Sono le dieci e Alessandro Guerriero arriva.
Si guarda intorno stupito e sorride felice: quella strana casa o pancia rosa gli piace, gli parla.
Davvero apre il cuore, in un momento storico come questo, fatto di polarizzazioni e velocità, di opportunismo e storytelling per vendere, vivere un attimo così.
Perché ricorda che far nascere un progetto da una dimensione e saperla renderla universale, cioè percepibile anche a chi rimane fuori dall’affinità elettiva che lo anima, è quello che dà gli dà un senso.
Che il design – quello bello, di significato, quello che è progetto e non marketing – nasce quando c’è amore e rispetto. Un concetto che ritrovo poco dopo, del tutto inaspettatamente, alla Triennale.
Walking sticks and canes
“Il design viene bene quando si progetta pensando intensamente a qualcuno”, mi ha detto solo qualche ora dopo Keiji Takeuchi, curatore della piccola, deliziosa mostra collettiva alla Triennale Walking Sticks and Canes che apre al pubblico il 15 aprile.