“Penso che possa influire su due livelli”, spiega Falsini: “uno più pratico e uno più estetico. A livello pratico, sono interventi che si accompagnano alla pedonalizzazione di alcune aree. Se queste vengono sottolineate a livello visivo, con colori forti, lo stacco netto con altre zone della città, quali strade trafficate, diventa ancora più forte e i cittadini sono più propensi a fruire lo spazio. Veder valorizzato il proprio quartiere può infondere la voglia di renderlo più vivo, anche socialmente e culturalmente. L’arte pubblica, proprio per la sua natura, viene percepita come patrimonio comune – e lo è – per cui si innesca una sorta di meccanismo grazie al quale i cittadini si sentono più coinvolti nella cura degli spazi comuni. Ovviamente non è sempre così semplice, soprattutto nei quartieri più problematici. Tuttavia, la street art sta vivendo un momento d’oro, con investimenti da parte di istituzioni, amministrazioni, privati e aziende. Non bisogna però banalizzarla come la panacea che elimina i problemi strutturali e sociali delle città”. Falsini sarà prossimamente coinvolta nella realizzazione di un grande murale a Milano.