture architravate, portali al piano terra e ampie finestre al piano superiore, corredati da un ricco apparato iconografico.

Secondo il masterplan ideato da progettisti di notorietà mondiale, quali Sanaa e Studio Mumbai (che hanno elaborato il programma inizialmente proposto dallo studio olandese Concrete Architectural Associates) e poi sviluppato dallo studio fiorentino Q-bic e dallo Studio Antonio Perazzi, sono già stati recuperati e messi in funzione circa 3000 metri quadrati di spazi espositivi dedicati alle attività temporanee. Qui si sono già installati maker come Baba Ceramics, Bulli&Balene, Canificio, Duccio Maria Gambi, Mani del Sud, Mòno, SuperDuper, Todo Modo, Stefano Mancuso-Pnat, Birrificio Valdarno Superiore. Poi la prima a raccogliere la sfida è stata Polimoda, che ha acquistato l’edificio 6 per ricavarvi la terza sede cittadina della scuola, con 7000 metri quadrati di laboratori per oltre 800 studenti internazionali. Senza dimenticare tanti altri ospiti: l’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’IME (l’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza) di LVMH, il team di DogHead Animation, start-up di animazione digitale 2D. O, tra gli altri, gli artisti che hanno partecipato alle tre edizioni di Residenze d’Artista, il progetto di vita, lavoro e produzione site specific curato da Sergio Risaliti, già direttore di Museo Novecento di Firenze.

Ora, con il progetto under construction della Factory, firmato nell’architettura sempre da Q-bic e nel landscape da Antonio Perazzi, lo spirito del luogo si rivelerà ancora più generoso e affascinante. Scorrerà sottotraccia altra linfa ed energia per i pensieri di chi con le mani produce creatività e saper fare, fra tradizione e innovazione, dalla ceramica alla sartoria, dai cappelli ai restauri, nel disegno di un’identità nuova più compiuta e riconoscibile. L’edificio 4 e lo speculare edificio 5 ospiteranno, al primo piano, spazi di lavoro direzionali e di co-working; il piano terra sarà invece dedicato a negozi, atelier e ristoranti, agli scambi anche dialettici come si faceva un tempo nelle botteghe intorno alle piazze della città.

Una micro-città nella città, aperta a tutti, un nuovo centro fuori dal centro storico protagonista del Rinascimento italiano nel mondo, l’idea di un altro polo di attrazione e aggregazione per la comunità internazionale di professionisti e creativi che sceglie di vivere e lavorare qui, dove si può trovare intrattenimento, formazione e ospitalità, tra cultura, moda, arte, design e artigianato di qualità. Un grande stimolo e un’opportunità anche in chiave turistica."

Nel cuore della Factory, poi, l’edificio 11 accoglierà NAM - Not a Museum, luogo di produzione artistica e sperimentazione contemporanea e, sul tetto piano, l’Officina Botanica con 100 alberi, 1.300 tra arbusti perenni e erbe e 250 metri quadrati di piante tappezzanti che celebrano la qualità della vegetazione mediterranea: un giardino pensile aperto al pubblico, o meglio una piccola highline pensata come il landmark dell’intero masterplan. In linea con il principio di rigenerazione, non solo culturale e architettonica ma anche ambientale, che anima tutto il progetto di Manifattura Tabacchi. Tra piazze e spazi di relazione sociale, passaggi porticati e boulevard, gestione attiva della risorsa idrica e adozione di energia geotermica, una particolare cura è stata infatti riservata alla progettazione del green, in cui rientreranno la piantumazione di oltre 1.000 alberi, la posa di pavimentazioni a fughe larghe per permettere il drenaggio del suolo e l’innesto di superfici vegetali verticali sulle facciate degli edifici al fine di migliorarne l’efficienza energetica.

