Un campus di alta formazione, un luogo raccolto ma aperto al mondo per formare giovani e giovanissimi fondendo il sistema della scuola internazionale e le tecnologie al servizio dell’apprendimento

Sostenibilità, accessibilità e tecnologia innovativa sono i criteri con cui raccontare H-Campus progettato dallo Studio Zanon Architetti Associati all’interno di Ca’ Tron, una delle più grandi tenute agricole a corpo unico d’Italia (circa 2 mila ettari) nel cuore del Parco naturale del Sile, tra le provincie di Treviso e Venezia. H-Campus è un progetto ambizioso: un campus di alta formazione, un luogo isolato ma allo stesso tempo internazionale grazie alla vicinanza con l'aeroporto Marco Polo di Venezia. Edifici per l’educazione e al servizio dell'educazione con lo scopo di formare giovani e giovanissimi fondendo il sistema della scuola internazionale e l’uso delle tecnologie al servizio dell’apprendimento. Il complesso ospita ragazzi dalla scuola dell’infanzia fino all’università e offre servizi quali un centro accoglienza, uno studentato, una serra per la ristorazione, una palestra con campi sportivi e un grande edificio centrale comunitario contenente una biblioteca e spazi di aggregazione progettato da Rogers Stirk Harbour+Partners in collaborazione con ZAA.

Gli edifici in cemento, dalle semplici geometrie sono stati concepiti per assolvere alle funzioni che ospitano e per integrarsi il più possibile con l’ambiente abbandonando ogni intenzione di autoreferenzialità. Le grandi vetrate, i patii, le pensiline e le corti interne sono luoghi da cui godere della natura e immergersi nel paesaggio circostante: l’architettura lascia spazio al verde.

Il parco propone essenze e tipologie arboree autoctone che si ritrovano nella campagna circostante e si susseguono creando orizzonti sempre diversi che vanno dal prato, alle graminacee, alle alberature disseminate e alle stanza boschive. Anche gli spazi aperti diventano luoghi didattici per stimolare le nuove generazioni alla conoscenza e al rispetto del territorio.

Il progetto vive del reciproco scambio tra ambiente e vita umana, in una simbiosi legata a un immaginario di ricostruzione del rapporto apparentemente compromesso tra naturalità e antropizzazione."

Il paesaggio ha guidato l’architettura e le scelte tecniche. Il progetto vive del reciproco scambio tra ambiente e vita umana, in una simbiosi legata a un immaginario di ricostruzione del rapporto apparentemente compromesso tra naturalità e antropizzazione; una chiave di lettura consapevole della necessità della sua rielaborazione e attualizzazione. Non con l’intento di ricostituire nostalgicamente condizioni inattuali, ma di procedere verso nuove sperimentazioni, con aumentata consapevolezza, tramite soluzioni tecnologicamente e costruttivamente innovative finalizzate a generare un nuovo paesaggio.

Il campus è autosufficiente per l'85% del suo fabbisogno energetico grazie a sistemi fotovoltaici di accumulo e di scambio in rete di energia. E' dotato infatti di un impianto fotovoltaico da oltre 1,2 Mw distribuito sulle coperture dei nuovi edifici che permette di utilizzare l’energia solare, rinnovabile e locale, per coprire buona parte dei propri consumi. Il parcheggio è dotato di colonnine elettriche per incentivare una mobilità a impatto zero e sono disponibili 500 tra bike, e-bike, caddy car e monopattini elettrici.