Viviamo un tempo in cui è impossibile convincere qualcuno a fare qualcosa. Men che meno acquistare un prodotto. L’unica forza che fa ancora muovere il mondo è la seduzione, che ci aiuta a costruire un rapporto d'amore con le cose che ci circondano

* Fabio Novembre è architetto e designer, dal 2018 è Scientific Director e Brand Ambassador di Domus Academy

Sono un maschio italiano, eterosessuale, di 53 anni e per me la seduzione ha sempre avuto la classica struttura narrativa del viaggio dell’eroe. Quello dai mille volti raccontato da Joseph Campbell nel suo omonimo libro del 1949, che incrocia forze straordinarie nelle sue traversie e insegue la felicità fino alla vittoria finale.

È strana, ma comprensibile, l’analogia tra lo schema narrativo hollywoodiano (Campbell ha influenzato schiere di registi, primo tra tutti George Lucas) e le peripezie compiute dalla mia generazione per avere successo con una ragazza. E spiega la vecchia idea unidirezionale della conquista maschile: una montagna da scalare con in cima il premio dell’amata. Con la conseguenza che la seduzione declinata nei due sessi ha storicamente avuto un carattere passivo al femminile e fin troppo attivo al maschile.

Ma fortunatamente, come dice un vecchio detto, “it takes two to tango”, ed è con questo presupposto che mi piace parlare oggi di seduzione, facendo tesoro di tutte le tappe dell’emancipazione femminile, dalle suffragette al #metoo.

La sottomissione sessuale non è più tollerabile

La forma di sottomissione più duratura nella storia del genere umano non è di natura razziale ma sessuale e la sua accettazione motivata da luoghi comuni e consuetudini acquisite non è più tollerabile.

Sia chiaro, non credo che uomini e donne siano uguali, in quanto a sensibilità e visione del mondo non potremmo essere più divergenti. Ma non si può più pensare che si tratti di due squadre diverse, né tantomeno si giochino due campionati diversi.

La seduzione come modello per creare una relazione con le cose

Il termine seduzione deriva dal latino se-ducere e significa letteralmente "portare a sé”. In psicologia e sociologia si intende quel processo con cui una persona ne induce un'altra, deliberatamente o inconsapevolmente, a intraprendere una relazione di natura sentimentale o sessuale.

Allargandone i confini interpretativi, la seduzione è diventato l’unico modello di riferimento per instaurare un rapporto con le cose che ci circondano.

Oggi l’acquisto di un oggetto non è mai dettato da una condizione di bisogno, perché viviamo già assediati da presenze che hanno perso qualsiasi alibi di funzionalità.

Il potere seduttivo degli oggetti è legato al rapporto che instaurano con i nostri corpi

Agli inizi del 1900, una famiglia agiata di 4 persone viveva nella propria casa circondata da un panorama di oggetti che non superava i 200 elementi, compresi abiti e stoviglie. Noi abbiamo perso il conto di quante cose possediamo, ed è per questo motivo che sentiamo il bisogno di innamorarcene.

Il potere seduttivo degli oggetti è legato al rapporto privilegiato che instaurano con i nostri corpi. Ci sono arredi considerati come animali domestici, oggetti da compagnia di cui ci circondiamo per attenuare la solitudine. Lo zoomorfismo ha infatti caratterizzato molti stili dal tempo degli antichi egizi fino ai nostri giorni, una sorta di emancipazione espressiva per uscire dalla gabbia della pura funzionalità.

Ma a me gli oggetti d’arredo sono sempre sembrati conchiglie atte a contenere la fragile natura di cui siamo composti, esoscheletri da indossare in un equilibrio di affettiva complementarietà. Mantenendo questa analogia è inevitabile che ciascuno cerchi la propria conchiglia, l’involucro madreperlato in cui sentirsi a proprio agio.

E non voglio considerare casuale che la lingua italiana riconosca un sesso agli oggetti: la sedia e il trono, la poltrona e il divano, la lampada e il lampadario. Si potrebbero scrivere libri sull’intenzione psicologica di declinare un oggetto al maschile o al femminile.

Il corpo umano come ispirazione

Nel mio piccolo, mi sono sempre ispirato all’ideale di bellezza che per millenni ha nutrito l’opera degli artisti: il corpo umano. Quando Michelangelo, includendo predecessori e successori, doveva dare un volto al Dio Creatore, lo dipinse in forma umana non riuscendo a immaginare un modello più alto di perfezione.

I miei oggetti si lasciano plasmare su forme antropomorfe evocando presenze in assenza (S.O.S.), lasciando cadere pregiudizi razziali (Nemo) o imbarazzi di natura sessuale (Him & Her).

I miei oggetti urlano disperatamente il bisogno di essere completati dalla presenza di esseri umani (Murana), toccando corde che soltanto la seduzione riesce a fare.

Viviamo un tempo in cui è impossibile convincere qualcuno a fare qualcosa.

L’unica forza che fa ancora muovere il mondo nasce dalla seduzione dell’amore.

Così sia!

 

In apertura, Peacock, 2016, foto di Ren Hang. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate. L'opera è esposta nell'ambito della mostra Nudi’ dedicata al fotografo e poeta cinese (1987- 2017) al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, dal 4 giugno al 23 agosto 2020.