Tre aziende europee nate negli ultimi dieci anni e crescite sui social media: il ritratto di una nuova generazione di design company

Ci sono una svedese, due francesi e due polacchi: sembra l'incipit di una barzelletta ma è il ritratto di una nuova generazione di design brand che si chiamano  The Kovac Family, Tiptoe e Noo.ma.

Se siete assidui frequentatori di eventi fisici, dalle varie design week al Salone del Mobile e non le avete mai sentite nominare non preoccupatevi: la loro community è soprattutto digitale.

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Partire dai social media per trovare i nuovi design brand

Se andate su Instagram e cercate le parole #design e #furniture, potreste scoprire un mondo. E, soprattutto, vi accorgereste che sta succedendo qualcosa: l'Europa pullula di nuovi design brand. Non sono imprese fragili, ma in ascesa. Ed è evidente che sono fondate da una generazione di imprenditori straordinariamente diversa da quella del design storico.

Chi sono i fondatori dei nuovi design brand europei?

I loro fondatori hanno storie abbastanza simili, sono tutti nati nel mondo del design (chi per formazione, chi per familiarità). Hanno tutti un’idea molto chiara del tipo di brand a cui vogliono lavorare. Detto in modo impreciso ma molto sintetico: producono localmente quello che serve per arredare una casa, a prezzi ragionevoli e utilizzano il design per progettare ogni parte del sistema industriale, non solo il prodotto.

I social: il segreto (di Pulcinella) del successo dei nuovi design brand europei

Tutti i nuovi design brand hanno in egual misura un criterio fondativo basato sulla sostenibilità, la trasparenza e il dialogo con la community digitale.

Usano i social in modo intelligente ed efficace per raccontarsi e vendere i loro prodotti online e per costruire una relazione diretta con i clienti. Fin qui niente di nuovo: qualsiasi manuale di marketing descrive un’azienda contemporanea allo stesso modo.

Ma loro lo fanno molto bene, perché includono spontaneamente nei prodotti tutte le istanze valoriali che gli under 40 considerano proprie: umanità, onestà, dialogo, racconto dell’oggetto e dell’idea che l’ha generato e, alla base di tutto, un progetto che ha il volto delle persone che lo hanno ideato perché ti sorridono da un reel Instagram.

Prodotti? Sì, ma la novità non è più un drive sufficiente

Camilla Kovak ha fondato Kovak Family nel 2012, in Svezia. All’epoca era una designer giovane e di talento, con all’attivo una bella lampada di Rotaliana premiata dall’ADI.

“Mi sono resa conto che realizzare progetti per altre aziende non era soddisfacente. Sinceramente non abbiamo ritenuto necessario progettare un'altra sedia per un mercato già sovraffollato. Il nostro pensiero è stato: un prodotto sensato deve essere sostenibile, sia per l’ambiente che nelle ricadute sul territorio e sugli utilizzatori. E, cosa altrettanto importante, deve avere uno scopo, non essere semplicemente un oggetto bello da vedere”.

La sostenibilità è scontata

Kovak Family nasce dichiaratamente da un progetto personale e condiviso da una famiglia numerosa coinvolta nell’impresa. La chiave di lettura è la ricerca su materiali sostenibili, forme semplici e un alto grado di semplice personalizzazione, con uno sguardo insistente sulla storia del design scandinavo.

La forza di questa scelta è la trasparenza di un brand che non fatica in alcun modo a comunicare con chiarezza il percorso progettuale e non rinuncia a spiegare cos’è il nuovo materiale ideato insieme all’Istituto Svedese di Biomimicry.

Non compro quindi solo una lampada Kovak Family, compro un’idea sostanziale. Una purezza di pensiero che rassicura e contribuisce a diffondere il valore del design come disciplina utile, come espressione di intelligenza e di etica.

I clienti sono liberi di personalizzare

Un altro punto fondamentale di queste imprese è di dare mano libera al pubblico nella definizione del proprio acquisto. Le cartelle colori di Noo.ma, brand polacco fondato nell’appartamento londinese di due giovani studenti di design, sono infinite.

Le forme sufficientemente semplici per essere definite degli ibridi tipologici. E anche qui la comunicazione è diversa dal design mainstream: c’è la patina di Instagram, certamente. Che però va al passo con la sua spontaneità, con l’ironia e la leggerezza di un’idea di brand che invece è sostanziata da una visione esplicita: produrre oggetti senza tempo, utili e duraturi. Scandinavia docet.

Gli imprenditori ci mettono la faccia, un nome e un cognome

Quello che conta nel design sono di nuovo le persone, gli utilizzatori, che trasformano una sedia ben fatta in un oggetto affettivo e caldo perché fin dall’inizio ne scelgono le finiture, la montano, sono felici di partecipare all’intelligenza del progetto globale.

Il paradigma della novità è sostituito dalla ricerca meno invasiva sui materiali e colori e sull’idea che solo un prodotto in cui estetica e funzione si sovrappongono naturalmente ha davvero senso, oggi.

Non troverete il prodotto copertina nel catalogo Noo.ma, ma i desiderata della gente comune, i normal people che rappresentano un mercato sofisticato ma non high spender, razionale, consapevole.

Ottimismo, semplicità, trasparenza per un design più che mai vicino all’uomo

Fra tutte Tiptoe è il brand che più ha un approccio di invenzione progettuale. Matthieu Bourgeaux e Vincent Quesada raccontano: “Abbiamo creato Tiptoe (che vuol dire: in punta di piedi) nel 2015 con l'ambizione di produrre mobili ben pensati, ben prodotti e progettati per durare.

Anno dopo anno rivisitiamo gli oggetti più comuni infondendovi la nostra parte di ottimismo, di creatività e di modernità.

Questi requisiti si basano sulla qualità della produzione europea al 100% combinata con il know-how della nostra fabbrica specializzata nella lavorazione del metallo creata tre generazioni fa vicino a Chamonix”.

Razionalizzare la qualità formale a favore di riuso, flessibilità, riparabilità

L’idea di partenza è semplice: un tavolo è fatto di quattro gambe e un piano. Perché non semplificare e rendere più personalizzabile la parte costruttiva progettando una gamba in acciaio che vive da sola, indistruttibile e colorata, che si fissa con un semplice rivetto al piano che si preferisce?

Dal punto di vista della tradizione progettuale italiana è francamente un pensiero inaudito.

Il punto è che Millennials e GenZ apprezzano la chiarezza di una soluzione facilmente comprensibile. Soprattutto se significa poter riusare, disassemblare, riparare, modificare e, soprattutto, smettere di acquistare prodotti di cui non si conosce la storia, l’origine e la fine.