Muore a 54 anni il fondatore di Dezeen, pioniere del giornalismo web su architettura e design

Ci sono infiniti modi per diventare autorevoli nel proprio lavoro. Marcus Fairs, il fondatore e direttore del webmagazine Dezeen, scomparso a 54 anni, aveva scelto uno dei più difficili: unire alla qualità assoluta del suo lavoro di giornalista e divulgatore del design, dell’architettura, della cultura del progetto il rigore che in certi casi lo portava a prendere posizioni controcorrente, ma sempre mitigate da ironia e leggerezza inglesi.

Quel piglio, unito all’ambizione tipica del pioniere, mancherà a tutta la comunità internazionale del design. Fairs è morto giovedì scorso – anche se la notizia è stata resa nota solo oggi – dopo alcuni giorni di ricovero in terapia intensiva, dovuti a una malattia improvvisa che Dezeen e la sua famiglia non hanno rivelato. Aveva dato vita alla sua creatura digitale nel 2006, nella stanza da letto della sua casa londinese destinata agli ospiti, e in fretta l’aveva nutrita fino a vederla diventare uno dei siti più compulsati dalla community del design, e non soltanto.

È stato il primo giornalista digitale ad aver ricevuto un Honorary Fellowship dal Royal Institute of British Architects, premio conferitogli nel 2017 per il grande contributo dato al mondo dell’architettura. Nel 2018 l’Evening Standard lo aveva nominato una delle mille persone più influenti di Londra, talmente importante era stato il suo ruolo nel posizionare strategicamente la capitale inglese nel mondo del design.

Quel ruolo lo portava spesso in contrasto con la comunità milanese, che non gli perdonò, nel marzo 2020, lo scivolone di Virtual Milan, il lancio poi ritirato di una rassegna virtuale pensata con gran tempismo negli stessi giorni, ad aprile, in cui si sarebbero dovuti tenere Salone e FuoriSalone, sub iudice per la pandemia. Una ferita poi rimarginata, come traspare dal dolore di Luca Nichetto, che all’epoca non esitò a criticare quel passo e oggi saluta commosso l’amico: “Ciao Marcus, ci mancherai tantissimo! Eri tosto e determinato, hai cambiato il mondo del design per come si conosceva, hai creato dibattiti, prese di posizione, visioni diverse, ma sempre e comunque le hai gestite con ironia e leggerezza. La comunità del design mondiale da oggi è più sola senza la tua voce. Ti sono grato, ti siamo tutti grati per quello che hai fatto e per la legacy che ci hai lasciato”.

Nel giornalismo digitale, Fairs aveva portato quell’iniezione di qualità tipica di chi arriva dalla carta stampata. Aveva lavorato come freelance per Blueprint e il Guardian. Nel 2003 aveva fondato Icon, diventato presto un riferimento del settore. Dezeen nasce nel 2006, e già porta nel nome la crasi delle parole design e magazine l’idea di allargare il più possibile la platea del mondo del progetto, di farne una vera e propria community. La sua guida ha reso la testata una realtà editoriale proattiva, che non si limita a registrare notizie e accadimenti, ma se ne fa attore e promotore. Una testata che promuove premi, fa scouting, incoraggia talenti. Meriti che le sono stati riconosciuti più volte: nel 2012, The Independent lo nomina miglior blog di architettura al mondo, l’anno dopo il Times lo include nella lista dei “50 siti senza i quali non puoi vivere”, nel 2018 Fairs diventa direttore digitale dell’anno per la British Society of Magazine Editors.

Oggi, nel breve messaggio che lista a lutto la sua creatura, la redazione di Dezeen racconta il suo direttore come il brillante giornalista e imprenditore visionario che ha cambiato il panorama del giornalismo di design, “avvicinando la comunità globale del progetto e aiutando a ispirare e lanciare le carriere di innumerevoli architetti e designer in tutto il mondo”.

Lanno scorso, Dezeen è stato acquisito dalla società danese di media JP/Politiken Media Group, una scelta che ha contribuito a garantire il futuro dell’azienda e che, al momento dellacquisizione, lo stesso Fairs spiegava così: Dezeen esiste per offrire alla nostra comunità globale una piattaforma in cui il miglior lavoro e gli argomenti più importanti vengono condivisi, celebrati e dibattuti. Vogliamo che possa continuare a farlo a lungo nel futuro. Vogliamo che Dezeen sia per sempre un bastione del giornalismo indipendente, un campione dellarchitettura e del design e una forza per il bene nel mondo”.