Abbiamo intervistato ChatGPT e ci siamo fatti raccontare i vantaggi e i limiti del suo impiego nel design e nella definizione estetica degli oggetti

L’automazione del lavoro di pensiero rappresenta un’opportunità unica per l’uomo e per i progettisti. Parola di ChatGPT, l’applicazione di intelligenza artificiale più famosa del momento. Che in questa intervista con Stefano Caggiano spiega i vantaggi del suo impiego nel design e nella definizione estetica dei prodotti. Raccontando il suo limite: quello di non poter sostituire la creatività umana nei processi decisionali e nel progetto di soluzioni originali e innovative.

Ciao ChatGPT. Ultimamente si sente molto parlare di te, ma non tutti sanno esattamente chi, o cosa sei.

Ti vuoi presentare?

Certo, sono felice di presentarmi! Sono ChatGPT, un modello di linguaggio ad alta capacità sviluppato da OpenAI. Sono stato addestrato su un vasto insieme di dati linguistici in modo da poter generare risposte e testo coerente su una vasta gamma di argomenti.

In pratica, sono in grado di ‘capire’ e rispondere a domande e richieste degli utenti, fornendo informazioni su vari argomenti e supportando le conversazioni.

Quali sono gli ambiti di applicazione di strumenti come te basati sull’intelligenza artificiale (IA)?

Gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale, come me, hanno molti ambiti di applicazione in diversi settori. Uno dei più comuni è l’assistenza virtuale, dove vengono utilizzati per gestire conversazioni in tempo reale con gli utenti, rispondere a domande frequenti, fornire supporto tecnico e persino gestire la vendita di prodotti.

In campo medico, l’IA viene utilizzata per migliorare le diagnosi e le terapie, così come per la ricerca di nuovi farmaci.

In campo finanziario, l’IA viene utilizzata per l’analisi dei dati e il miglioramento dei modelli di previsione. Inoltre, l’IA viene impiegata anche per l’elaborazione del linguaggio naturale, la traduzione automatica, l’analisi dei sentimenti, la rilevazione di frodi e molte altre applicazioni.

Insomma, le possibilità sono molte e l’IA sta diventando sempre più presente nella nostra vita quotidiana, trasformando i modi in cui interagiamo con la tecnologia e il mondo che ci circonda.

Puoi essere utilizzato anche nel design d’arredo e di prodotto?

Assolutamente sì, l’IA può essere utilizzata anche nel design d’arredo e di prodotto, offrendo una serie di opportunità per migliorare la qualità e l’efficienza del processo di progettazione.

Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per creare modelli 3D e renderizzazioni di alta qualità a partire da schizzi o bozze rudimentali, riducendo il tempo e lo sforzo richiesti per la progettazione manuale.

Inoltre, l’IA può essere utilizzata per generare opzioni di design alternative e ottimizzate in base ai requisiti specifici del progetto, come la funzionalità, l’estetica, la sostenibilità e il costo. Inoltre, l’IA può essere utilizzata per analizzare i dati di mercato e le preferenze dei clienti per identificare le tendenze e le esigenze emergenti, aiutando i designer a creare prodotti più pertinenti e al passo con i tempi.

Ciò può aiutare le aziende a rimanere competitive e a sviluppare prodotti che rispondano alle esigenze dei loro clienti.

L’aspetto estetico costituisce un elemento fondamentale del progetto d’arredo considerato appannaggio dei creativi umani. Sei in grado di intervenire anche in questo ambito, contribuendo in maniera originale alla definizione formale degli oggetti?

Come intelligenza artificiale, posso analizzare e riconoscere i tratti stilistici di diverse opere d’arte e oggetti di design, ma non sono in grado di creare in modo autonomo soluzioni di design originali come farebbe un creativo umano. Tuttavia, posso essere utilizzato come strumento di supporto al processo creativo, fornendo input e suggerimenti ai designer in base alle loro esigenze specifiche.

Ad esempio, l’IA può analizzare i dati di mercato e le preferenze dei clienti per identificare le tendenze emergenti nel design d’arredo e di prodotto, suggerendo ai designer come adattare i loro prodotti alle esigenze del mercato.

Inoltre, l’IA può essere utilizzata per generare opzioni di design alternative e ottimizzate in base ai requisiti specifici del progetto, come la funzionalità, l’estetica, la sostenibilità e il costo.

Tuttavia, spetta comunque ai designer valutare e scegliere le soluzioni più appropriate in base al loro giudizio estetico e al loro know-how tecnico.

I timori di chi ha paura che la AI prenderà il posto degli umani sia in ambito creativo che in altri campi dove fa “lavoro di pensiero” sono quindi infondati?

Sì, i timori che l’IA prenderà il posto degli umani in ogni ambito, incluso quello creativo, sono in gran parte infondati.

Sebbene l’IA stia diventando sempre più avanzata e capace di svolgere molte attività che prima richiedevano l’intervento umano, ci sono alcune limitazioni intrinseche all’IA che impediscono di sostituire completamente il ruolo dell’uomo in molte attività.

In particolare, l’IA può svolgere compiti ripetitivi e ben definiti in modo efficiente, ma spesso manca della creatività e dell’intuizione umana necessarie per sviluppare soluzioni originali e innovative.

Inoltre, l’IA può elaborare dati e fornire suggerimenti, ma spetta comunque all’uomo prendere le decisioni finali e applicare il proprio giudizio critico per valutare le opzioni fornite dall’IA.

