Rodolfo Dordoni, architetto e designer milanese classe 1954, è scomparso il 1 agosto lasciando troppo presto la sua capitale del design con la discrezione che lo ha sempre contraddistinto, come testimonia quel suo carattere gentile ed elegante, lontano da gesta chiassose, che ha sempre caratterizzato una ricerca progettuale rigorosa e lontana dalle mode del momento

Nato a Milano Rodolfo Dordoni, è sempre stato legato alla sua città dove si laurea alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1979. Da allora i prodotti di Rudi si inseriscono con eleganza e discrezione nella migliore tradizione della storia del design accanto ai pezzi e alle figure dei maestri di cui Dordoni ripercorre con convinzione, sensibilità l’attività di ‘direttore creativo’.

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Quel ruolo strategico, di una figura esterna alle aziende che in un sinergico confronto tra progettista e imprenditore ha saputo, da Gio Ponti in poi, segnare la strada del successo del design italiano nel mondo.

Rodolfo ha sempre avuto uno stretto rapporto di amicizia sin dall’inizio della sua attività professionale con Giulio Cappellini e anche con Gilda Bojardi. INTERNI ne ha sempre seguito e documentato i progetti di design, di architettura e d’interni.

Nel 2014 in occasione della cena di compleanno dei 60 anni della rivista, Rodolfo curò l’allestimento creativo di uno dei sei lunghi tavoli dedicato al decennio 2004-2014.

È con Cappellini, compagno e amico dei corsi di studio, che Rodolfo inizia il suo ruolo di art director affiancando lo stesso Giulio dal 1979 per un decennio.

Memorabile fu la presentazione del progetto 'Mondo', nato nel 1987 con Paola Navone e con Giulio Cappellini, per aprirsi al mondo delle realtà artigianali provenienti da altre culture. Molte le collaborazioni con le principali aziende del design italiano da Foscarini a Flos, da Flou ad Artemide, da Moroso a Kartell, da Driade a Molteni&C, da Poltrona Frau a Cassina, da Emu a Olivari, da Roda a Fontana Arte.

Ma è soprattutto con Minotti (venticinque anni di sodalizio creativo festeggiati nel 2022), che Dordoni sviluppa e costruisce nel tempo quella che Roberto e Renato Minotti hanno descritto come “una formula vincente [che ha saputo] dare vita a una delle epoche più brillanti della storia del nostro marchio”.

Una formula che Dordoni affina con grande capacità negli anni di ricerca e di lavoro in un controllato equilibrio tra passione creativa e razionalità, di cui sono parte, non ultime, il rapporto con Dolce&Gabbana nel retail, la collaborazione con San Lorenzo, Yacht, e il felice incontro con Adam Tihany per la grande nave da crociera Costa Smeralda di Costa Crociera del gruppo Carnival.

Un gesto, quello di Rodolfo, non privo di un rigore che non è mai però espresso ad alta voce, per definire arredi e oggetti destinati a durare nel tempo.

“Un interprete fondamentale del design italiano”, come lo definisce Nicola Coropulis Amministratore Delegato di Poltrona Frau.

Rudi Dordoni ci lascia un ricco patrimonio di oggetti, arredi e accessori, disegnati in quasi mezzo secolo di appassionato lavoro. In un’intervista affermava a proposito del ‘disegno del divano’, tipologia da lui sviluppata in molte varianti e modelli, che “le forme sono l’interpretazione, la materializzazione del carattere: io sono molto razionale, lo sono sempre stato, quindi ho difficoltà a creare oggetti sinuosi, e anche quando lo faccio uso una sinuosità misurata, quasi geometrica, mai organica.

Di carattere sono ‘timido’, direi discreto, e credo che i miei prodotti siano una dimostrazione di questi aspetti. Ognuno disegna, o interpreta quello che disegna, partendo dal proprio carattere, e penso che questa sia la chiave di lettura della razionalità dei miei progetti”.

Parafrasando Curzio Malaparte quando descriveva la sua casa di Capri sulla punta di Capo Masullo, quello di Rudi Dordoni è in fondo un design autobiografico continuo, un design come me, declinato alla scala di oggetti e spazi, affrontati sempre con la passione del progetto e con la felicità di un’immaginazione mai perduta.