Per tutto il mese di novembre, il programma di TIPO a Prato porta alla scoperta del più grande distretto tessile d’Europa e di un modo diverso di viaggiare

Itinerari fuori dalle strade tracciate, chicche per esperti, trekking alternativi e tipologici. Il turismo diventa sempre più attività da pensare, declinare e progettare.

Accade per tutto il mese di novembre a Prato, dove il programma di TIPO (acronimo di Turismo Industriale Prato) rilancia la scoperta del territorio industriale locale e invita a un tour storico, sociale e culturale alternativo. Quello delle manifatture del distretto tessile più importante d'Europa, della loro archeologia, della storia economica, umana e politica che ha formato e fatto evolvere il tessuto urbano dalla rivoluzione industriale in poi.

Il mezzo migliore? Il trekking ovviamente. Per andare lentamente al punto di incontro fra passato e futuro, fra l’industria tessile vissuta come storia manifatturiera e operaia e il futuro di una città che diventa sempre più sostenibile e proiettata alla transizione post industriale.

Cos’è il turismo industriale?

Andar per luoghi geografici, più o meno remoti, è solo uno dei modi di intendere il viaggio.

Prendendo le distanze dal concetto moderno di turismo, che non fa bene al pianeta e forse neanche ai viaggiatori, esplorare significa soprattutto fare esperienza di un luogo che non è solo geografico, ma anche umano.

L’industria è una parte del capitale culturale viva, in continuo movimento e capace di esprimere innovazione e possibilità produttive all’avanguardia. In Italia in particolare, dove la presenza di distretti produttivi fa parte dello scenario geografico da sempre. In questi territori rimangono le tracce di storie secolari, quando non millenarie. Racconti di sapienza artigianale, di trasformazione e evoluzione. Ed è questa la storia che TIPO si propone di raccontare ai visitatori di Prato.

Fra musei e fabbriche, senza dimenticare arte e architettura

un’esperienza di visita rara in luoghi industriali suggestivi e affascinanti", spiegano gli organizzatori di TIPO.

"Sono proprio le fabbriche a raccontare la città come modello di imprenditorialità, cura dell'ambiente e progettazione culturale. Un 'dentro e fuori' dalle archeologie industriali agli stabilimenti in attività, per toccare con mano i tessuti e la loro storia".

Ai trekking proposti (qui il programma) in quattro appuntamenti pensati per altrettante tipologie di visitatori, si affianca l’invito a visitare le sedi museali del territorio, che conservano la memoria dell’intensa vicenda industriale di Prato e del suo distretto tessile.

Il Museo del Tessuto, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci e il Mumat–Museo delle macchine tessili sono tappe obbligate, insieme a percorsi di visita da svolgere in autonomia nelle aree della trasformazione urbana e industriale.

Raccontare il territorio significa andare oltre il turismo

Prato è un luogo di grande innovazione, come molte altre città italiane e straniere con una storia industriale importante. Dove si produce e si sviluppa cultura manifatturiera, ricerca, innovazione, la società evolve rapidamente, si orienta allo sviluppo ed è sensibile al cambiamento.

Il pensiero progettuale fa parte del DNA del luogo, un genius loci che non è solo esperienza intuitiva, ma ha delle ragioni storiche tutte da scoprire.

Le fabbriche raccontano storie, dice il pay off di TIPO. Non solo a Prato e non solo in Italia: esistono centinaia di distretti in Europa tutti da scoprire e da includere nei propri progetti di viaggio. Trecento siti, dal bacino della Ruhr alla Slesia in Polonia. O veri e propri itinerari, come quello della ceramica che tocca Limoges, Delft, Faenza, Selb e Höhr-Grenzhausen.

Una fitta rete di strade commerciali e industriali raccolta e commentata dall’European Route of Industrial Heritage.