Itlas utilizza il rovere proveniente dalla manutenzione delle foreste per produrre pavimenti in legno. Patrizio Dei Tos, Ceo dell'azienda, ne racconta l'evoluzione e presenta il progetto Ecos, economia circolare sostenibile, che utilizza materia prima secondaria per superfici in legno da cui nasce la nuova linea Online

Patrizio Dei Tos è Ceo di Itlas. È un imprenditore che ha costruito la propria azienda su un’idea rivoluzionaria: utilizzare il legno proveniente dalla manutenzione delle foreste italiane e serbe, il rovere, per produrre pavimenti. Una scelta che qualche decennio fa nessuno si sarebbe mai immaginato di fare, perché la manutenzione delle foreste, nel pensiero comune, produceva solo legna da ardere. I pavimenti e le superfici lignee erano realizzati perlopiù con essenze esotiche, importate dal far east o dall’Africa. Oggi l’intuizione di Patrizio Dei Tos è un esempio felice di utilizzo intelligente delle foreste locali, i cui alberi vengono tagliati per normale manutenzione e che trovano un secondo ciclo di vita nelle case. “Spesso i nostri clienti mi dicono che è come avere un pezzo di foresta in casa: sono contenti di aver scelto un prodotto con una storia legata al territorio e frutto di un’idea intrinsecamente ecologica”, spiega Dei Tos.

Da dove arriva la passione per le foreste?

“Quando ero bambino accompagnavo mio padre, che produceva pavimenti in legno massiccio, nelle foreste. Si sceglievano gli alberi da tagliare, ma all’epoca si andava già formando una coscienza ecologica diversa. Tagliare gli alberi era un gesto che mi rattristava e pensavo che mai avrei voluto fare la stessa cosa. Mi dicevo: è come far male alla natura. Non avevo ancora capito che invece la foresta va accudita e che da quella cura ha origine una materia prima che, se non utilizzata, va sprecata o, nella peggiore delle ipotesi, contribuisce a peggiorare la carbon footprint”.

Quindi Itlas è nata dall’idea di utilizzare gli alberi abbattuti per trasformarli in legno, in materia prima…

“Comprendere come vive e funziona una foresta e la relazione di benefica reciprocità con l’essere umano significa avere un’attitudine consapevole nei confronti della natura e del territorio che abitiamo. Lavorare il legno oggi è un atto di sostenibilità. Ho sempre voluto legare la mia azienda alla Foresta del Cansiglio, perché è a pochi chilometri dall’azienda, perché in questo modo lavoro a chilometro zero e mi posiziono all’estremità di un ciclo virtuoso. Nessuno lo faceva perché l’idea era che solo i legni esotici fossero pregiati e abbiamo dovuto fare un grande sforzo per andare controcorrente. Ma non abbiamo inventato nulla: l’idea di usare il faggio all’interno in architettura non è nuova. Già nel 1400 i veneziani producevano i remi con questo legno. E poi, più tardi, il faggio è entrato nelle ville venete e nei palazzi veneziani. Con Itlas abbiamo ripreso questa storia e l’abbiamo raccontata al presente”.

Qual è stata l’evoluzione dell’azienda?

“La mia preoccupazione principale è stata di continuare a poter accedere a una materia prima costante per provenienza e qualità, pur aumentando la produzione. Ho stretto accordi di collaborazione con la Serbia, per poter utilizzare il più bel rovere del mondo, quello della Foresta di Slavonia. Abbiamo investito ancora una volta sul territorio degli alberi, abbiamo costruito una segheria e garantito la creazione di benefici per la comunità locale. Inizialmente siamo stati accolti con qualche diffidenza, oggi collaboriamo con gli ambientalisti e condividiamo progetti, passioni, storie con chi nella foresta lavora tutti i giorni. Ho la sensazione di aver fatto qualcosa di utile e di buono, per il pianeta e per le persone”.

Qual è il prodotto più innovativo di Itlas in questo momento?

“Abbiamo sviluppato un progetto: Ecos, economia circolare sostenibile, che utilizza materia prima secondaria per superfici in legno, pavimenti e pareti, è un nuovo uso di parti di materiale che altrimenti andrebbero perse. Il pavimento si chiama Online e ha caratteristiche tecniche e estetiche simili agli altri prodotti Itlas. Ma il punto è stato innanzitutto aggiornare le linee produttive, trovare il modo per non sprecare materiale e garantire il miglior utilizzo della materia prima. Le Righe è la versione da parete dello stesso prodotto. È una pelle che ricopre le superfici in forma di grandi fogli di legno. Le Righe è un’innovazione tipologica davvero importante”.

Qual è la parte più difficile dal punto di vista strategico?

“Comunicare le nostre scelte e il nostro prodotto è molto complesso. È difficile spiegare che non abbiamo intenzioni unicamente imprenditoriali, ma vogliamo fare anche qualcosa di utile per le foreste e per le persone. Il modo più efficace per dialogare e raccontare Itlas è portare i professionisti, gli abitanti del territorio e le figure istituzionali a camminare nelle foreste. Evocare le storie, le creature, la passione che nutriamo per questa parte del pianeta. Il messaggio arriva sempre, forte e chiaro”.