Sarà sempre un evento fisico ma il Salone del Mobile sfrutta ora al meglio il digitale: Marco Sabetta spiega cosa significa per visitatori ed espositori

I tempi di cui il Salone del Mobile distruggeva il fisico quanto una maratona sono finiti, promette il Direttore Generale Marco Sabetta. E anche quelli in cui il dopo-Salone era una caccia disperata tra appunti, frasi mandate a memoria e biglietti da visita sparsi qua e là.

Da un paio d’anni, il digitale è (finalmente, e come molti auspicavano) entrato a pieno titolo nella strategia del Salone del Mobile e sfruttato sotto molteplici punti di vista per aumentare il valore dell’esperienza fisica.

Leggi anche: Salone del Mobile 2024, tutte le novità

Un giro di boa necessario per accompagnare il passaggio da fiera a evento e continuare a far mantenere al Salone del Mobile il primato che tutti gli riconoscono: quello della più importante manifestazione dedicata al design nel mondo.

Ma cosa significa, in ternini concreti, per espositori e visitatori? Ne abbiamo parlato con Marco Sabetta.

Il Salone del Mobile era una fiera, oggi un evento. Cosa vuol dire?

Marco Sabetta: “Un tempo in fiera si scriveva. Si veniva per firmare contratti. E si misurava il ritorno sull’investimento fatto in termine di ordini. Ora si calcola in modo diverso: cioè in relazione ai contatti che si raccolgono e alla qualità degli stessi.

Capire questo passaggio è stato importantissimo perché ci ha fatto capire che quello che “vende” il Salone del Mobile, non sono più tanto gli spazi ma la possibilità dii incontrare gente di qualità. E su questo, dal Covid in poi, ha guidato tutti i nostri investimenti strategici”.

Incluso il mantra “people first”?

Marco Sabetta: “Mettere le persone al centro dello sviluppo del Salone – visitatori e aziende – è stato fondamentale. Soprattutto perché non è uno slogan ma un driver per le innovazioni a cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando. Tutte volte a rendere la visita più semplice, meno stancante e più efficiente: e portarsi a casa contatti ed esperienze di qualità”.

Di quali innovazioni stiamo parlando?

Marco Sabetta: “Quelli più visibili sono i nuovi layout – sviluppati a partire da un lungo processo di ascolto di tutti gli stakeholder e in continua evoluzione (leggi il nostro approfondimento qui, ndr).

Stiamo infatti lavorando, sempre con Lombardini22, a un progetto che analizza il percepito dei visitatori durante la visita utilizzando le neuro-scienze. I dati che raccoglieremo verranno utilizzati per migliorare ancore di più l’offerta espositiva che già oggi include oasi disseminate nel percorso, luoghi dove fermarsi, lavorare o rilassarsi, ricaricare le batterie (quelle dei device ma anche le nostre)”.

E le innovazioni meno visibili quali sono?

Marco Sabetta: “Fondamentali sono il servizio di ticketing, il sistema dei QR code, i raccoglitori di contenuti come la App e il sito.

Perché, come si diceva, al Salone del Mobile si viene per ottenere contatti di qualità. Sapere quindi chi arriva, quando e cosa fa sono informazioni fondamentali per le aziende.

Fino a un paio d’anni fa, però, il sistema per acquistare i biglietti per il Salone del Mobile utilizzava quello della Fiera. Adesso invece è di nostra proprietà e tutti i dati che raccogliamo ci appartengono. E questo, insieme ai QR code e alla possibilità di dare informazioni alle aziende in tempo reale su chi sta arrivando nel loro padiglione, è un valore aggiunto enorme che prima mancava”.

Lato visitatore: in che modo il digitale aiuta?

Marco Sabetta: “Mettere il visitatore nelle migliori condizioni per visitare la fiera vuol dire fargli fare meno fatica: prima, durante e dopo l’esperienza del Salone del Mobile.

Con la App è possibile capire dove sono gli espositori, fissare incontri con le aziende, progettare percorsi. E, la sera, rivedere tutto grazie ai QR Code collegati ai contenuti. Mentre durante l’anno il nostro sito è sempre più presente e diventa una vetrina costantemente aggiornata per tutti gli espositori”.

Nello scambio di contenuti digitali le aziende devono essere coinvolte. Lo sono?

Marco Sabetta: “Come sempre, alcune molto, altre meno. Ma è fondamentale muoverci all’unisono e fare community. Per questo come parte del servizio stiamo anche organizzando dei webinar per rendere evidente il valore aggiunto dello sfruttare appieno gli strumenti digitali che abbiamo sviluppato per le imprese”.

Mostre, talk, installazioni: servono nella trasformazione da fiera a evento?

Marco Sabetta: “Contano molto per alcune tipologie di visitatori, meno per altre. In generale però il feedback è stato positivo su Euroluce, dove le mostre-cameo costellavano il percorso espositivo. Però al Salone del Mobile 2024 avremo un approccio diverso: due installazioni importanti, una al Salone Internazionale del Bagno e una, di una firma prestigiosissima, nel padiglione 5-7 (dove c’è anche il SaloneSatellite); e un’esperienza legata al Food Design a EuroCucina”.

Come sarà il Salone del Mobile tra dieci anni?

Marco Sabetta: “Fisico. Più facile. Più personalizzato. È difficile arrivare in cima ma restarci lo è ancora di più. E noi pensiamo che l’approccio people first sia la via giusta per farlo”.