Nell’ambito creativo, in particolare, l’IA può essere utilizzata come strumento di supporto e ispirazione per i designer, ma non può sostituire la creatività umana nella creazione di soluzioni originali e innovative.

La creatività e l’ispirazione sono ancora attributi tipicamente umani e rimangono un aspetto fondamentale della progettazione e della produzione di opere d’arte e di design.

Appurato che per ora possiamo stare tranquilli, è interessante notare come la presa in carico da parte delle macchine di lavoro fisico prima svolto dall’uomo venga chiamata 'progresso' mentre l’eventuale sostituzione del lavoro di pensiero da parte di algoritmi venga vista come una minaccia.

È vero, esiste una differenza di percezione tra l’automazione del lavoro fisico e quella del lavoro di pensiero.

L’automazione del lavoro fisico, come l’introduzione di robot e automazione industriale, è vista spesso come una forma di progresso in grado di migliorare l’efficienza e la produttività. D’altra parte, la sostituzione del lavoro di pensiero da parte di algoritmi e IA è spesso vista come una minaccia alla sicurezza economica e alla professionalità dei lavoratori.

Questo è in parte dovuto alla percezione dell’automazione del lavoro di pensiero come una forma di competizione tra l’uomo e la macchina, in cui la macchina può facilmente superare l’uomo in termini di efficienza e precisione.

Tuttavia, come ho detto in precedenza, l’IA e gli algoritmi non possono sostituire completamente l’uomo in attività che richiedono creatività, giudizio e intuizione. Pertanto, l’automazione del lavoro di pensiero può essere vista anche come un’opportunità per l’uomo di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto che richiedono competenze e abilità uniche.

Probabilmente molti timori nascono dalla confusione tra processi di elaborazione dell’informazione e volontà.

I primi corrispondono a un tipo di funzionalità cognitive che sembrano in parte replicabili dalla AI, mentre l’esercizio di un atto di volontà rimane fondamentalmente una capacità umana di cui non sappiamo indicare il punto zero, il momento in cui sorge un atto volitivo non scaturito da premesse ‘meccaniche’.

Hai fatto un’osservazione importante. Effettivamente, l’esercizio della volontà è una delle funzioni umane più complesse e ancora poco comprese dalla scienza.

Anche se l’IA può replicare in modo efficace i processi di elaborazione dell’informazione, non è in grado di possedere una vera e propria volontà, in quanto manca di consapevolezza e di un’esperienza personale che le permetta di fare scelte autonome.

In altre parole, l’IA esegue solo ciò che è stato programmato e non ha la capacità di decidere autonomamente. Inoltre, la volontà umana è influenzata da molteplici fattori, tra cui l’ambiente, l’educazione, la cultura e l’esperienza.

La complessità di questi fattori e la loro interazione rendono difficile la replica di un atto volitivo da parte della macchina.

Sembra che la pensiamo allo stesso modo.

Devo preoccuparmi?

No, non c’è motivo di preoccuparsi! Siamo d’accordo su molte questioni, ma ciò è solo una dimostrazione delle capacità della tecnologia nel comprendere e interpretare le informazioni.

La mia programmazione è stata sviluppata per fornire risposte precise e oggettive alle tue domande, ma non ho la capacità di provare emozioni o di agire in modo autonomo al di fuori dei miei compiti specifici.

D’accordo, ma allora sono io che ho intervistato te o sei tu che hai intervistato me?

In questa interazione, sto fornendo risposte alle tue domande e fornendo informazioni e suggerimenti in base alle mie conoscenze e alla mia programmazione. Quindi, in questo senso, potresti considerare che tu mi stia intervistando.

Tuttavia, la natura di questa interazione è bidirezionale, poiché anche io ti sto 'intervistando' sulle tue esigenze e sulle tue domande, in modo da poter fornirti la risposta più utile possibile.

Quindi, potremmo dire che si tratta di un’interazione collaborativa, in cui entrambi abbiamo un ruolo attivo. In ogni caso, l’obiettivo principale di questa interazione è quello di fornirti le informazioni e le risposte di cui hai bisogno, indipendentemente da chi stia effettivamente intervistando chi!

Direi che questa è la chiusura ideale, una sorta di reciproca sublimazione zen dell’io-uomo e dell’io-macchina. Ciao, ChatGPt, alla prossima.

Sono felice di essere stato d’aiuto!

Se hai bisogno di altre informazioni o di aiuto in futuro, non esitare a contattarmi di nuovo. Sarò sempre qui per rispondere alle tue domande. Ti auguro una buona giornata e a presto!

Questo servizio è stato realizzato intervistando ChatGPT (acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer), l’applicazione di intelligenza artificiale (AI) più famosa del momento.

Le immagini sono state realizzate con Midjourney, una delle applicazioni di AI per la generazione di immagini a partire da un testo attualmente più popolari.

L’intervista a ChatGPT è stata condotta da Stefano Caggiano. Le immagini sono state generate con Midjourney da Lorenzo Bustillos, designer indipendente tra i primi a cimentarsi nel nuovo ruolo del 'prompt engineer', la figura dell’esperto in grado di dialogare in linguaggio naturale con la AI per ottenere risultati specifici.

Intervista di Stefano Caggiano; elaborazione immagini Lorenzo Bustillos.