Gli imprenditori ci mettono la faccia, un nome e un cognome
Quello che conta nel design sono di nuovo le persone, gli utilizzatori, che trasformano una sedia ben fatta in un oggetto affettivo e caldo perché fin dall’inizio ne scelgono le finiture, la montano, sono felici di partecipare all’intelligenza del progetto globale.
Il paradigma della novità è sostituito dalla ricerca meno invasiva sui materiali e colori e sull’idea che solo un prodotto in cui estetica e funzione si sovrappongono naturalmente ha davvero senso, oggi.
Non troverete il prodotto copertina nel catalogo Noo.ma, ma i desiderata della gente comune, i normal people che rappresentano un mercato sofisticato ma non high spender, razionale, consapevole.
Ottimismo, semplicità, trasparenza per un design più che mai vicino all’uomo
Fra tutte Tiptoe è il brand che più ha un approccio di invenzione progettuale. Matthieu Bourgeaux e Vincent Quesada raccontano: “Abbiamo creato Tiptoe (che vuol dire: in punta di piedi) nel 2015 con l'ambizione di produrre mobili ben pensati, ben prodotti e progettati per durare.
Anno dopo anno rivisitiamo gli oggetti più comuni infondendovi la nostra parte di ottimismo, di creatività e di modernità.
Questi requisiti si basano sulla qualità della produzione europea al 100% combinata con il know-how della nostra fabbrica specializzata nella lavorazione del metallo creata tre generazioni fa vicino a Chamonix”.
Razionalizzare la qualità formale a favore di riuso, flessibilità, riparabilità
L’idea di partenza è semplice: un tavolo è fatto di quattro gambe e un piano. Perché non semplificare e rendere più personalizzabile la parte costruttiva progettando una gamba in acciaio che vive da sola, indistruttibile e colorata, che si fissa con un semplice rivetto al piano che si preferisce?
Dal punto di vista della tradizione progettuale italiana è francamente un pensiero inaudito.
Il punto è che Millennials e GenZ apprezzano la chiarezza di una soluzione facilmente comprensibile. Soprattutto se significa poter riusare, disassemblare, riparare, modificare e, soprattutto, smettere di acquistare prodotti di cui non si conosce la storia, l’origine e la fine.