L'attenzione all'ambiente è una caratteristica intrinseca di molte aziende nordiche, ben prima che diventasse un'urgenza planetaria. È un concetto strategico e di sistema, che riguarda la longevità e il design dei prodotti e la ricerca di innovazione all'interno di uno stile sempre riconoscibile

Il design nordico ha prodotto, soprattutto dagli anni Cinquanta ai Settanta, alcune delle icone più conosciute al mondo, presenti nei principali musei di design internazionali, generando uno stile riconoscibile e un approccio al progetto che, ante litteram, rappresenta i tanto ricercati pilastri ESG (Environment, Social, Governance).

Ovvero, molte delle aziende nordiche del design, già prima che la sostenibilità divenisse un'urgenza planetaria, si sono impegnate in una gestione d'impresa attenta all'impatto ambientale e sociale della produzione e al relativo sviluppo sostenibile.

Una caratteristica degli intramontabili classici del design nordico è sicuramente la longevità, che non si traduce soltanto nello stile capace di attraversare i tempi e le mode, ma anche nella costruzione di pezzi pensati per essere riparati.

Un obiettivo perseguito da sempre, grazie al design facilmente disassemblabile, realizzato con pochi e distinti materiali e nato dalla consapevolezza manifatturiera dell'artigianato, in seguito trasferita ai processi industriali.

Ne è esempio la Wishbone Chair di Hans J. Wegner, dal 1949, ininterrottamente nel catalogo di Carl Hansen & Søn, che è pensata per essere riparata nel corso del tempo e che impiega solo materiali naturali, gestiti in modo sostenibile e biodegradabili.

Longevità, dunque, significa anche 'ricondizionamento', re-immissione del prodotto usato nel mercato, al fine di limitarne lo smaltimento.

Dal 2011 la piattaforma Artek 2nd Cycle dell'azienda finlandese Artek raccoglie, ripara e rivende arredi di seconda mano del proprio catalogo, preservandone la qualità e promuovendo un tipo di consumo più consapevole.

L'azienda di Copenhagen Mater lancia una serie di sedie disegnate nel 1958 da Børge Mogensen realizzandole in un nuovo materiale: il sedile e lo schienale utilizzano un composito derivante da fibre riciclate e rifiuti di plastica mescolati a segatura ricavata dalla lavorazione delle parti in legno, rigorosamente FSC, della stessa sedia.

Il nuovo materiale è progettato per essere riciclato e trasformato fino a cinque volte nell'ottica di una produzione circolare.

Questo vale anche per il materiale sviluppato da Kvadrat Really, il brand fondato nel 2013 dall'azienda danese Kvadrat per sperimentare soluzioni che rispondano al problema globale dei rifiuti.

Textile Tabletop, Textile Board e Textile Felt sono tre prodotti realizzati con cotone e lana a fine vita, provenienti dalle industrie della moda e tessile. In particolare, Textile Tabletop è una soluzione plug-and-play per tutti i tipi di telai da tavolo, con un piano composto per il 70% da tessuti riciclati e per il 30% da un legante bicomponente a basso impatto e da una lamina melaminica trasparente sulla superficie.

Può essere fornito come semilavorato in misure standard per costruire piani di lavoro, oppure finito con bordi in rovere, laccato o ABS.

Dopo un ciclo di vita, il materiale può essere macinato e nuovamente riciclato in compositi della stessa azienda

Il design nordico sembra suggerire che gran parte del processo di progettazione consista nel riflettere sui materiali, sulla loro qualità, durata, origine, impatto ambientale e ciclo vitale.

La plastica non viene accantonata in quanto materiale impattante, ma se ne sfruttano le potenzialità tecnologiche in ottica di riciclo e upcycling di materie prime seconde.

È il caso del polipropilene delle sedie Allez, design Simon Legald per Normann Copenhagen, implementate nelle tecnologie e nel processo produttivo per eliminare il più possibile gli sprechi dal proprio sito di produzione.

Si tratta di polipropilene riciclato, vergine e di un mix dei due dotato di un'elevata resistenza – tanto da rendere la sedia adatta per uso intensivo in aree pubbliche ad alta densità – e in grado di generare uno scarso consumo energetico durante lo stampaggio a iniezione.

Anche nel caso di Allez, la struttura a sette componenti consente il facile smontaggio e la sostituzione dei singoli pezzi.

Un materiale nuovo che nasce da materie solitamente scartate è presente anche nella collezione da outdoor Stoop, disegnata dal belga Julien De Smedt per la norvegese Vestre.

Il piano dei tavoli e le panche utilizzano il legno brevettato Kebony, che deriva dai nodi e dal durame non trattati del Pinus Sylvestris certificato FSC, amalgamati con un liquido a base biologica che modifica le pareti cellulari del legno, conferendogli da un lato le caratteristiche tecniche del legno duro, dall'altro un intenso colore marrone evitando le colorazioni superficiali.

Sempre dagli scarti dell'industria del legno nasce il composito Woodio, il primo materiale impermeabile realizzato con trucioli di legno e resine di origine naturale che può sostituire la ceramica tradizionale.

In questo materiale l'omonima azienda finlandese realizza collezioni di lavabi, il sanitario sospeso Block e la vasca freestanding Flow.

Dal 2020 l'azienda di Copenhagen Takt è certificata come B-Corp e per due anni consecutivi è stata insignita della nomina Best for the World quale impresa tra le più virtuose in termini di buone pratiche sociali e ambientali.

L'approccio al design, dunque, non riguarda tanto le soluzioni di un singolo prodotto, quanto un approccio sistemico alla sostenibilità che va dall'imballaggio piatto degli arredi alla disassemblabilità e riparabilità delle componenti, al perseguimento della longevità dei prodotti, allo sforzo nel calcolare l'impronta di CO2 per ogni mobile, compensandone le emissioni attraverso la partnership con la piattaforma di accredito Puro.

Tutti i prodotti Takt sono certificati con il marchio Ecolabel UE e utilizzano solo legno certificato FSC.

Ma soprattutto gli arredi, come il tavolo da pranzo estensibile Arc disegnato da Danish Depping & Jørgensen, sono pensati per rispondere alle mutevoli esigenze della casa, alla multifunzionalità e alla condizione sempre più ibrida degli spazi di vita.

Flessibilità, scomponibilità e riciclabilità sono parole chiave ricorrenti nei prodotti scandinavi.

Anche se interpretati da designer non locali: è il caso dei Formafantasma che debuttano con la svedese Hem. T Shelf è un sistema a giorno in alluminio estruso che mutua tecniche di produzione industriali in grande serie.

Si organizza attraverso il semplice e sottile profilo a T, che consente lunghe campate e un aspetto pulito e minimalista senza giunti a vista.

Grazie alla riciclabilità e alla monomatericità dell'alluminio e alla facile disassemblabilità del sistema, T Shelf mostra un uso responsabile dei materiali.

I suddetti principi sono alla base anche dell'ultima realizzazione di Luca Nichetto per la svedese Offecct.

La seduta Phoenix presenta un telaio in alluminio riciclato dal profilo a Y e parti imbottite facilmente rimovibili e sostituibili. L'alluminio riciclato non teme down-cycling delle prestazioni tecnologiche ed è molto meno impattante una volta entrato nel suo ciclo di vita.

L'idea alla base è non solo l'utilizzo di materie sostenibili e post-produzione, ma soprattutto 'il ciclo perpetuo' dei suoi elementi, da cui il nome dell'uccello che continua a risorgere.

Disponibile con quattro diverse basi per le gambe e in un'ampia gamma di colori e finiture, Phoenix copre esigenze di mercati diversi, dal contract al domestico.