Macchine da caffé come sculture
Facendo un passo indietro, fra le due Guerre Mondiali si evolve lo stile razionalista e futurista, con macchine che sembrano sculture in movimento: "Il primo progetto firmato da un designer celebre è la DP 47 del 1947, di Gio Ponti per la Pavoni, ribattezzata la Cornuta per i gruppi erogatori a forma di corna che ricordano i bolidi del futurismo.
Nel Secondo Dopoguerra il design strizza l'occhio all’American style, le macchine assomigliano ai radiatori delle Cadillac, ai jukebox, con finiture scintillanti in ottone lucidato, sono degli oggetti meravigliosi protagonisti sul bancone.
Nel 1962, sessant’anni fa, i fratelli Castiglioni progettano la Pitagora per Cimbali, l’unica macchina per caffè che ha vinto il Compasso d’Oro, la prima prodotta in serie, dalle linee rigorose, con una carrozzeria di soli 17 pezzi assimilabili velocemente, facile da manutenere perché si può aprire come il cofano di un’auto".
Negli anni Settanta subentra la Pop Art, i primi materiali plastici e i colori, dal rosa agli arancioni: "In questo periodo Rodolfo Bonetto disegna la M15 per Cimbali, il primo modello dell’azienda con profilo laterale a 'C', una forma più compatta che dà la possibilità al barista di manovrare più agilmente le lance vapore e i gruppi erogatori.
Nel 1983, Ettore Sottsass e Aldo Cibic disegnano la Faema Tronic, il primo modello elettronico.