Una giostra surreale di immagini e situazioni perfettamente progettate: i registi di Splash! raccontano come è nato il bellissimo video della canzone di Colapesce e Dimartino, tutto made in Sicily

Amici di vecchia data, fondatori di due collettivi di video maker, Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli hanno firmato la regia dell’ultima canzone di Colapesce Dimartino: Splash!.

Il pezzo si è aggiudicato il premio della critica a Sanremo.

Il video, secondo noi, è al medesimo livello e aspettiamo con impazienza il 20 febbraio per l'uscita di La primavera della nostra vita, con Colapesce e Dimartino e la regia di Zavvo Nicolosi.

Guarda il video di Splash! 

Splash! è una giostra di fotogrammi surreali così ben progettata da far pensare a una relazione fra i due registi e la vivace scena progettuale siciliana.

Ma Giovanni Tomaselli nega: “Sappiamo veramente poco di design, ma siamo degli appassionati cinefili e dei divoratori di immagini pop”.

Il video di Splash! però sembra un manifesto progettuale…

Giovanni Tomaselli: “Io e Zavvo Nicolosi ci conosciamo da molto tempo e abbiamo già condiviso alcuni progetti, come il video di Appesi alla luna, degli Zen Circus. Ci accomuna la spontaneità della progettazione, lo scambio professionale critico, l’ossessione per la progettazione di ogni dettaglio scenico e delle inquadrature.

Forse con il design siciliano condividiamo un territorio ricchissimo di cultura visiva, è un’influenza involontaria. Lo spazio, gli edifici e alcuni luoghi ci ispirano e ci viene naturale immaginarli come sfondo di un video.

Benché la Sicilia sia un’isola c’è una grande varietà di scenari: il deserto e le montagne accanto al mare, il palazzo barocco vicino al capannone industriale”.

Come è nato lo storyboard di Splash! ?

Giovanni Tomaselli: “È stato come sempre un lavoro corale. C’è stata una fase di brainstorming con Zavvo Nicolosi, in cui abbiamo abbozzato delle idee mentre ascoltavamo e riascoltavamo la canzone.

Non una vera traccia narrativa, ma un canovaccio visivo, che poi abbiamo discusso con Colapesce e Dimartino. Quando il progetto è delineato, costruiamo le scene, che non è detto che interpretino il racconto della canzone.

Scriviamo una traccia, ma non la seguiamo al centimetro, perché in realtà non c’è una narrazione.

Cerchiamo di riprodurre l’atmosfera, il senso del testo. È un misto di improvvisazione e di organizzazione ferrea. A volte ci vengono delle idee apparentemente assurde che, una volta girate, hanno senso. È una cosa che ci fa un po’ ridere, ma funziona”.

Un esempio concreto del vostro procedere per improvvisazioni e ispirazioni del momento?

Giovanni Tomaselli: “Nel clip di Splash! c’è una scena in cui un uomo scava una fossa da solo, mentre alle sue spalle si svolge una festa.

È stata ispirata da una singola immagine e pensare di riprodurla suonava davvero complicato, oltre che assurdo. Ma è venuto fuori che potevamo usare come location il terreno in campagna di un parente, che aveva anche una scavatrice. Alla fine è una delle scene più forti e più descrittive della canzone”.

Il testo di Splash! parla della fatica di rispondere alle aspettative sociali e familiari. Malgrado la musica pop, traccia un quadro drammatico della realtà…

Giovanni Tomaselli: “La capacità di stare in equilibrio fra tragedia e leggerezza è una delle doti migliori di Colapesce e Dimartino, e dei siciliani più in generale.

Un refrain allegro, ballabile e un testo leggermente comico e scanzonato. Che però ti costringe a ridere a denti stretti, perché in realtà c’è una grande amarezza di fondo”.

Avete reso perfettamente l’idea anche nel video…

Giovanni Tomaselli: “Penso che vivere in Sicilia senza impazzire costringa a un atteggiamento fatalista che permette di sorridere delle cose più gravi.

Un territorio al collasso, che giorno dopo giorno sopravvive malgrado tutto. Noi siciliani siamo così: conosciamo bene la realtà del territorio e ce ne lamentiamo costantemente, a volte anche disperando di poter continuare a vivere qui.

Ma se qualcuno si azzarda a parlare male della Sicilia, ci offendiamo. Forse è per questo che abbiamo imparato a guardare alle cose con sufficiente distacco per riderne.

Quello che mi piace del lavoro insieme a Zavvo Nicolosi è che i nostri progetti non hanno mai un senso univoco. Né un riferimento culturale preciso.

Siamo ossessionati dalla costruzione delle inquadrature, delle scene, qualcosa che ci accomuna a Wes Anderson apparentemente. Ma in realtà il cinema si è sempre fatto così, soprattutto agli esordi. Il muto era fatto di dettagli, light design, volti e musica”.

Quante location avete usato per Splash!?

Giovanni Tomaselli: “Innumerevoli. Abbiamo girato ogni scena in un posto diverso. È stato complicato, ma riusciamo sempre a divertirci. Non esiste una vera e propria scena cinematografica siciliana: ci conosciamo tutti. E a noi piace la collaborazione, lo scambio.

Scegliamo gli attori fra i nostri conoscenti, oppure cercando su Instagram fra i nostri contatti un viso che può funzionare. Normalmente io e Zavvo siamo anche fra gli interpreti: in Splash! sono il carabiniere e quando mi sono visto quasi non mi riconoscevo, sembravo mio padre.

Per Splash! abbiamo chiamato solo due attori professionisti: il Babbo Natale (che di mestiere fa proprio l’interprete di Babbo Natale) e una modella”.

Qual è il vostro background culturale e dove avete studiato?

Giovanni Tomaselli: “Zavvo Nicolosi è un medico psichiatra, io sono laureato in Lettere. Poi entrambi abbiamo fatto degli studi specialistici, ma quello che conta davvero nel cinema è la pratica e la costruzione di una profonda cultura visiva.

Noi guardiamo di tutto, non solo il cinema d'autore.

Siamo ispirati dai fumetti, dai videogiochi, dai video di moda o dalla pubblicità. Dei veri onnivori. Una formazione fatta di gavetta e cultura personale”.

Cover photo: Backstage, Colapesce Dimartino. Ph. Martina Lombardo