“Abbiamo preservato il nostro patrimonio negli ultimi cent’anni”, racconta Torsten Stephensen, partner dello studio.
“Può sembrare un peso, ma non lo è. La nostra evoluzione è radicata nell’idea molto sensata di Vilhelm Lauritzen di credere che non debba essere l’architetto a farsi avanti, ma l’edificio stesso”.
Il libro non segue un percorso semplicemente antologico o cronologico, ma mette in atto un’originale sintesi tra manuale, racconto e saggio.
La parte storica si distingue per una differente scelta di carta e per il taglio delle pagine, a formare degli inserti, distinti e complementari rispetto ai testi di Christian Bundegaard – uno storico delle idee – che raccontano l’evoluzione del modernismo e dell’architettura danesi in chiave di welfare.