Il progetto WoW-Wheels on Waves, realizzato dalla onlus “Lo Spirito di Stella”, permette a oltre 5 mila persone con disabilità di vivere una giornata in carrozzina a bordo di un catamarano di 18 metri. Autore e protagonista è Andrea Stella: durante la prima Universal Design Week a Venezia (30 settembre - 6 ottobre 2019) ha raccontato il suo progetto e come abbia già attraversato per tre volte l'Oceano Atlantico in carrozina sulla sua barca

Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Andrea Stella. Di navigare con lui e il suo equipaggio. E di ascoltare la sua storia. Oggi Andrea ha 43 anni. 19 anni fa, fresco di laurea in Legge, parte per Miami in vacanza premio. Dopo due giorni nella città americana, durante una rapina gli sparano. Due colpi vanno e segno e uno lede la colonna vertebrale. Dopo 40 giorni di coma, si sveglia senza più l'uso delle gambe. La diagnosi è paraplegia degli arti inferiori.

Il suo destino di giovane pronto ad affacciarsi alla vita è irrimediabilmente distrutto? Il futuro per lui non ha più alcun valore? Per nulla. Con coraggio e determinazione, riprende in mano il suo destino e comincia una nuova vita. La sua passione è sempre stata il mare. Sogna di tornare a navigare e, con il sostegno della famiglia, decide di realizzare una barca accessibile a tutti, per affrontare l'avventura su una sedia a rotelle. Si fa progettare e costruire il catamarano "Lo Spirito di Stella" secondo i criteri dell'architettura inclusiva, senza barriere, in cui muoversi libero e senza problemi.

Nel 2003 fonda l’Associazione Onlus “Lo Spirito di Stella”, da allora impegnata in una campagna di promozione dell’abbattimento delle barriere architettoniche e di sensibilizzazione sulla disabilità. I risultati ottenuti dimostrano che, nella progettazione di oggetti e luoghi, l’attenzione all’accessibilità rappresenta un punto di forza e non di debolezza, a vantaggio di tutti e non solo delle persone disabili.

La sfida più recente è quella del progetto WoW-Wheels on Waves, un viaggio di grande valore simbolico (durante il quale si è sposato in mezzo all'Oceano Atlantico) che a maggio del 2017 è partito da Miami ed è terminato a Venezia a settembre: 21 tappe e 21 equipaggi si sono alternati, uomini e donne di varia nazionalità in sedia a rotelle hanno partecipato attivamente alla gestione della barca, ai turni di guardia, alla cucina.

L'ultima iniziativa in ordine di tempo, è stata la prima Universal Design Week a Venezia dedicata all'architettura accessibile in collaborazione con Schüco Italia, main partner del progetto e main sponsor del catamarano. “L'obiettivo è quello di cambiare il volto di città, edifici e ambienti per renderli accessibili, funzionali e confortevoli per tutti”, ha spiegato Andrea, “e Schüco Italia ha deciso di tradurre in pratica la teoria”. La scelta di Venezia è stata significativa: la città simbolo delle barriere architettoniche con i suoi 430 ponti, dal 2009 ha reso accessibile alle persone con disabilità motoria circa il 70 per cento del centro storico.

Alla presentazione, nella cornice della Sala da Ballo del Museo Correr di Venezia (gli onori di casa li ha fatti Elisabetta Barisoni, Fondazione Musei Civici di Venezia), erano presenti oltre ad Andrea, che ha portato la sua testimonianza e ha raccontanto il suo progetto, Paolo Romor del comune di Venezia, l'atleta, ballerina e parlamentare Giusy Versace, Federica Bosello dell'Autorità Sistema Portuale Adriatico Settentrionale, Valeria Tatano dell'università Iuav di Venezia, Federico Cesaro del Servizio Assistenza Progettisti di Schüco Italia, e Francesco Benvin, Responsabile Marketing di Schüco Italia che ha coordinato i lavori.

Il messaggio finale è sintetizzabile in poche ma fondamentali parole: “Se è possibile progettare una barca accessibile a tutti, è possibile progettare anche una città accessibile a tutti. Difficile non è impossibile, è solo difficile. Quindi nulla vieta di modificare e ri-organizzazione gli spazi, di creare le condizioni per migliorare la qualità della vita”, ha ribadito Andrea Stella.

E i costi? Progettare bene o male non implica un aumento dei costi. L'importante è progettare bene, già in partenza senza barriere da eliminare successivamente. In nome di una progettazione inclusiva che tenga conto del fatto che non siamo tutti uguali e che le soluzioni vanno pensate perchè siano compatibili con le esigenze di ognuno. Perchè un mondo che tiene conto delle esigenze di ogni persona è un mondo sicuramente migliore.