Lo scorso 9 giugno è mancato Renato Sartori, consigliere chiave per la comunicazione di Alessi e Fantini e personaggio di spicco – attraverso una carriera che l’ha visto come strategico protagonista fin dagli anni 70 – per tutto il mondo del progetto.
Lo ricordano, con questi due interventi, Alberto Alessi e Daniela Fantini.
La mia vita con Renato Sartori, di Alberto Alessi
Renato è stato con me fino dai banchi di scuola media, poi al liceo Santa Maria di Pallanza e alla Cattolica di Milano.
È entrato in Alessi nel 1972, due anni dopo di me, per occupare il ruolo di responsabile della comunicazione.
È stato fondamentale averlo al mio fianco quando abbiamo iniziato a collaborare con i pubblicitari Muccini, Pirella e Goettsche, Castiglioni combinando per molti anni delle campagne che a loro modo hanno fatto epoca, e mentre tentavo le operazioni di progetto più ardite che avrebbero riscritto la storia della Alessi.
A un certo punto della sua carriera è uscito dall’azienda per fondare una sua agenzia di comunicazione, la Shaker, con la quale ha continuato a occuparsi della Alessi fino a qualche anno fa quando ha deciso un ben meritato ritiro dalle scene.
Non mi va di parlare di questo mio primo amico perché preferisco ricordarlo negli anni migliori, con la sua preparazione, la sua sensibilità e il suo impegno, con la sua serietà che sembrava a volte eccessiva e con la sua pipa che non ha mai imparato a fumare in modo convinto.
Da ginnasiali, immaginando il nostro futuro ambizioso, avevamo inventato un gioco: chi avrebbe scritto “La mia vita con Alberto Alessi” oppure “La mia vita con Renato Sartori”?
Questa volta hai vinto tu, caro Renato.
Renato Sartori, una guida indispensabile, di Daniela Fantini
Renato Sartori è stato una guida indispensabile che mi ha affiancato fin dall’inizio, quando giovanissima ho iniziato il mio percorso imprenditoriale.
Un mentore, un punto cardinale che indicava la rotta e suggeriva percorsi, con una visione strategica chiara per portare Fantini a essere a livello internazionale
il riferimento per il settore nel mondo del design e dei prodotti di alta gamma.
Un consigliere attento dai modi sobri e discreti che non perdeva mai di vista gli obiettivi a lungo termine dell’azienda.
E un uomo di grande cultura che condivideva con piacere con tutti.
Per me e per noi di Fantini è sempre stato “il Dottor Sartori”. Anche quando scherzava dicendo “E basta con questo dottore!” non riuscivamo a dargli del tu.
Era il nostro modo di sottolineare il nostro rispetto per la sua figura, per la sua cultura e conoscenza che infondeva a tutti noi.
In tutto il tempo che ci è stato vicino, dai primi anni Novanta, non ha mai mancato di consigliarci per il meglio su tutto.
Ci mancherà tantissimo e lascia un grande vuoto.
Noi che siamo credenti, come lo era lui, siamo sicuri che continuerà a guidarci da lassù, come ha sempre fatto e forse ancora di più.