Discorso diverso per l’architettura, che invece pare avere delle colpe più evidenti. Secondo Joseph Grima, le attività legate all’architettura sono responsabili di circa il 40% della carbon footprint. I dati sono sempre un buon punto di partenza, perché spesso descrivono realtà inaspettate. Una cosa innocente come costruire un palazzo è, in effetti, un piccolo disastro ambientale.
Nasce così l’idea di una ricerca lunga un anno alla Fondazione V-A-C al Palazzo delle Zattere di Venezia, che grazie a Space Caviar (lo studio di Grima) è dallo scorso aprile la sede di Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere. Un percorso che vede coinvolti designer e architetti in residence, una mostra in progressivo allestimento, un ciclo di eventi trasversali che coinvolgono il pubblico nella diffusione dei risultati. La prima pietra è il libro omonimo, Non-extractive Architecture: On Designing Without, edito da Sternberg Press, che attraverso le parole di ricercatori, progettisti e artisti, filosofi e economisti, segna i confini della ricerca per una nuova definizione dell’architettura.