C'è un piacere sottile che viene dai social (e non ha nulla a che vedere con la celebrità): è il piacere di dare e ricevere, scoprendo gli altri mentre capiamo un po' di più noi stessi

* Mauro Porcini è Senior Vice President & Chief Design Officer di PepsiCo

Mi chiedo spesso cosa il mondo dei social media, a cui partecipo attivamente, mi dà come designer e come persona. E la risposta è: un’altra strada per arrivare alla felicità. È un’affermazione forte e che richiede chiarimenti.

Se i social media sono come una macchina fotografica puntata sulla nostra vita, io ho deciso di usarla con un grandangolo per catturare e condividere tutti gli aspetti che compongono il puzzle della mia esistenza. Parlo di design, innovazione, arte, amore, creatività, gioia di vivere, ottimismo, rispetto, tecnica… I miei contenuti sono allineati al significato generale che voglio veicolare, ma sono soprattutto spontanei, reali, costantemente trasparenti. Perché per me i social non sono una piattaforma di amplificazione su chi sono e cosa faccio ma un luogo di arricchimento culturale: mio e degli altri.

Usare i social media pensando agli altri invece che a se stessi

Quando parlo con il mio pubblico il mio obiettivo primario è condividere idee ed emozioni in modo generoso, senza aspettarmi nulla in cambio. E questo atto spontaneo si tramuta, quasi naturalmente, in ispirazione, dialogo, scambio, informazione, educazione, co-creazione, innovazione. A questo arricchimento personale e diretto se ne aggiunge poi un altro, spesso sottovalutato: quello riflesso. La continua ricerca di un tema interessante da fotografare e condividere, mi forza a osservare la realtà con più attenzione, curiosità e passione. Cioè i driver primari di ogni processo di innovazione, gli strumenti che permettono ai grandi sognatori di individuare opportunità, generare idee e di sviluppare soluzioni laddove la maggior parte delle persone vede solo la routine di ogni giorno.

Curare bene un account social è anche un processo di crescita interiore

I social media diventano quindi delle lenti che amplificano la mia abilità di essere innovatore, potenziando quella preziosa capacità di saper osservare il mondo con occhi ingenui, sorpresi, colmi di meraviglia, con una forma mentis simile a quella di un bambino. Nel processo demiurgico di preparazione di un post, poi, si apprende e si cresce ulteriormente. Il ragionare a posteriori su un’esperienza vissuta, il pensare al messaggio che se ne può estrarre, il riflettere su come articolarlo in modo da renderlo accessibile al mondo intero, è un processo di crescita interiore, di nuova consapevolezza, in cui spesso si cristallizzano verità e idee mai articolate, fluttuanti a livello inconscio, in attesa di venire alla luce.

L’atto di prototipare idee attraverso parole e immagini è un processo maieutico prezioso, un’azione del pensiero, una riflessione profonda che ci arricchisce e ci plasma. Ed infine, l’ultima forma di arricchimento, assolutamente indiretto, è quella che deriva dalla soddisfazione, emotiva e razionale, connessa alla consapevolezza che la tua condivisione finirà per arricchire qualcun altro, informandolo, emozionandolo, impressionandolo, ispirandolo. E quello è un dono pregiato, se sappiamo apprezzarlo.

Social media e felicità

Cosa c’entra tutto questo con la felicità? Molto. Le scienze umane infatti identificano tre dimensioni su cui ognuno di noi dovrebbe investire tempo, energie e risorse nel proprio intimo viaggio di ricerca della felicità. La prima è la realizzazione personale, che si manifesta attraverso la definizione della propria identità rispetto agli altri, spesso attraverso la propria professione e il proprio lavoro, ma non solo. Sei felice in quello che fai e ti rappresenta nel modo corretto? Se non lo sei, è giunto il momento di cambiare. La seconda dimensione è relativa alla connessione con gli altri, in particolare con familiari, amici e persone amate. Si tratta di uno scambio bidirezionale in cui la felicità si realizza nella soddisfazione del donare amore, rispetto, passione, ispirazione e al contempo nel piacere intenso che si prova nel riceverlo.

La terza dimensione trascende noi stessi, è la ricerca di una causa più grande di noi, di un qualcosa che è più grande dell’interesse personale ed è tutto fondato sul dono di sé senza aspettarsi nulla in cambio, creando valore per una comunità specifica o per la società intera. Il range è vasto e si dipana attraverso attività di solidarietà, condivisione di know-how, missioni di stampo religioso o altre di stampo politico, fatte sempre col cuore e con abnegazione. Ebbene, se lo desideriamo, le piattaforme social rappresentano un canale potentissimo a nostra disposizione per amplificare il nostro cammino verso la felicità articolato in queste tre fasi.

Nella foto di apertura: Dunne & Raby, Robot 4: Needy One, from Technological Dream Series: No. 1, Robots, 2007. © 2016 Dunne & Raby. Photograph: Per Tingleff. Da ‘Hello, Robot. Design between Human and Machine’, al Vitra Design Museum, dal 2 febbraio al 14 maggio 2017.