È un’architettura atipica rispetto a quella delle tradizionali case coloniche di matrice rurale della zona, realizzate con le pietre tolte ai campi durante l’aratura o i laterizi a vista. Come lo è il suo giardino, affidato ai sapienti allestimenti arboreo-floreali, solo apparentemente spontanei e selvaggi, curati dall’architetto paesaggista Antonio Perazzi. “In effetti, come le piante, invecchiando e adattandosi all’imprinting delle stagioni, la forma vernacolare dell’architettura, che rispecchia un’interpretazione contemporanea del fienile tipico del paesaggio agricolo, assumerà un colore grigio argento, mimetizzandosi con il verde oliva minerale dell’intorno e con le tonalità del tappeto di ghiaia punteggiato da fazzoletti di cemento che perimetrano i camminamenti fino al terrazzo-belvedere, concepito come un box window open air per il relax immerso nella natura”, riflette Geert Koster.