Gli scritti storici e teorici
La sua ricchissima produzione di scritti, storici e teorici spazia dalla Roma barocca alla famosa monografia su Francesco Borromini recentemente ripubblicata; dalle diverse stagioni della modernità a contributi specifici come quello dedicato a Piero Portaluppi, figura centrale dell’architettura milanese degli anni Venti, che Portoghesi descrive come un “eroe del suo tempo [...] convinto assertore di un modernismo liberale, aperto ecletticamente alle sperimentazioni più ardite, ma non animato da intenzioni rivoluzionarie o di palingesi. [Dove] il nuovo doveva sorgere per spontanea forza naturale dal già stato e già amato, dalla tradizione vista come un’offerta inestinguibile di idee da coltivare perché sempre in grado di rifiorire in modo inedito”. Del resto “la negazione del passato o meglio la rigida separazione morfologica tra presente e passato voluta da Movimento Moderno era, dando al termine negazione il significato freudiano, un tipico meccanismo di difesa”.
Quale eredità?
Paolo Portoghesi teorico dell’armonia e del contrappunto, fautore negli ultimi anni della geoarchitettura in grado di legare alla lettura critica della tradizione la necessaria consapevolezza ambientale, ci ha insegnato ad ascoltare le storie del passato e del nostro tempo, abbandonando certezze precostituite e ideologie di cui l’architettura non sente più il bisogno.