Partendo da Human domination on Earth, dal 22 marzo al Park Hub, gli architetti sottolineano l’importanza di investire nel fare cultura, per creare valore sociale per la comunità

Dal 22 al 26 marzo, Park Associati ospita Human domination on Earth, la prima personale di Karina Castro, artista e fotografa portoghese classe 1990, un’indagine visiva sull’impatto dell’uomo sul paesaggio.

La mostra è aperta al pubblico e gratuita, dalle ore 12 alle 20, e fa parte di un ricco palinsesto di esposizioni, incontri e rassegne culturali che dal 2017 anima il Park Hub, uno spazio libero, inclusivo e di contaminazione, al piano terra dello studio di Park Associati, in via Garofalo 31, a Milano.

Filippo Pagliani e Michele Rossi, fondatori dello studio di progettazione milanese, ci raccontano la mostra, e rspiegano perché è importante investire nel fare cultura, senza chiedere nulla in cambio, ma, come dicono, “per creare valore sociale per la comunità, nell’ottica di un rinnovamento progettuale e di pensiero”.

Di cosa parla la mostra di Karina Castro?

Filippo Pagliani e Michele Rossi: “L’indagine visiva di Castro nasce dal desiderio di interrogarsi sul periodo storico attuale. Negli ultimi anni, l’artista ha catturato immagini di paesaggi, luoghi e ambienti diversi, unicamente accumunate dalla presenza dell’uomo, per riflettere sulle sue responsabilità rispetto al progresso scientifico.

Le opere esposte diventano strumento per indagare alcune tematiche, interrogarsi e spingersi a chiedere quale sia la nostra posizione riguardo al progresso tecnologico e alle modalità di convivenza tra uomo e natura.

La mostra invita a riflettere sull’illusorietà delle apparenze e a mettere in discussione le nostre coscienze in merito alle questioni ambientali".

Cosa vedrà il pubblico?

Filippo Pagliani e Michele Rossi: “La mostra raccoglie una selezione di fotografie tratte dal corpus originario della ricerca, realizzate tra l’Italia, la Svizzera e il Portogallo.

Un primo gruppo racconta il progresso scientifico e tecnologico, dall'era dell'energia fossile alla nuova era dell'energia sostenibile, mentre il secondo descrive i vari elementi della natura attualmente minacciati dall’azione dell’uomo.

Tra le opere più significative di Karina Castro troviamo PV Floating technology, che ritrae la prima stazione solare galleggiante ad alta quota che dovrebbe produrre fino al 50 per cento di elettricità in più di un parco solare in pianura; e Rio Douro Estuary, che fotografa una grande riserva di uccelli, vicina alla foce del fiume Douro, in Portogallo, per anni minacciata da un festival di musica che si svolgeva a pochi metri di distanza, interferendo con l’equilibrio della flora e della fauna locali”.

Fino a che punto siamo in grado di leggere il rapporto tra specie umana e Pianeta?

Filippo Pagliani e Michele Rossi: “La ricerca visiva di Karina Castro non pretende di offrire delle risposte esaustive alle domande sollevate, si auspica piuttosto di mettere in luce contraddizioni e stereotipi del rapporto tra uomo e natura, con il fine di solleticare le coscienze attraverso immagini suggestive.

Gli scatti dell’artista ci dimostrano che distinguere comportamenti virtuosi da quelli che non lo sono è solo apparentemente immediato e lineare, perché dettato da associazioni visive-concettuali che guidano spesso il giudizio valoriale nella vita di tutti i giorni.

La verità è che solo uno studio approfondito, come quello che accompagna la ricerca visiva dell’artista, delle vicende che riguardano il rapporto uomo e natura può permetterci di tendere verso una comprensione più chiara dei temi trattati”.

Nel 2017 avete aperto il Park Hub. Di che si tratta?

Filippo Pagliani e Michele Rossi: “Park Hub nasce dal desiderio di aprire uno spazio di contaminazione con altre discipline che stimolano la progettazione e contribuiscono al fervore che la città di Milano offre.

La programmazione, incentrata sulla promozione di giovani talenti, si struttura in appuntamenti fissi legati al mondo del design e dell’editoria, come la Milano Design Week e BookCity, unitariamente ai Park Stage - conversazioni mensili in cui professionisti di vari settori si raccontano - e a mostre d’arte.

Autorialità e ricerca si affiancano in questa programmazione finalizzata alla creazione di valore sociale per la nostra comunità, nell’ottica di un rinnovamento progettuale e di pensiero.

È uno spazio aperto a tutti, dal team di Park Associati a tutta la comunità milanese, italiana ed internazionale che gravita intorno allo studio”.

In questi sei anni di attività, quanti eventi avete organizzato?

Filippo Pagliani e Michele Rossi: “A partire dal 2017, nel Park Hub abbiamo realizzato più di trenta eventi, tra conversazioni, mostre e presentazioni.

Tra gli appuntamenti più importanti ricordiamo la mostra ospitata in occasione della Milano Design Week del 2019 con un’istallazione dal titolo Insecure, realizzata dal duo di designer Žan Kobal e Weixiao Shen, e il panel talk Editoria e architettura in Italia, in occasione di Bookcity 2022, una discussione sui diversi tagli editoriali con cui le riviste parlano di architettura, attraversando l’Italia da Nord a Sud, insieme ai rappresentati di Stoà, Panteon e ARK”.

Perché, secondo voi, è importante investire nel fare cultura, senza chiedere nulla in cambio?

Filippo Pagliani e Michele Rossi: “Park Associati sviluppa progetti attraverso una cultura del dialogo che ha sempre caratterizzato l’approccio aperto dello studio.

Uno spazio culturale è sembrato il modo più naturale con il quale aprirsi a nuovi stimoli, da cui anche il team possa trarne beneficio.

La programmazione di Park Hub è dedicata alla sperimentazione, alla ricerca e alla promozione di giovani talenti, con lo scopo di favorire una contaminazione con altre discipline, diverse ma tangenti alla progettazione per visione e creatività, da cui trarre ispirazione.

Investire in questo settore è un modo per creare valore sociale e favorire la crescita culturale, anche attraverso la collaborazione tra più realtà, sia pubbliche che private”.