La forma segue l'espressione
Un fondamentale principio radical è stato quello di spostare il piano di azione tradizionale. Dall'assioma per cui “la forma segue la funzione” si è passati al principio “la forma segue l'espressione”: compito primario del designer radicale non è creare prodotti funzionali, ma oggetti narrativi, capaci di raccontare storie, lanciare messaggi, esprimere visioni.
Su questo piano la storia moderna ci ha proposto moltissimi esempi di autori dichiaratamente filoradical: il design ludico di Stefano Giovannoni e Guido Venturini, la provocazione eclettica di Philippe Starck, le operazioni performative-artistiche di Ron Arad, il linguaggio colorato e multiforme inventato da Karim Rashid, il design scenografico e teatrale di Fabio Novembre e molte altre esperienze fondate più sulla forza del linguaggio che su obiettivi ergonomici o funzionali.
Questo spostamento dalla forma-funzione alla forma-messaggio è arrivato sino a noi: un esempio è la poetica infantile di Emanuele Magini, o le operazioni più riflessive vicine al mondo dei ricordi dello studio Sovrappensiero. Nel campo del design semiotico esistono però anche messaggi articolati, complessi, programmatici, spunti di riflessione sul mondo o sulla disciplina come avviene con i lavori dello studio JoeVelluto.