Dal sistema di rilevamento degli incendi boschivi al dispositivo che trasforma le auto a benzina in veicoli ibridi, i progetti che risolvono i problemi, aiutano a far fronte alle emergenze e a immaginare un futuro migliore per tutti

Progetta qualcosa che risolve un problema. Questo problema può essere qualcosa che affrontiamo quotidianamente nella nostra vita oppure un problema globale, l’importante è che la soluzione sia efficace e dimostri un pensiero progettuale ponderato.

Questo l’invito, diretto e senza fronzoli, che Sir James Dyson, inventore, imprenditore e filantropo, promotore del James Dyson Award, ha rivolto agli studenti e neolaureati in ingegneria e design.

Alla call hanno risposto giovani da tutto il mondo con invenzioni che potrebbero migliorare la vita e aiutare ad affrontare le emergenze su scala planetaria.

Un esempio? ForestGuard 2.0, del team di studenti turchi, un sistema di sensori connesso via satellite che rileva gli incendi in tempo reale e avvisa le autorità prima che le fiamme si propaghino.

Soluzioni pratiche quanto ingegnose come Revr (Rapid Electric Vehicle Retrofit) del giovane australiano Alexander Burton, il kit che converte le auto a benzina in veicoli elettrici ibridi.

 

A sostenere i nuovi talenti e le intuizioni che migliorano la vita ci pensa anche la maison orologiera svizzera Hublot con l’Hublot Design Prize, un acceleratore di carriera ideato nel 2015 sotto l’impulso di Pierre Keller, allora direttore dell’Ecal, per promuovere i creativi under 40, con un riconoscimento del valore di 100mila franchi svizzeri, il premio più cospicuo nel settore del design.

La vincitrice di quest’anno è Aqui Thami, attivista classe 1987 indigena dell’Himalaya e artista autodidatta - perché non ha avuto le possibilità di studiare -, che a Mumbai ha fondato la Sister Library, la prima biblioteca femminista dell'Asia meridionale per dare voce alle donne indiane.

Aqui Thami organizza delle vere e proprie guerrilla poster tappezzando la città con le scritte “girls are the future”, organizza incontri, letture di poesie e di testi scritti da donne, e autoproduce riviste libere e indipendenti in cui poter parlare di argomenti tabù in India, come le molestie sessuali e il ciclo mestruale.

"Sono arrivata all'arte per trovare conforto e guarigione e, nella mia pratica, sono attratta dai modi in cui l'arte funga da processo di mediazione interculturale", spiega Thami.

Il design nelle mani dei giovani diventa uno strumento di empowerment e ribellione per scardinare la cultura patriarcale, una risposta ai problemi concreti e alle emergenze, una speranza, per offrire a tutti, soprattutto alle persone più fragili, la possibilità di superare le difficoltà e vivere una vita dignitosa.

Un’invenzione cambia la vita: i finalisti del James Dyson Award 2023

Sono venti i progetti finalisti del James Dyson Award 2023, voluto da Sir James Dyson per dimostrare come studenti e neolaureati in ingegneria e design con le loro fresche intuizioni possano impattare positivamente sul mondo.

I vincitori internazionali, che saranno annunciati il 15 novembre, riceveranno b a sostegno delle fasi successive del loro progetto.

Tra le invenzioni: Aisig dei giapponesi Ikuya Tanaka Sergio e Narushima Masaaki, un dispositivo che permette agli ipovedenti di attraversare in sicurezza i passaggi pedonali grazie al riconoscimento delle immagini basato sull'intelligenza artificiale; Ava dello spagnolo Javier Pascual Paredes, spazzolini adattivi per l'igiene personale pensati per gli spastici, e Lunet dell’americano David Edquilang, una protesi meccanica per dita stampabile in 3D per chi ha amputazioni, un progetto che l’inventore intende rendere completamente gratuito e open source per aiutare il maggior numero di persone.

C’è chi è partito da un’esperienza personale, come E Ian Siew che, ispirato dalla difficoltà con cui si è ripreso dopo un’operazione a cuore aperto, con la consulenza del National University Hospital di Singapore ha ideato Auxobrace, un tutore adattivo simile a un gilet che facilita il recupero post-operatorio; al proprio vissuto - e in particolare all’esperienza del covid - si ispirano anche gli studenti polacchi con Boreas, il sistema meccatronico per automatizzare e rendere più efficace la riabilitazione polmonare negli ospedali, colmando la carenza di personale nei reparti.

Soluzioni democratiche, pensate per essere alla portata di tutti, come Make-roscope del filippino Jeremy De Leon, un portachiavi portatile che trasforma lo smartphone o il tablet in un microscopio, un’invenzione già utilizzata da oltre tremila studenti e insegnanti filippini; The Golden Capsule dei coreani Shin Young Hwan, Chae Yoo Jin, Bai Yuan, Kim Dae Yeon, un dispositivo non elettrico per iniettare i farmaci in contesti di emergenza, e WhaleSafe dei canadesi Collin Bolt, Benjamin Beazley e Jake Chateauneuf, una pesca a corda studiata per non impigliare le balene.

Sister Library, la prima biblioteca femminista dell'Asia meridionale

Aqui Thami, artista multidisciplinare autodidatta e attivista indigena dell'Himalaya, a Mumbai ha fondato Sister Library, la prima biblioteca femminista dell'Asia meridionale.

Uno spazio libero e autogestito in cui dare voce alle donne emarginate indiane attraverso incontri, letture, mostre, proiezioni di documentari, performance, laboratori in cui creare opere d’arte per finanziare le attività e riviste autoprodotte dove raccontare temi tabù nella società delle caste.

Aqui Thami con il suo attivismo caparbio e incessante rischia ogni giorno in prima persona. Per il suo impegno sociale, e per la trasversalità della sua pratica, la giovane ha vinto l’ottava edizione dell’Hublot Design Prize, premiata dalla giuria composta da Marva Griffin, Hans Ulrich Obrist, Alice Rawsthorn e Tawanda Chiweshe.

Trifle studio, il primo studio britannico per designer con disabilità

Tra i finalisti del premio di Hublot c’è anche Trifle Studio di Londra, il primo studio multidisciplinare del Regno Unito per artisti e designer con difficoltà di apprendimento o disabilità.

Fondato nel 2017 da Intoart, un'organizzazione artistica e di beneficenza, Trifle Studio si occupa di product design, moda, tessile, illustrazioni, accessori per la tavola e design d’interni, con clienti che spaziano da John Smedley a Lush, passando per il Victoria&Albert museum, The Guardian e Pinterest.

Con la loro pratica, sfidano i preconcetti e sottolineano la mancanza di rappresentazione delle persone con difficoltà di apprendimento nei settori del design e delle industrie creative. Chi decide chi può e chi non può essere designer?