Al confine tra Liguria e Toscana, una casa in legno e pietra, esaltata dalla luce naturale, racconta modi di vivere e abitare il mondo nel rispetto della natura

“Mentre cercavamo il terreno giusto per poter realizzare questa architettura”, racconta la proprietaria, “siamo capitati qui in una giornata chiara, luminosa: era primavera, i prati lo sapevano, e io ho ripensato subito a Mattina (“M’illumino / d’immenso”, ndr) la poesia che Giuseppe Ungaretti scrisse dal fronte, abbacinato dalla luce violenta e dall’orizzonte che gli riempiva il petto come una speranza davanti alla tragedia della guerra. Ho voluto incidere quei versi all’ingresso della nostra casa, per ricordarci della fiducia con cui è bene guardare al futuro”.

Una luce naturale forte e avvolgente

Anche qui, nella pianura del Magra a pochi chilometri da Sarzana, la luce è forte e avvolge l’architettura in legno e pietra, rischiara lo spazio intorno, illumina l’orizzonte. Una luce che diventa materiale per l’architettura. Duttile per natura, si fa elemento costitutivo della progettazione: incanalata, modellata, plasmata, colpisce e accende le forme, bilancia chiarore e oscurità.

Un diario di viaggio

Costruita su un terreno pianeggiante, la casa si sviluppa intorno a un nucleo centrale in pietra ricostruita, più alto di circa un metro e mezzo rispetto ai corpi annessi e con un’inclinazione che conferisce respiro ai volumi. Firmato Rubner Haus, l’edificio è un taccuino di viaggio aperto dove la natura si racconta in dialogo con l’architettura.

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Tutta su un unico livello

Il nucleo centrale in pietra dell’architettura accoglie l’open space che comprende soggiorno e cucina, con un bancone da pranzo e una dispensa accanto alla zona cottura. Da qui si articolano gli altri spazi, tutti su un unico livello: area notte, con ambienti di dimensioni ridotte rispetto alla zona giorno, due bagni, studio, locale tecnico con la lavanderia.

Uno sguardo sul verde

E poi il portico (con un pergolato in legno trattato, impregnato e verniciato, anch’esso realizzato da Rubner Haus) spazio amatissimo per il suo sguardo sul giardino di piante provenienti da ogni parte del mondo e sull’interno che le ampie vetrate rivestono di luce. Una architettura compatta che, per la sua razionalità, lascia spazio ai proprietari per esprimere passioni e desiderio di libertà.

Un’esplosione di piante e fiori

“Amo piante e fiori”, spiega la proprietaria, “e dai miei viaggi ho sempre portato talee e semi che sono riuscita a far germogliare qui”. E così, il giardino e la serra sono una esplosione colorata di esemplari da Estremo Oriente, Africa, Sudamerica. Le piante grasse fanno capolino dalle otto finestrelle aperte nei pilastri del portico.

Un microclima ideale

L’esuberante vitalità dell’outdoor entra ed esce liberamente dall’architettura, il cui microclima resta confortevole in inverno e in estate. “Questa casa, questa architettura progettata insieme a Rubner Haus è talmente ben coibentata che il risparmio energetico è impareggiabile: accendiamo il riscaldamento solo in pieno inverno, in un quarto d’ora la casa si scalda e il calore si mantiene a lungo.”

Un album di ricordi

Gli ambienti interni sono un album dei ricordi tutto da sfogliare, un inno all’irrequietezza perenne del viaggiatore. Cartine geografiche, collezioni di pugnali arabi o dalla Cambogia, Birmania e Vietnam, cinture yemenite, madonne e icone religiose di Guatemala, India, Grecia, convivono in un sincretismo estetico con gli arredi in legno o moderni delle stanze da letto e della sala principale.

Un’estetica essenziale, rigorosa ma creativa

Architettura minimale e praticità si mixano quindi a un’estetica essenziale, rigorosa ma creativa: motivo per cui è stata scelta una copertura invisibile e ribassata rispetto alla linea perimetrale del tetto, scura come i pannelli solari, che si integrano senza mostrarsi. In ogni stagione il verde ha un che di miracoloso, trasformando la casa in un luogo piacevole e vitale sempre attuale.

Foto di Alberto Franceschi