Heritage e futuro di Venini, un'azienda che, attraverso la pluralità delle voci di artisti e designer, ha saputo dare forma alla bellezza e alla sperimentazione nel vetro soffiato

Il celebre architetto Alessandro Mendini amava raccontare la sua collaborazione con la storica azienda fondata a Murano con una bellissima frase: “Nella mia memoria, sono da sempre depositati i fantasmi dell'inconfondibile identità della Venini.

Quando lavoro per questa nobile azienda cerco sempre di collegarmi al mistero degli archetipi che hanno condotto a un così preciso stile, lungo una così lunga storia, e cerco di provarne una interpretazione.

Mi sembra che il gusto Venini sia frutto di un magico dosaggio creatosi nel tempo fra alcune tecniche esclusive, alcuni eccezionali artisti inventori di forme e la scelta di certi colori. Calma e saggezza di un chiaro artigianato, puro e intatto nel tempo, esempio e testimonianza di perfezione”.

Fondato nel 1921 dall’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e da Paolo Venini, avvocato milanese con una tradizione famigliare nella lavorazione del vetro, il brand annovera sin dall'inizio collaborazioni con importanti artisti e designer quali Vittorio Zecchin, Gio Ponti, Fulvio Bianconi, Carlo Scarpa, Ettore Sottsass e lo stesso Alessandro Mendini, per nominarne solo alcuni: creatori visionari che hanno messo le basi di un'identità che, più che per una voce univoca, si distingue per l'evasione dagli schemi tradizionali, l'apertura verso l'arte e la padronanza delle tecniche di lavorazione.

Dal 2020 la famiglia Damiani, già a capo dell’omonimo brand internazionale di alta gioielleria, acquisisce la totalità della Venini. Sodalizio che rilancia l'azienda dal punto di vista imprenditoriale e manageriale con importanti investimenti strutturali.

Ne parliamo con Silvia Grassi Damiani, presidente di Venini e vice-presidente del Gruppo Damiani.

Come definirebbe lo scambio culturale e di saperi tra il mondo di Damiani e quello di Venini?

Silvia Grassi Damiani: "I due brand hanno moltissime similitudini. Non solo la nascita – Venini nel 1921; Damiani nel 1924 – e l'eccellenza del lavoro artigianale di maestranze altamente qualificate, ma anche la valorizzazione del territorio di appartenenza – Murano patria del vetro soffiato; Valenza dell'alta gioielleria.

Entrambe le aziende si distinguono per l'importanza dell’attenzione al dettaglio, il design e l'eleganza. Condividono il perseguimento della qualità, il valore della tradizione e la volontà di innovare facendo risaltare la propria italianità.

Le recenti realizzazioni contract mostrano la capacità di Venini di realizzare importanti progetti luce custom made".

Silvia Grassi Damiani: "Sin dagli esordi Venini ha sempre realizzato creazioni ad hoc, come i meravigliosi Poliedri presso il Ministero degli affari Esteri nel Palazzo della Farnesina e il lampadario a canne fiore in cristallo all’interno del Moulin Rouge di Parigi, solo per citare due esempi.

Se negli ultimi decenni l’azienda si è concentrata sulla produzione di vasi e opere, in questi ultimi anni abbiamo anche implementato il nostro ufficio tecnico interno per la parte ingegneristica e architettonica, in modo da risolvere in modo più efficace e veloce le problematiche specifiche legate al mondo del contract, riuscendo così ad essere più competitivi sul mercato.

Abbiamo un contract continuativo e posizionante che si basa su format ripetibili, come nel caso dei negozi per il settore del lusso, o su collaborazioni one-off quali le due installazioni scultoree La Danza del Mare, creata da Monica Guggisberg e Philip Baldwin per la MSC Seashore (alta 12 metri x 3,80 di diametro) e Incanto del Mare, creata dagli stessi Guggisberg e Maldwing per la MSC Seascape".

Venini ha collaborato con i nomi più brillanti del design. Qual è il valore aggiunto che questi progettisti hanno apportato nel percorso d'innovazione del marchio? E quale sarà il ruolo del nuovo direttore artistico Marco Piva?

Silvia Grassi Damiani: "Nella pluralità delle opere in vetro di questi interpreti sussiste la centralità del DNA di Venini: un costante bisogno di sfida alla ricerca della bellezza.

È un percorso tracciato dal fondatore Paolo Venini che ancora oggi contraddistingue il marchio. Venini ha sempre avuto una sua peculiarità: la figura di un direttore creativo al suo interno, che per noi è colui in grado di orchestrare la molteplicità delle voci e le mani dei nostri abilissimi Maestri.

A questo proposito, da gennaio 2023 ci avvaliamo dell’altissima professionalità dell’architetto Marco Piva, di cui amiamo le soluzioni di design uniche, caratterizzate da libertà stilistica, funzionalità ed emozione; la sua straordinaria capacità di collocare e progettare la luce nello spazio; la sua inclinazione a dialogare con le altre culture per realizzare opere integrate, dove il carattere internazionale delle stesse si coniuga con le sue radici fortemente italiane.

Ci racconti del futuro aziendale e di come i nuovi prodotti lo rappresentano.

Silvia Grassi Damiani: "Nel breve periodo vogliamo sicuramente implementare il mondo dell'illuminazione, creando prodotti che possano dialogare tra di loro e con lo spazio circostante.

Al recente Salone del Mobile abbiamo presentato a tal proposito interessanti novità come Alieno, Ballerina e il Fazzoletto volante.

Continueremo a prestare grande attenzione alla sostenibilità. Venini è sempre stata attenta al riciclo: anche se utilizziamo vetro di prima fusione, per una questione di qualità, abbiamo sviluppato una filiera locale che utilizza gli scarti, rifondendoli, per ridurre al minimo lo spreco.

Silvia Grassi Damiani: "A questo proposito, stiamo studiando prodotti che enfatizzino la bellezza degli elementi di riciclo, come i vasi e i centrotavola Bloom che nascono dalla fusione di vetri da lavorazioni precedenti.

Analogamente, stiamo riproponendo delle colorazioni storiche in versione 'etica', come il magenta, da noi eliminato perché contenente arsenico e oggi riproposto con una nuova chimica sostenibile grazie all’utilizzo dell'oro.

In magenta abbiamo declinato una collezione di icone, esaltate proprio dal colore che ne fa comprendere l'inesauribile valore della forma.

Inoltre, continueremo sempre a ideare e creare pezzi unici e in edizione limitata, oggetti da collezione che da sempre fanno parte della storia e dell’eredità del brand.