Come sei arrivato alla definizione finale del progetto?
Luca Nichetto: “Non ho ricevuto un brief, ma solo indicazioni di limiti ed elementi su cui potevo intervenire: gambe, leggio, pedaliera, ruote, colore.
Quando ricevo brief limitanti da una parte, ma liberi dall'altra, cerco di trovare referenze, e spesso finisco a Venezia, il mio personale scrigno di salvezza.
Non per campanilismo, ma perché ha una storia talmente ricca che trovo sempre qualche spunto di ispirazione.
Durante la visita alla loro fabbrica, ho notato diverse similitudini le fasi di produzione di un piano, anche per l'ambiente in cui viene realizzato, e una gondola veneziana. A partire dalla più banale constatazione che entrambi sono neri e lucidi nell'immaginario collettivo.
Ho cercato di applicare le linee fluide di una gondola all'archetipo-pianoforte, mantenendo l'iconicità relazionata all'estetica di Steinway.
Ho lavorato su gambe più sinuose, sul collegamento più organico con la cassa armonica, scolpendo con biselli o colpi di luce per definire le forme.
Ogni modifica sulla silhouette si rifletteva sul suono, per questo l’iter progettuale è stato molto lungo e ha richiesto ben quattro anni.
Ho lavorato a stretto contatto con i maestri artigiani di Steinway, ma anche con l'ufficio commerciale, individuando tre colori che potessero attirare diverse tipologie di utenti: il classico nero (The Black Polished), un più spinto rosso profondo (The Midnight Red) e una combinazione legno-colore (The Walnut Veneer) per chi è attento alla componente d'arredo”.