Mauricio Rocha è figlio d’arte, dal padre architetto Manuel Rocha Diaz ha ereditato la passione per costruire; dalla madre la famosa fotografa Graciela Iturbide impegnata in una ricerca continua sulla lettura degli aspetti antropologici delle popolazioni messicane, ha colto l’importanza di comprendere le situazioni, le diverse culture, l’arte e le espressioni visive.

Cresciuto in un contesto ricco di stimoli Mauricio Rocha (medaglia d’oro alla XI Biennale di Architettura Messicana e primo premio alla XVII edizione della prestigiosa Biennale Panamericana di Quito con Gabriela Carrillo, affronta il progetto di architettura in modo consapevole e complesso, cercando “di dare una risposta al luogo dove viviamo, ai nostri luoghi e alle nostre situazioni economiche e sociali”.

I loro progetti si propogono di “tradurre le tradizioni e i materiali dei posti in cui ci si trova a operare in chiave contemporanea, non attraverso forme alla moda o fuochi d’artificio. Bensì con il silenzio, con lo spazio e con l’esperienza del vuoto”. Il valore del vuoto appare uno dei riferimenti nei loro lavori, tra cui quelli che pubblichiamo in queste pagine.

“Nel nostro caso il vuoto è uno spazio perfetto per diverse cose”, continuano. “È uno spazio offerto ai fruitori in modo libero, ma è anche il luogo ideale per verificare la potenzialità della luce naturale rispetto all’architettura. Secondo le diverse ore del giorno questa è modificata dalle sue ombre e sfumature; nel vuoto che essa crea il tutto risulta più evidente”.

L’idea della valorizzazione di uno ‘spazio assente’, di come catturare la luce e di come portarla all’interno dell’architettura, appare uno dei valori-guida dei due progetti selezionati per Interni. Nell’edificio per lo studio di Graciela Iturbide a Coyoacán il quartiere degli artisti a sud-ovest di Città del Messico, il nuovo volume si sviluppa per tre livelli emergendo come una piccola torre dal contesto degli edifici bassi dell’intorno.

Il mattone a vista, elemento base dell’edilizia messicana, è qui impiegato dal punto di vista costruttivo, nella tensione di una texture porosa ottenuta per sovrapposizione e incastro; e dal punto di vista espressivo, nel recintare su tutti i lati appunto due vuoti a tutt’altezza, in posizione opposta e simmetrica, verso cui si affacciano i fronti interni vetrati.

Il mattone prosegue negli interni in forma compatta, chiudendo le forometrie modulari lasciate dall’alternanza tra pieni e vuoti degli schermi esterni, per affiancarsi alle travi, ai soffitti e ai pavimenti, tutti di legno naturale. Nei due alti patii che contengono il volume dello studio centrale con terrazza in copertura, la luce del giorno disegna ombre in continuo cambiamento accarezzando la trama dei mattoni rossi che appare compatta nella porzione di attacco al suolo e diventa porosa, quasi uno schermo matematico, raggiungendo la sommità.

Il progetto per la Corte penale per processi orali a Pátzcuaro, nello stato del Michoacán, costruisce invece un nuovo complesso architettonico caratterizzato da un recinto di forma ovale di pietra vulcanica locale che contiene i vari volumi dedicati alle udienze.

Sviluppata per un solo livello, in una zona priva di edifici circostanti, la Corte e il suo muro di pietra monolitico, segnato da tagli verticali di accesso, definiscono uno schema preciso e compiuto dove, all’interno l’alternanza tra le costruzioni e gli spazi liberi, con le due alte aule rivestite di legno centrali che creano un patio interposto, organizzano un paesaggio architettonico calibrato secondo un andamento a fasce orizzontali.

L’intervento, oltre a rispondere alle esigenze funzionali dell’organismo architettonico, ha voluto esprimere “trasparenza, uguaglianza, democrazia, giustizia e dignità. E, non ultimo, un senso di appartenenza al contesto, alla cultura e alla società di cui è parte”. Lungo il muro ovale si è creato un sistema di circolazione e scale che raccordano i vari livelli dello spazio interno così da assecondare l’andamento dell’orografia del terreno.

Vetrate trasparenti alternate a pareti di mattone lavorate come schermi forati e brise-soleil scandiscono i fronti dei cinque padiglioni dalla copertura inclinata e dei percorsi di collegamento affacciati sugli spazi a prato ottenuti dal loro confronto.

Le fasce libere tra gli edifici sono state assunte come occasioni paesaggistiche con giardini stretti e lunghi affiancati da passaggi esterni in ombra e pavimentati in pietra, che corrono lungo tutta la lunghezza dei padiglioni, costituendo parte delle piattaforme longitudinali di riferimento su cui si poggiano tutti gli spazi di lavoro.

In posizione centrale emergono i due volumi regolari e compatti delle aule della Corte con struttura metallica e rivestimenti di legno sia per l’esterno, sia per l’interno, dove la luce penetra grazie a una fascia libera continua ottenuta prima dell’attacco al suolo che rende fluttuanti e leggeri gli interi involucri lignei.

Foto di Adlai Pulido e Rafael Gamo / courtesy by TALLER de Arquitectura Mauricio Rocha – Gabriela Carrillo 

Testo di Matteo Vercelloni

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Iturbide Studio. Vista dall’interno di uno dei livelli dello studio della fotografa Graciela Iturbide verso uno dei patii che lo separano dallo spazio urbano.
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Iturbide Studio. La continuità materica del mattone faccia a vista tra interno ed esterno, in cui si alternano i pieni e i vuoti dei laterizi mancanti (foto di Rafael Gamo).
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Iturbide Studio. Uno dei fronti-strada. Foto di Adlai Pulido.
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Iturbide Studio. Sezione longitudinale.
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Corte penale per processi orali. Pianta del complesso architettonico;
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Corte penale per processi orali. Lo spazio tra le due aule della Corte rivestite di legno e il collegamento con un muro di mattoni posti a creare uno schermo brise-soleil.
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Corte penale per processi orali. Il muro di pietra vulcanica che cinge i padiglioni della Corte penale a Pátzcuaro nello stato del Michoacán.
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Corte penale per processi orali. L’interno degli spazi di lavoro. Foto di Rafael Gamo
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Corte penale per processi orali. L’interno di un’aula della Corte.
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Corte penale per processi orali. Uno dei padiglioni dalla copertura inclinata degli uffici.
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Corte penale per processi orali. Uno dei padiglioni dalla copertura inclinata degli uffici.