Sugli edifici e l’interior design. Si parla spesso di arredi e spazi flessibili e adattivi in una dimensione urbana a scala più locale. Avete notato un cambiamento sostanziale nel disegno degli spazi residenziali?
Stefano Boeri: "Sicuramente. Dopo il Covid-19, è cresciuta l’esigenza di avere arredi e spazi aperti o che possano essere a contatto con l’aria aperta. I
l verde è stato, ed è, un elemento che connota logge, balconi e addirittura tetti: elementi sempre più richiesti dal mercato immobiliare e pertanto molto presenti nei progetti abitativi.
Svariati spazi comuni del residenziale sono stati riprogettati in una dimensionesemi-privata: gli spazi dell’ingresso, le corti o i tetti diventano, o ritornano, luoghi da abitare in un’ibridazione con gli spazi pubblici a scala urbana.
In secondo luogo, c’è stata una reazione alla funzionalità degli arredi. Il lavoro da remoto ha fatto ipotizzare arredi mutanti, capaci di cambiare la loro disposizione e funzione: da tavolo per commensali a piano di lavoro, a tavolino componibile e modulare; da luce statica a corpo illuminante polifunzionale, variabile a seconda delle ore e degli usi durante la giornata.
C’è molta più attenzione alla flessibilità e alla modularità. Un’altra tendenza progettuale è quella dei materiali: si cerca di usare plastica solo se è necessario e se è riciclata, il legno diventa un componente base e si progetta il fine vita dei prodotti".