Dove l’editoria tradizionale è in grande affanno, chiudono i giornali (o sopravvivono solo online) e le edicole, c’è una realtà che negli ultimi anni si è guadagnata l’attenzione di una nuova generazione di lettori (giovane, poliglotta e cool) e sta continuando a crescere.
È l’editoria indie, caleidoscopio di pubblicazioni cartacee indipendenti (senza ,o con pochissima, pubblicità e non legate a grandi gruppi editoriali), curatissime nella scelta di colori, font e immagini e che, tra attenzione all’estetica e contenuti innovativi, trattano in modo sorprendente di viaggi, food, arte contemporanea, sport, cinema, design, musica o fashion.
Hanno nomi come Foam Magazine, The Plant Luncheon, Mousse, Cereal, Buffalo, Cartoghaphy, Frankeinstein e formati inconsueti, dal minimal al kingsize, costano tanto (da 20 a 40 euro) ed escono solo due o tre volte l’anno.