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Sentirsi offesi non significa avere ragione
I toni pacati e rispettosi, quelli sì, sono sempre dovuti, da entrambe le parti.
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Ascoltare la versione dell’‘accusato’
e farlo con la stessa apertura con cui si ascolta l’‘accusatore’, che dovrebbe avere l’onere della prova.
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Riguardare i propri post degli anni passati
per rendersi conto che tutti hanno scritto e postato cose di cui si vergognano. Non per questo meritiamo, noi come gli altri, di essere linciati.
Le persone che veramente cambiano, o hanno cambiato, il mondo non sono mai quelle perfette. “I perfetti non sono mai solo perfetti, come gli stronzi non sono mai solo stronzi”.
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Sostituire la cancel culture con la compassion culture
Chiedere la cancellazione di qualcosa o qualcuno preclude la possibilità di evoluzione e di dibattito, a scapito di un appiattimento del pensiero e a una semplificazione sterile della complessità.
specie quando non ce l’avete.
di individuare i veri ‘bulli da tastiera’, di condividere il proprio pensiero dissonante, non allineato a quello dominante, di far valere i propri principi, a costo di alienarsi amici virtual e follower.