Con le sue installazioni che scardinano le regole sociali nei luoghi pubblici, Willem De Haan si sta affermando come uno dei giovani artisti più interessanti dei Paesi Bassi

Gli interventi pubblici di Willem De Haan si potrebbero definire come l’arte di scombinare le carte. Come un giocoliere del paesaggio urbano, l’artista olandese cambia i connotati dello spazio e delle sue logiche, creando barriere, ricollocando luoghi e oggetti nei modi più inaspettati. A volte spostandoli, come quando ha ricreato una fermata della metro nel paese di Eekteweg, altre volte decostruendoli e re-immaginandoli.

La strategia di De Haan è intervenire in maniera visivamente convincente in contesti normali e consueti, come se si trovasse all’interno di una grande scenografia. Usando tutti gli elementi del paesaggio e della vita quotidiana, come se fossero oggetti di scena, l’artista gioca con ironia su luoghi e significati in modo da spiazzare il passante, che si trova coinvolto in cortocircuiti narrativi, tra il serio e il faceto.

Se, con il loro Teatro Panico, Alejandro Jodorowsky e Fernando Arrabal decisero un giorno di attraversare un paese in linea retta, qualunque edificio incontrassero, al contrario l’artista Willem De Haan crea muri, ostacoli e nuovi percorsi, spesso insensati, che si prendono gioco dei passanti e delle loro abitudini.

Classe 1996, De Haan ha già esposto in numerose città d’Europa. Nella piazza centrale di Logroño, in Spagna, si è recentemente confrontato con la conflittuale eredità del monumento del generale Espartero, sostituendo il basamento della scultura con una casa dall’aspetto modesto: un’operazione che metteva giocosamente in discussione il ruolo delle statue onorarie nello spazio pubblico e aggiungeva una prospettiva umana alla rappresentazione monumentale dello storico oppressore.

Nel 2023 De Haan ha deciso di lavorare ancora all’aperto, in occasione delle Ijsselbiënnale, trasformando un prato della Biennale di Deventer, nei Paesi Bassi, nel suo playground.

In questo caso l’installazione era composta da un ponteggio a cinque piani dove erano stipate tende da campeggio di varie dimensioni.

Nel suo sviluppo verticale che massimizzava lo sfruttamento di una minima superficie, l’opera intendeva denunciare la speculazione cui sono sottoposte le aree urbane. Le sue installazioni offrono dunque spesso due letture, una critica consapevole, nascosta dietro un’estetica leggera e spiritosa. Un artista da seguire davvero con curiosità.

In copertina, la casa motorizzata dell’artista naviga tra le acque di un luogo inondato oltre 70 anni fa: Motor Home, 2024, Watersnoodmuseum, Ouwerkerk, Olanda.