Il punto nodale risiede nel tempo da dedicare alla decodifica di questo messaggio. Per questo, alla moltiplicazione e rapidità degli strumenti comunicativi oggi si può rispondere con strategie progettuali atte a sfruttarne i rispettivi potenziali.
Già le Avanguardie ci hanno insegnato a pensare ai libri – vero medium ‘eterno’ – come progetti di fruizioni multiple su tempi diversificati, sfruttando la grafica e le immagini (osservazione veloce) e il testo (lettura più lenta). Proprio per questo motivo nel Manuale di Storia del Design, scritto insieme a Vanni Pasca, abbiamo articolato il testo secondo tre velocità: le didascalie e i titoli, che accompagnano il movimento rapido delle immagini; la narrazione vera e propria con i suoi tempi di lettura; infine, i box tematici e le note, che vivono il tempo lento della riflessione approfondita dello studio.
Una sfida narrativa è oggi posta dal mezzo dei social network, che, fuori dalla sola dimensione ludico-esibizionistica, si rivelano architetture digitali estremamente efficaci nel veicolare il racconto delle cose, a patto di essere ‘progettate’.