Fare arte pubblica non è semplice né immediato ma è la chiave per sviluppare bellezza, partecipazione e, soprattutto, nuove relazioni umane e sociali nel tessuto urbano. Il caso di Milano, dove un team municipale – appena creato – aiuta artisti, creativi e cittadini a trasformare la città in un percorso artistico collettivo e aperto a tutti

Da pochissimi mesi, al Comune di Milano, è al lavoro un nuovo ufficio. Per ora si chiama Ufficio Arte negli Spazi Pubblici ma presto, ci assicurano, avrà un nome più attraente. A dirigerlo è Marina Pugliese, storica dell’arte, direttrice fino al 2015 del polo dei musei di arte moderna e contemporanea di Milano (che comprende il Museo del Novecento e Mudec dei quali ha seguito la nascita e la Gam), che, rientrata a Milano dopo cinque anni a San Francisco, dice: “Ho trovato una città molto cambiata. La street art ad esempio ha contribuito a cambiare l’estetica di alcuni quartieri, con progetti che riguardano la storia e la memoria dei quartieri stessi”.

Al lavoro, su un doppio binario

In un momento storico in cui alla città e ai suoi abitanti è stata sottratta la possibilità di aggregarsi condividere e appropriarsi appieno degli spazi pubblici, è proprio Marina Pugliese a raccontarci la natura, le finalità, l’approccio, i modelli d’ispirazione e i progetti a cui l’ufficio sta lavorando: “È il primo ufficio di questo tipo in Italia, ne esistono altri all’estero, a Nantes, Amburgo, Varsavia o San Francisco con i quali stiamo già collaborando. L’ufficio è nato dalla necessità di semplificare i procedimenti ed essere propositivi in maniera coordinata e integrata con gli altri uffici. È stata una decisione a monte del Covid ma che adesso è diventata un’urgenza. Il nostro è un piccolo team ma molto preparato, con due curatori: Alessandro Oldani per l’arte contemporanea e Alice Cosmai per muralismo e street art. Il lavoro si basa su due approcci: integrato e internazionale. Integrato perché lavora insieme ai dipartimenti e ai servizi tecnici del Comune come la direzione verde pubblico, i municipi, la direzione progettazione, case e welfare che si occupa delle case popolari. Internazionale perché collaboriamo con altre realtà non solo per partecipare a bandi internazionali che ci consentano di realizzare i nostri progetti ma per l’importanza di fare rete, per avere un raccordo culturale e progettuale”.

Ufficio semplificazione affari complessi

E due sono i fronti principali su cui l’ufficio è già al lavoro. Dal basso, ascoltando e affiancando le proposte territoriali delle comunità di artisti, creativi o semplici cittadini che si aggregano attorno alle cause dei propri quartieri. “Nei primi tre mesi abbiamo già rilasciato 4 nulla òsta per interventi di arte pittorica” racconta Alice Cosmai che per anni ha fatto parte del collettivo Orticanoodles e che conosce bene tutte le problematiche. “Mediamente ci mettevo un anno a ottenere i permessi… soprattutto per la componente tecnica, anche quando il progetto artistico era pienamente sposato. Perché l’arte urbana, diversamente da come appare in un certo story telling, non è facile, né veloce. Si tratta di lavori site-specific che richiedono una progettazione complessa. Per questo abbiamo creato anche un vademecum, non un regolamento vero e proprio ma una guida, per facilitare la realizzazione di opere di street art, nel lungo iter dall’ideazione, alla ricerca degli immobili, alla concessione dello spazio fino all’atto creativo”.
In questa direzione sembra andare anche un’altra iniziativa del Comune: il censimento di 100 “Muri liberi” in 70 zone della città: sono muri di tutti, dove è possibile dipingere liberamente (appunto!) senza chiedere autorizzazioni, né pagare tariffe.

Progettando da qui al 2026

L’altro fronte, dall’alto, riguarda la progettazione e la curatela di arte urbana nel suo senso più ampio che comprende la street art ma anche installazioni, performance o interventi sonori negli spazi pubblici che coinvolgano le persone. Tra le idee e i progetti futuri, raccontano Marina Pugliese e Alice Cosmai, c’è la realizzazione di una pista ciclabile d’arte, un parchetto ri-creativo dedicato a Lina Bo Bardi realizzato da Anna Daneri e Carlo Antonelli, l’installazione Una stanza tutta per te dell’artista e antropologa Fiamma Montezemolo, nuove piazze tattiche o piazza aperte per creare nei quartieri nuovi spazi di socialità e il censimento del patrimonio d’arte pubblica a Milano. “Ci possiamo affidare a poche pubblicazioni e video ma manca una vera e propria storicizzazione degli interventi realizzati a Milano – aggiunge Alice Cosmai. Abbiamo in mente un sito dedicato per mappare, catalogare e creare itinerari dedicati all’arte pubblica esistente”.

Inoltre, grazie alla collaborazione con la Cineteca Milano c’è il progetto di realizzare cinque documentari dedicati alla street art e ai murales che hanno modificato il volto dei cinque quartieri Ortica, Padova/Martesana, Dergano/Bovisa/Niguarda, San Siro/Ippodromo, Giambellino/San Cristoforo. Gli stessi quartieri si trasformeranno in cinema all’aperto per mostrare gli effetti dell’arte pubblica sul territorio e incoraggiare le persone a fare esperienza della città, con curiosità.

Chi semina…

“In questi pochi mesi – conclude Marina Pugliese – abbiamo seminato molto, con progetti di breve, medio e lungo termine, fino al 2026! Speriamo di vedere i primi risultati nei prossimi mesi!” Dietro alla “porta” del nuovo ufficio, sembra di respirare un’idea diversa di amministrazione pubblica. Un’amministrazione che vuole semplificare le difficoltà burocratiche, partecipare alle esigenze dei cittadini e attrarre la creatività degli artisti. Tutto questo per lasciare il campo alla bellezza e alla condivisione degli spazi di tutti, alla creazione di nuove relazioni, alla scoperta della città stessa e all’incanto dell’arte a cielo aperto.

 

Cover: Gio Pistone, via Butti, credits Paolo Fava