Dopo l'acqua, il caffè è il drink più consumato al mondo: un boom che deve molto al mercato asiatico dove berlo è un’esperienza progettata ad hoc

Incantevole, indimenticabile, unico, creativo, di tendenza. Sono tutti aggettivi che si sposano perfettamente con un abito haute couture.

Disegnare, creare, innovazione e sviluppo prodotto. Sono descrizioni che convivono con un nuovo pezzo di design.

Ma oggi più che mai queste descrizioni si dilatano e si estendono abbracciando il mondo del food. E nello specifico quello del caffè.

Quanto è popolare il caffè nel mondo?

La cultura del caffè ha raggiunto negli ultimi anni una sofisticatezza e livello di attenzione sempre maggiore, esplodendo esponenzialmente negli ultimi due anni. Specialmente in Asia. Patria per eccellenza della cultura lenta del tè che oggi si è aperta al mondo Occidentale e al consumo sempre più consistente e veloce della bevanda 'nera'.

Il futuro del caffè non conosce più frontiere. Dopo l'acqua, infatti, è il drink più consumato al mondo.

Negli ultimi cinque anni secondo i dati ICO (International Coffee Organization) è cresciuto, nel continente Asiatico, dell’1,5%.

La nuova cultura del caffè in Cina si differenzia per fasce d’età

Sotto i riflettori si posiziona il gigantesco mercato cinese. Dove, grazie alla crescita della classe media, che ha abbracciato i trend occidentali si sta vivendo un momento di allegra esplosione ed espansione di gusti e usanze. Sia nel consumo e che nella produzione.

Secondo Tuo Xiao-Yan, barista vincitrice di premi internazionali e giornalista food: 'La cultura del caffè in Cina, si differenzia a seconda della fascia di età'.

Specifica: 'La generazione X è attratta e affascinata dalle tradizioni europee, specialmente francesi. La cultura del caffè si collega alla cultura letteraria e teatrale. I coffee shop sono boutique, unici, di nicchia. Servono specialty coffee sofisticati e personalizzati di giorno e si trasformano in drink bar all’imbrunire. Così il caffè diventa un rito di culturale'.

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Il caffè sartoriale a Hong Kong

Come da APT Coffee, ovvero 'A Personal Tailor', locale di Hong Kong dove tutto è su misura. Qui viene data la possibilità di ordinare caffè personalizzati scegliendo sia la miscela che il tipo di intensità del caffè, sia la schiuma di latte che qualsiasi altro componente aggiuntivo per creare la propria tazza di caffè perfetta. Irripetibile.

Specialty coffee e spazi zen in Corea del Sud

Sempre la generazione X apprezza la lentezza del gesto di consumare il caffè e la bellezza del locale in cui questo rito di origine occidentale si svolge.

Ad abbracciare questo concetto, il bellissimo progetto di None Space, Time to B, nella Corea del Sud dove vige la regola del 'No Takeaway', 'No Plug' e 'No Wi-fi'. Uno spazio zen dove godere del tempo analogico e dalla natura circostante mentre si sorseggia lentamente drip coffee preparato con miscela organica e chicchi tostati al momento.

"I giovani, al contrario" – continua Tuo Xiao-Yan – "sono attratti dal mondo americano. Il linguaggio veloce, l’immagine pop, i gusti allegri e inaspettati, vengono adottati nella moda come nel food". E così si vede il fiorire di catene come Starbucks.

Il fenomeno Starbucks e la ricerca dei sapori glocal

Dopo vent’anni infatti il colosso americano ha raggiunto il record di 6000 negozi sul territorio cinese, con 1000 flagship stores solo a Shanghai. Ed è qui che Vanessa Chan - senior manager product - Ellis Ng - senior manager product development and innovation - Starbucks Asia Pacific ed il loro Team, testano, creano e perfezionano nuove ricette di bevande progettate appositamente per questo mercato – Cina, Giappone, Corea e il resto dell’Asia Pacific - e la Generation Z.

"La mente corre tra tradizione e sperimentazione" spiega Vanessa, "l’innovazione arriva a livelli estremi. Abbiamo la possibilità di unire sapori e ingredienti locali, con tradizioni familiari e sociali".

È proprio così che è successo, ad esempio, con la collezione dei 47 Jimoto Frappuccino: un sapore e un nome unico e speciale per ognuna delle 47 prefetture Giapponesi. Il risultato è assolutamente inaspettato: un blend di caffè e bevande tipiche locali. Con sapori che spaziano dalle fresche fragole, al tradizionale macha, dagli speziati semi di sesamo ed edamame fino all’inconsueto gusto della pannocchia. Il tutto shakerato con una buona dose di caffeina.

Stupiscono e incuriosiscono i limited edition beverages disegnati per la stagione delle feste. Con colori, textures e sapori che connettono allo spirito del Natale: mele caramellate, bastoncini di zucchero, canella, zenzero, superfici vellutate, tinte calde e gioiose,  dettagli soffici e accoglienti, che si trasformano in specialty coffees dai nomi altrettanto creativi.

"Variabile costante è il cliente" – sottolinea Ellis Ng – "che è sempre al centro di qualsiasi progetto e bevanda".

Il Dewata Coffee Sanctuary di Bali

Ed è proprio da qui che nasce uno dei progetti Starbucks più interessanti e recenti: il Dewata Coffee Sanctuary. Un experience centre nel cuore di Bali. Un luogo speciale, come speciali sono i caffè che vengono offerti in degustazione, che vede il consumatore coinvolto in una serie di esperienze interattive che celebrano il caffè e la sua storia.

Grazie a un viaggio visivo, fisico e olfattivo che si muove dal seme alla tazza, dall'approvvigionamento alla tostatura, dalla preparazione al servizio. Tutto sotto lo stesso tetto.

Cover photo: Time to B, un progetto di None Space a Yongin-si in Corea del Sud: uno spazio zen dove non è permesso Take Away né wi-fi e si sorseggia il drip coffee preparato con miscela organica e chicchi tostati al momento (Ph. Kiwoong Hong)