Nel Nord Europa, ma non solo, si sta diffondendo la tendenza a vivere in quartieri galleggianti. Ecco i più recenti e interessanti

Nel 1995 Kevin Costner descriveva nel suo film Waterworld, un mondo totalmente ricoperto dalle acque dove le persone vivevano su atolli galleggianti. Una fotografia del nostro futuro? Beh, direi non proprio, almeno non a breve. Ma si prevede che entro il 2050 il 90% delle più grandi città del mondo sarà esposto all’innalzamento dei mari (UN-Habitat). Il riscaldamento dell’atmosfera, lo scioglimento dei ghiacci ai poli, l’erosione delle coste, le inondazioni sempre più frequenti spingono dunque, in alcune aree del mondo, a guardare verso queste soluzioni. 

Un esempio interessante si trova in Olanda a Ijburg, nella periferia di Amsterdam, dove esiste da poco un quartiere galleggiante, firmato dallo studio Marlies Rohmer Architecture & Urbanism composto da 165 case, tra ville e palazzine strutturate su tre livelli, e che si raggiunge attraverso il ponte Enneüs Heermabrug, progettato da Nicholas Grimshaw & Partners. Un complesso costruito all’insegna della sostenibilità: il quartiere, diventerà presto un distretto energetico con produzione di fotovoltaico ed è anche previsto un investimento nel trasporto pulito, entro il 2025, con un utilizzo massivo di auto e mezzi di trasporto elettrici.

Sempre in Olanda, ad Amsterdam, lo studio i29 ha progettato la Floating Home: una casa di tre piani ad alta efficienza energetica ed ecocompatibile. Dotata di tetto a falde, con la copertura del tetto ruotata in diagonale nella planimetria, ottimizza lo spazio utilizzabile all'interno e consente viste inaspettate sull’esterno.

Quest’abitazione è entrata a far parte del villaggio Schoonschip, che racchiude 46 famiglie e mira a diventare la comunità galleggiante più sostenibile d'Europa: sfrutta infatti lenergia ambientale e l’acqua per l’uso e il riutilizzo, utilizza l’energia delle biciclette per ridurre al minimo i rifiuti, oltre a creare spazio per la biodiversità naturale. Insomma, un vero e proprio inno all’ecosostenibilità.

Un altro esempio, nato come risposta al cambiamento climatico, è Current for Currents realizzato dallo Studio Dada, con sede a Manila, che ha voluto trovare una soluzione all’aumento delle maree e delle tempeste che ogni anno si abbattono sulle coste delle Filippine.

Corrent for Currents è un’abitazione insolita che, come recita il claim del progetto “blue is the new green”, pone le sue fondamenta e viene alimentata dal mare: ogni singola abitazione è ancorata al fondale attraverso una struttura principale in plastica stampata, facilmente replicabile in ogni parte del mondo. Nella struttura sono dotate di un sistema tecnologico che permette produrre energia sia dalle maree sia dal sole: queste abitazioni in pratica non solo si inseriscono nel contesto naturale senza rovinarlo ma sopravvivono grazie ad esso.

Infine, un progetto tra i più da recenti e interessanti, è quello sviluppato dalla blue tech company Oceanix in collaborazione con BIG - Bjarke Ingels Group: insieme propongono la prima comunità galleggiante resiliente e sostenibile del mondo ideata per 10.000 residenti. Nata all’interno della New Urban Agenda di UN-Habitat, Oceanix City è infatti ancorata agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e mira a creare una metropoli marittima modulare. Oceanix City cresce, si trasforma e si adatta organicamente nel tempo, con la possibilità di evolversi da quartieri a città.

Ogni quartiere modulare, di 2 ettari, avrà una forma esagonale e creerà una comunità autosufficiente in grado di accogliere fino a 300 residenti, con spazi a uso misto per vivere, lavorare e divertirsi. Tutte le strutture costruite nel quartiere sono tenute sotto i 7 piani per creare un basso centro di gravità e resistere alle intemperie. Ogni edificio si apre a ventaglio per auto-ombreggiare gli spazi interni e la sfera pubblica, fornendo comfort e minori costi di raffreddamento, con l'area del tetto massimizzata per catturare l’energia solare.

Un orto comunitario diventerà la principale fonte di sostentamento e, i residenti, potranno mangiare anche alghe, ostriche, cozze, capesante e vongole coltivate su biorocce situate sotto alle piattaforme che, al contempo, puliscono l'acqua e accelerano la rigenerazione dell'ecosistema. Un sistema geniale ed ecosostenibile che sorgerà al largo di Busan, nella Corea del Sud e sarà pronto nel 2025. A sottolineare che il futuro non è poi così lontano.