Nell'architettura e nel design esistono modi diversi di usare la memoria per concepire spazi e oggetti. Quale è l'atteggiamento più sensato e utile?
Leonardo Caffo: "In Storia Naturale della distruzione Wienfried Sebald sostiene che la Germania non ha mai affrontato il nazismo perchè la cancellazione dell’apparato monumentale nazista ha fatto sì che fosse rimosso il luogo della riflessione.
Lo facciamo anche noi con monumenti sessisti e con tutte le memorie che riteniamo inappropriate o dolorose. Invece penso che l'apparato monumentale e i luoghi della sofferenza non vadano rimossi ma reinterpretati. Si può costruire una relazione con il contesto culturale.
Piuttosto che buttare a terra la statua di Indro Montanelli, ad esempio, avrei considerato una via progettuale per dare significato alla statua aggiungendo elementi che ampliano l’idea di memoria.
Riscrivere non significa cancellare ma reinterpretare, come nell'arte concettuale. Dare forma a una storia stratificata.
È evidente che per anni abbiamo costruito architetture che identificano un apparato culturale che non ci piace. Ma abbiamo strumenti critici che ci aiutano a riparare e rimediare: ce li ha dati l’Illuminsimo.
Sono questi i rapporti fra memoria e progetto: riscrivere la storia agendo per contrappasso, costruire storie morali. È davvero una sfida pazzesca".
Immagine di copertina: Relative Thinking, Impossible conversation by Maria Callaba, Polimoda, Firenze