Pierluigi Cerri: gli allestimenti come narrazioni ed esperienze
Se con la Gregotti Associati Cerri partecipa a concorsi e a progetti a grande scala in Italia e all’estero, è nell’ambito del design e dell’allestimento che emerge la capacità di unire in una sintesi unitaria le varie discipline affrontate; grafica e design, architettura degli interni si uniscono in unico processo progettuale.
Con Alessandro Colombo nel 1988 da vita al nuovo studio Cerri & Associati incentrando l’attività sull’architettura e sull’interior design e progettazione navale, sull’allestimento di mostre e musei, sull’industrial design (disegnando oggetti per Unifor, B&B Italia, Poltrona Frau, Fontana Arte, Arflex, Molteni & C., Fusital) e sul graphic design.
Una recente mostra organizzata al Politecnico di Milano e dedicata al denso percorso di ricerca compiuto da Cerri nel campo dell’effimero (“Pierluigi Cerri . Allestimenti, idee, forme e intenzioni”) sottolineava come questo campo fosse per Cerri un carattere da assumere non come qualcosa di superficiale e di breve durata, ma piuttosto l’opposto; quell’idea di progetto dell’esporre che tende a costruire un racconto e a coinvolgere il pubblico in un’avventura culturale, sensoriale ed emotiva che proprio la soluzione di allestimento deve avere come obiettivo. Come lui stesso affermava: “confesso un interesse emotivo che trascende l’oggetto mostrato per privilegiare l’artificio che consente di mostrarlo, di metterlo in luce, di sollecitare l’attenzione.
La struttura espositiva introduce al racconto, comunica attraverso la rappresentazione, illude con la costruzione di nuove prospettive, di nuovi punti di vista”.
Così come scriveva Paul Valéry il compito dell’allestimento è quello di “dare forma al principio invisibile dell’intelligenza in sé” e di “far apparire agli occhi dei visitatori, accanto alle cose inventate, l’invenzione stessa e ciò che si può percepire della creazione al di qua di ciò che essa crea”.
Pierluigi Cerri ci ha raccontato con i suoi progetti di mostre e installazioni tanti mondi, senza mai prevaricarne il senso, ma aprendo la nostra curiosità e la nostra attenzione alla loro osservazione e alla loro conoscenza.