Il sistema espositivo di Luca Cipelletti per il nuovo Centro studi, archivi, ricerca del museo milanese: modulare e flessibile, fa di cent’anni di storia uno strumento attrattivo di divulgazione progettuale

Trecentomila documenti: filmati, immagini, libri, cataloghi, carteggi. Ma anche medaglie, collezioni di riviste storiche e non, fondi autoriali donati da designer e artisti. Questo è il cuore della Triennale di Milano, che da febbraio è riemerso dalle profondità dell’edificio per rivelarsi, rendersi accessibile al pubblico del museo.

Cuore - Centro studi, archivi, ricerca è parte di un’ampia operazione di restauro che, spazio dopo spazio, riporterà alla luce il progetto originale del 1933 del Palazzo della Triennale di Milano progettato da Giovanni Muzio.

Se ne occupa l’architetto Luca Cipelletti con il suo studio Ar.ch.it.

Partiamo dal nome, una scelta saggia del presidente Stefano Boeri che accede a un immaginario diretto, comprensibile e molto umano per invitare il pubblico della Triennale a una relazione di curiosa spontaneità con i materiali storici conservati nel museo.

Dal nomen all’omen è un attimo e Cuore è davvero uno spazio aperto e organico, in cui i documenti non hanno più la sembianza di reperti polverosi e incomprensibili ma diventano un grande libro in cui curiosare liberamente.

Luca Cipelletti spiega: “Il progetto allestitivo non è stato semplice: un archivio è una mole enorme e apparentemente caotica e ingestibile. La soluzione progettuale è arrivata procedendo a ritroso, dando alla quantità uno spartito musicale in cui trovare un ordine, un sistema”.

Cipelletti ha disegnato un sistema modulare che, nella sua rigorosa semplicità, concede una grande libertà funzionale. C’è la memoria della matematica musicale, del pentagramma e dell’artificio intellettuale che organizza lo slancio creativo di tonnellate di apparati documentali.

“Invece di progettare un sistema allestitivo che fosse legato a una collezione, abbiamo optato per un sistema flessibile che possa cambiare nel tempo. Siamo partiti da elementi verticali modulari che si riferiscono alle travi strutturali originarie del soffitto progettate da Hoffmann, con un sistema di montanti che si adatta alle differenti dimensioni di ogni trave.

In questo lavoro UniFor è stato il super partner con cui abbiamo progettato ogni singolo modulo, al fine di gerarchizzare l’archivio nelle sue diverse categorie.

L’impressione generale è di avere di fronte una serie di ascensori che salgono e scendono per consentire la rotazione ciclica dei documenti. Per fissare il concetto di modularità pur in presenza di misure non uniformi, abbiamo inventato un escamotage intorno agli elementi tecnici di montaggio che risolve il problema delle dimensioni e contemporaneamente dà respiro visivo al susseguirsi di scaffalature”.

L’idea di fondo della Triennale è di usare Cuore come spazio non solo per mostrare e rendere accessibile l’archivio, ma anche per creare sezioni di approfondimento in occasione delle singole mostre in programma. Ritorna il concetto di enciclopedia, con la sua facilità di consultazione che, concretamente, prende delle forme molteplici e imperativamente flessibili.

Continua Cipelletti: “Questo è uno spazio che ha un obiettivo dichiaratamente educativo, che vuole diffondere la cultura progettuale.

I ledwall sulla parete opposta allo spazio dell’archivio hanno il compito di immergere i visitatori nella ricchezza dei cent’anni di storia della Triennale. Ma vedo che le persone di ogni età sono attratte dal materiale documentale fisico, incuriosite dalla possibilità di posarsi come farfalle sulle centinaia di documenti che il sistema espositivo offre in modo che siano leggibili, consultabili o semplicemente oggetto di una rapida consultazione visiva”.

Foto di copertina: all’ingresso della Triennale, fra il museo e il centro studi, ha trovato una collocazione permanente la statua donna seduta di mario sironi e Leone Lodi, progettata nel 1933 per la V Triennale di Milano. Ph. Delfino Sisto Legnani