Per vivere al meglio balconi, giardini e terrazzi - dice la stylist Sissi Valassina - si può provare a fare il contrario di quello che ci dicono: smettere di considerarli un’estensione della casa

Da stylist e set designer lo so bene: sono anni che il mondo ci spiega che i nostri spazi outdoor – dal terrazzo al patio, dal giardino al semplice balcone – possono e dovrebbero essere trasformati in un’estensione della nostra casa.

E questo sicuramente aveva un senso quando, anni addietro, c’era difficoltà a concepire gli esterni come ambienti da vivere appieno.

Ora però tutto è cambiato. In città, ma anche in campagna, al mare e in montagna: ovunque siamo abbiamo un disperato bisogno di vivere all’aria aperta. Gli ultimi anni – leggesi la pandemia – hanno fatto sì che un balcone di 1 metro quadro si trasformi in un’oasi di serenità.

Se progettiamo troppo il nostro outdoor perdiamo l'apparente caos della natura

Innamorati del nostro outdoor, facciamo di tutto per renderlo abitabile, vivibile, a misura di noi.

Ma cosa succede se esageriamo? Che ci perdiamo il vero valore dello stare all’aria aperta e cioè quell’apparente caos che la natura ci regala.

Ci perdiamo anche il ruolo che la natura può avere nel nostro quotidiano.

Per esempio se smettiamo di pensare al verde solo in maniera decorativa, potremmo arrivare a coltivare piante utili alla prolificazione di insetti api etc, e erbe aromatiche e piccoli orti.

Persino in spazi minuscoli funziona! E, certamente, sarebbe auspicabile usare piante che richiedono poca acqua.

I nostri outdoor, insomma, potrebbero essere luoghi a metà tra casa e natura: curati ma non troppo ordinati, pieni di elementi inaspettati, sognanti.

Il rigore della casa non funziona in un giardino, che è tanto più bello quanto più è istintivo e parla di noi.

Da dove partire per progettare un balcone, un terrazzo, un giardino?

Tutto quanto detto non vuol certo dire che balconi, terrazze, patii e giardini non vanno pensati. Al contrario.

Ma progettare gli outdoor vuol dire affidarsi innanzitutto alle emozioni, alle sensazioni, alle sinestesie cromatiche e olfattive. E poi, solo in seconda battuta, pensare agli oggetti realizzati dall'uomo: gli arredi e gli accessori.

Da set designer, quando penso a uno spazio outdoor scelgo spesso di riprendere la palette colore della casa, magari aggiungendo un colore nuovo a contrasto. E poi inizio a osare di più. Il legame che cerco con gli interior non è stilistico ma sensoriale: quasi una citazione che poi, quando appunto si inizia a spaziare creativamente, poco a poco si affievolisce lasciando sempre più spazio alla natura.

Considero poi i profumi: glicine, rose, zagara, gerani profumati, lavanda, rosmarino, elicriso. Un microcosmo olfattivo che magari ci ricorda un luogo del cuore. E il viaggio verso lo star bene inizia proprio da qui.

Le immagini che illustrano questo scritto sono parte della ricerca che l’autrice, stylist, compie online. Le fonti, dove presenti, sono citate.