Avete reso perfettamente l’idea anche nel video…
Giovanni Tomaselli: “Penso che vivere in Sicilia senza impazzire costringa a un atteggiamento fatalista che permette di sorridere delle cose più gravi.
Un territorio al collasso, che giorno dopo giorno sopravvive malgrado tutto. Noi siciliani siamo così: conosciamo bene la realtà del territorio e ce ne lamentiamo costantemente, a volte anche disperando di poter continuare a vivere qui.
Ma se qualcuno si azzarda a parlare male della Sicilia, ci offendiamo. Forse è per questo che abbiamo imparato a guardare alle cose con sufficiente distacco per riderne.
Quello che mi piace del lavoro insieme a Zavvo Nicolosi è che i nostri progetti non hanno mai un senso univoco. Né un riferimento culturale preciso.
Siamo ossessionati dalla costruzione delle inquadrature, delle scene, qualcosa che ci accomuna a Wes Anderson apparentemente. Ma in realtà il cinema si è sempre fatto così, soprattutto agli esordi. Il muto era fatto di dettagli, light design, volti e musica”.
Quante location avete usato per Splash!?
Giovanni Tomaselli: “Innumerevoli. Abbiamo girato ogni scena in un posto diverso. È stato complicato, ma riusciamo sempre a divertirci. Non esiste una vera e propria scena cinematografica siciliana: ci conosciamo tutti. E a noi piace la collaborazione, lo scambio.
Scegliamo gli attori fra i nostri conoscenti, oppure cercando su Instagram fra i nostri contatti un viso che può funzionare. Normalmente io e Zavvo siamo anche fra gli interpreti: in Splash! sono il carabiniere e quando mi sono visto quasi non mi riconoscevo, sembravo mio padre.
Per Splash! abbiamo chiamato solo due attori professionisti: il Babbo Natale (che di mestiere fa proprio l’interprete di Babbo Natale) e una modella”.