È un atteggiamento di curatela rivoluzionario, in un certo senso. Come reagiscono gli artisti?
Scegliamo gli artisti che ci piacciono e che possano aderire spontaneamente a questo modo di lavorare.
Molta arte contemporanea è tornata a confrontarsi con l'artigianato, la manualità, il fare. È un'esigenza intrinseca a questo momento storico, non imponiamo dall'alto un’idea, piuttosto diamo una forma sensata a quello che già accade fra i giovani artisti.
Facciamo molta ricerca, naturalmente e il rapporto con gli artisti è molto diverso da quello classicamente curatoriale.
Siamo con loro, lavoriamo accanto a loro. La relazione è fatta soprattutto di un dialogo che ha come obiettivo un lavoro sensibile alle istanze delle quotidianità.
A volte si tratta di pezzi unici, a volte di edizioni in serie: lasciamo che l’artista decida e ci affidiamo alla sua sensibilità.