Alberi e aree verdi imitano il processo di colonizzazione spontaneo della natura in spazi cementificati, riproducendo in larga scala l’azione di filtraggio e assorbimento dell’anidride carbonica e degli inquinanti atmosferici già in atto nella Fabbrica dell’aria, l’installazione sperimentale di fitodepurazione ambientale creata con le piante dal neurobiologo Stefano Mancuso con Pnat, posta attualmente negli spazi temporanei nell’edificio B9”, spiega l’architetto Michelangelo Giombini, responsabile dello sviluppo prodotto di Manifattura Tabacchi, che la genesi dell’opera l’ha seguita dagli inizi.

Alberi e aree verdi imitano il processo di colonizzazione spontaneo della natura in spazi cementificati, riproducendo in larga scala l’azione di filtraggio e assorbimento dell’anidride carbonica e degli inquinanti atmosferici già in atto nella Fabbrica dell’aria, l’installazione sperimentale di fitodepurazione ambientale creata con le piante dal neurobiologo Stefano Mancuso con Pnat."

“Abbiamo collaborato anche con Tomás Saraceno in occasione della mostra a Palazzo Strozzi, dove le sue ‘sculture volanti’ raccontavano la fine del periodo dell’Antropocene e l’inizio di quello dell’Aerocene. La sostenibilità di tutto il progetto resta per noi un tema prioritario. Sono state ridotte al minimo le demolizioni degli edifici, preservati sul piano materico, laddove possibile, e su quello estetico e della memoria. I nuovi materiali adottati hanno anch’essi una matrice industriale riconoscibile: molto ferro calamina scuro, griglie e pedane metalliche che vanno in sovrapposizione all’esistente, intonaci che restituiscono una patina del tempo. Abbiamo lavorato anche sperimentando e prototipando nel temporaneo soluzioni spaziali che passeranno poi al progetto definitivo. Ma sono stati tutti innesti o recuperi delicati, di concerto con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Firenze e con esperti internazionali di restauro e conservazione. Con una particolare sensibilità per lo spazio, la luce, le altezze, l’ariosità, le distanze, la sicurezza, a valorizzare quelle che erano le naturali dotazioni degli edifici”.

Lo sviluppo futuro di Manifattura Tabacchi? “Resta molto da fare. In programma, la riqualificazione dell’edificio 10, l’ex centrale termica che diventerà un birrificio, luogo di produzione e degustazione di birra artigianale. Poi l’intervento nel B12, dove ci sarà il primo prodotto residenziale su progetto di Q-bic: laboratori per artisti e designer al piano terra e loft d’ispirazione industriale al piano primo”, continua Giombini.

Un altro focus sarà la piazza dell’Orologio, spazio pubblico privo di ingombri pensato per ospitare eventi e installazioni, su cui si affacciano l’edificio 6 di Polimoda e l’edificio 7. Questo, che nasce come magazzino, sarà riconvertito in loft residenziali su progetto di Patricia Urquiola. Fa parte dell’ultima fase storica di sviluppo del complesso, che ci ha lasciato un building elegante con una facciata concava, la base in travertino, le finestre a nastro, la copertura piana, un bassorilievo anni Trenta del maestro Francesco Coccia dedicato alle eroiche madri operaie. Lì ci prefiguriamo degli appartamenti con un tocco di estro femminile e un’immagine più nobile. Gli edifici 8 e 9 accoglieranno invece gli uffici e le residenze progettate da Quincoces-Dragò & Partners. Un blocco totalmente nuovo, su progetto di Piuarch, sarà infine destinato a funzioni direzionali, residenziali e di ospitalità per studenti. Perché il masterplan ha previsto anche tre nuove costruzioni, oltre al recupero degli edifici originali con un articolato mix funzionale. Poi, considerato che nella città policentrica non dovrà mancare nulla, a livello di integrazione urbana si sta mettendo a punto il collegamento tra Manifattura Tabacchi, che ha ancora l’ingresso monumentale su via delle Cascine, e il centro storico per mezzo della nuova linea T4 della tramvia”.

Progetto di Q-bic, Studio Antonio Perazzi - Foto courtesy Manifattura Tabacchi