Amburgo, Rotterdam e Oslo: differenze dolci e salate dell'architettura portuale del Nord Europa
L’urbanistica di una città portuale passa, per forza di cosa, anche attraverso la conformazione geografica del territorio. Un porto fluviale avrà caratteristiche differenti da uno marittimo.
La Porta del Mondo, come viene chiamato il porto di Amburgo è situato sul fiume Elba ed è uno dei primi porti commerciali al mondo. HafenCity è il progetto che rivoluziona questa zona della Germania ampliando del 40% gli spazi abitativi e creando migliaia di nuovi posti di lavoro. In un’ottica di riciclo, riuso e sostenibilità è stato reimpiegato anche il padiglione statunitense presente all’Expo di Milano, dando vita a un’area coworking. Oggi questa città anseatica è una delle capitali architettoniche europee e non ha nulla da invidiare ai più grandi porti marittimi.
Avendo citato le differenze di scala fra fiume e mare, è doveroso citare il porto di Rotterdam, il più grande in Europa. Collegato al Mare del Nord da un canale di 18 km, il suo skyline è conosciuto in tutto il mondo. La rinascita di questo porto iniziò negli anni Ottanta, quando divenne il parco giochi preferito dalle archistar internazionali.
Fra i simboli di questa città si annoverano le iconiche case cubiche di Piet Blom e il Markthal, il mercato coperto in acciaio e vetro che racchiude una città nella città con i suoi 228 appartamenti, 8 ristoranti e 1200 posti auto.
Spostandosi nella penisola scandinava un posto nell’olimpo delle migliori città portuali del Nord Europa se lo aggiudica Oslo con il suo Aker Brygge.
Un precursore delle attuali opere di riqualificazione urbanistica portuale che ha capito prima degli altri quanto importante fosse includere questa porzione nel tessuto urbano. Pedonalizzazione, inserimento di foreste urbane, realizzazione di gallerie sottomarine da adibire a parcheggio sono solo alcune delle operazioni messe in atto per riprogettare questi spazi.
C’è anche un po’ d’Italia in questo porto nordico con il museo Astrup Fearnley di arte moderna e contemporanea di Renzo Piano. Il Nord Europa sa come riprogettare spazi e dare nuova vita a zone d’ombra, è sicuramente un modello a cui ispirarsi per una rimodulazione urbanistica futuristica e pragmatica.