Ferrero Technical Center rappresenta il nuovo livello di integrazione tra architettura industriale, paesaggio naturale, sostenibilità dei processi e benessere dei lavoratori. Quando la slow architecture mette l’uomo al centro

Alba è profondamente figlia della Langa, con la sua storia, la sua gente, il suo paesaggio: sole, nuvole, colline, cascine, cantine, sentieri, vigneti, stagioni, colori. Quella Langa punteggiata da una infinità di borghi e paesi che fecero scrivere a Cesare Pavese (nella Luna e i falò) che “un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Un territorio che sa raccontare, a chi le sa ascoltare, leggende, storie, tradizioni che parlano di fatica, di mani, di braccia che hanno lavorato per secoli, fino a diventarne parte, la terra e la campagna.

Un progetto in sintonia con il territorio

Protagonista principale di questo progetto è proprio il territorio langarolo: un panorama, una natura, una palette di colori che definiscono il continuum geometrico sul quale si innesta un volume industriale iconico (in sintonia con il contesto naturale della Langa e di Alba, dove ha sede il più grande stabilimento italiano del Gruppo Ferrero) che il progettista ha reinterpretato attraverso linee astratte nelle tonalità calde di un paesaggio autunnale. Un’architettura semplice, viva, che accoglie e custodisce una tecnologia non urlata, che non si vede ma c'è. Ferrero Technical Center, progettato da Frigerio Design Group, è un bell'esempio di architettura industriale 4.0 all'insegna di una qualità totale basata su un sistema produttivo automatizzato e interconnesso tra uomini e macchine.

Funzioni differenti ma connesse

Opacità e trasparenza sono calibrate per sottolineare le funzioni di ogni ambiente: ai livelli superiori, gli spazi destinati a uffici direzionali e operativi, sale meeting e di lavoro, aree per il personale sono caratterizzati da facciate trasparenti; mentre quelli che ospitano officina e impianti per la produzione dei macchinari destinati agli stabilimenti Ferrero, collocata al piano terra insieme a tutte le attività legate alla loro progettazione, sono nascoste alla vista. L’obiettivo del progetto è stato di dare la giusta accoglienza a funzioni differenti, ma strettamente connesse. La struttura è completata da una copertura piana e aggettante che sporge a Sud con una leggera pensilina con un frangisole realizzato con pale a sezione ellittica, a protezione delle vetrate degli uffici dai raggi solari.

Una passeggiata sospesa

La hall di ingresso a tutt’altezza per dipendenti e visitatori, interamente vetrata, concentra in un unico spazio la percezione della filosofia Ferrero che anima l’edificio: trasparenza, fiducia, sobrietà. Qui, una scenografica scala metallica rosso vibrante attraversa il volume come una sorta di passeggiata sospesa e offre una prima vista su alcune attività nel cuore dell’edificio: sulla tripla altezza della hall si affacciano, infatti, le ampie vetrate dei mezzanini che accolgono zone sperimentali, sale riunioni, uffici per i consulenti, un’area relax e gli spogliatoi per il personale.

Tecnologia nascosta

L’officina ospita il montaggio dei macchinari. Una pianta regolare con strutture bianche dove lavorazioni e impianti sono lasciati a vista. Aperture nelle facciate catturano la luce naturale e l’aria proteggendo dall’irraggiamento diretto del sole, reinterpretando il tradizionale shed industriale che in questo edificio, per la stratificazione delle funzioni, non poteva essere riproposto: l’architetto Enrico Frigerio le definisce “branchie, elementi che permettono all’edificio di respirare”. I pannelli di tamponamento che racchiudono il volume sono dotati di faccia interna microforata e fonoassorbente per migliorare la qualità degli ambienti e contenere l’inquinamento acustico.

Comfort working

L'area uffici dispone di spazi emozionali che stimolano i sensi alla ricerca del giusto comfort. Materiali e colori riproducono la natura della Langa che circonda l’edificio, rendendo gli ambienti di lavoro un vero e proprio landscape in quota: “patii verdi, veri e propri giardini volanti” come li definisce il progettista, sono inseriti al centro del grande open space in funzione bioclimatica, acustica ed estetica. Oltre agli uffici, l'open space, ospita sale meeting, spazi privati, aree relax, postazioni ergonomiche aperte sul paesaggio.

Guarda il trailer che racconta il progetto


Il colore verde

Il progetto di interior design si sviluppa a partire dall’elemento chiave del colore verde modulato in tre diverse gradazioni: sulle pavimentazioni in linoleum, alternato al legno di bambù e nella successione di giardini aperti e sospesi. Studiati per rispondere alle esigenze, al comfort e al benessere delle persone, gli spazi assorbono luce naturale e aria e sono stati progettati secondo i principi della biofilia utilizzando il verde come sistema per regolare il microclima e inserendo piante di caffè, noccioli e melograni.

Sostenibile e smart

L’intero edificio, bioclimatico e nZEB (nearly Zero Energy Building), è stato sviluppato per ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica. Il volume è compatto, realizzato con materiali industriali, in prevalenza montati a secco: massimizza gli apporti passivi (luce, aria e soleggiamento) e limita al minimo le risorse per la gestione e la manutenzione. Un impianto fotovoltaico sulla copertura garantisce la produzione di energia. Grazie ad aperture contrapposte, nelle mezze stagioni gli ambienti possono essere ventilati naturalmente. Gli uffici sono climatizzati con sistemi radianti a soffitto che svolgono anche funzione fonoassorbente. I parcheggi esterni garantiscono il rispetto dell’inquinamento luminoso grazie a un sistema smart che ne controlla l’accensione solo in presenza di traffico.

Fotografie A. Positano e G. Cambiaggi | Studio Campo, E. Cano