A due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, l’architetto racconta a INTERNI la situazione dal fronte, il suo impegno per gli sfollati e i progetti di ricostruzione

Sono trascorsi due anni esatti dall’invasione russa dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio 2022. Quarantotto mesi di guerra, più di 10mila civili ucraini uccisi, oltre 18.500 feriti (dati Onu).

L’architetto ucraino Slava Balbek, alla guida dello studio Balbek Bureau, racconta a INTERNI la situazione dal fronte, il suo impegno civile e militare e le iniziative per accogliere gli sfollati e ricostruire il Paese: RE:Ukraine Housing System, il sistema abitativo modulare per i rifugiati, RE:Ukraine Community Hub, il centro di supporto sociale per aiutare le persone a curarsi e reintegrarsi, e RE:Ukraine Villages, il tool online intuitivo e facile da usare per permettere agli ucraini di ricostruire le proprie abitazioni secondo il codice di progettazione della regione.

In questi due anni sono state distrutte migliaia di case e di edifici simbolo.

“Radendo al suolo i nostri villaggi”, racconta l’architetto, “la Russia prende di mira il nostro senso di casa, la nostra memoria collettiva. Preservare queste tradizioni è il modo per salvaguardare la nostra storia e identità”.

Sono trascorsi esattamente due anni dall'inizio dell'invasione russa dei territori ucraini. Com'è la situazione adesso? E quali sono i suoi sentimenti?

Slava Balbek: “Negli ultimi due anni non c’è stato giorno senza vittime civili. La Russia continua a prendere di mira edifici residenziali, ospedali e asili nido. La guerra infuria ancora, ma rimaniamo fiduciosi e concentrati perché gli ucraini non hanno altra scelta che reagire.

La mia strategia per far fronte a questa situazione è accettare lo scenario peggiore e fare del mio meglio per trasformarlo nel migliore. Questo è proprio il motivo per cui, nell'autunno del 2022, ho deciso di unirmi all'unità militare volontaria. Come operatore volontario di UAV, ogni mese trascorro almeno una settimana in prima linea, passando dai miei compiti civili a quelli militari e viceversa. Rimango amministratore delegato e architetto di Balbek Bureau, ma proteggere il nostro Paese è ora la mia massima priorità”.

In questi due anni, qual è stato l'impatto della guerra sulla sua vita, sulla sua famiglia e il suo team?

Slava Balbek: “Anche se capisco quanto possa sembrare assurdo, direi che abbiamo padroneggiato l’equilibrio tra guerra, lavoro e vita privata e ci siamo adattati a vivere sotto costante minaccia. Questo non va bene, e temo che questa resilienza allo stress avrà in seguito un contraccolpo, ma per ora l’adattamento è ciò che ci permette di andare avanti.

Tre dei nostri compagni di squadra continuano a prestare servizio nelle Forze Armate e altri quattro sono ora coinvolti nel volontariato e nell'addestramento militare.

La maggior parte dei nostri collaboratori sono già tornati a casa a Kyiv, Kharkiv e Dnipro, ma alcuni hanno deciso di restare all’estero ancora un po’. Il nostro team è ora sparso in otto Paesi, dalla vicina Polonia agli Stati Uniti.

Passando ad una nota più leggera, nel 2023 abbiamo accolto a bordo nuovi specialisti e abbiamo persino creato altri due dipartimenti: CSR e Tecnologia. Il nostro team continua a crescere e a promuovere nuove competenze, indipendentemente dalle circostanze. Abbiamo anche firmato diversi progetti esteri come un ufficio a Zurigo e una boutique di abiti da sposa a Varsavia, e completato alcuni progetti locali, quindi dal punto di vista lavorativo il nostro ufficio è più o meno tornato a pieno regime”.

Nell'intervista che ci ha rilasciato due anni fa (leggi l'intervista qui), aveva affermato: "Secondo il Cremlino, la Russia mira ad annientare i beni culturali e il patrimonio storico ucraino per contraddire l'esistenza dell'Ucraina come nazione". La Russia è riuscita a raggiungere questo obiettivo?

Slava Balbek: “A febbraio 2024, l'Unesco ha verificato danni a 342 siti culturali. In realtà, il danno è ancora più significativo perché non tutti i musei o le chiese hanno uno status speciale di interesse storico o artistico.

Quindi sì, la Russia è ancora impegnata nella sua missione di cancellare l’identità ucraina, ma per fortuna i piani per ripristinare questi beni sono già in cantiere. Siamo molto grati, ad esempio, all'Italia per aver stanziato 500mila euro per restaurare la più grande cattedrale ortodossa di Odessa. Il sostegno del vostro Paese significa molto”.

Per preservare la memoria e l'identità del vostro Paese, che rischiano di essere cancellate per sempre, avete creato il tool online RE:Ukraine Villages.

Slava Balbek: "Il nostro team ha avuto questa idea nel 2022, quando ha assistito alle conseguenze dell’occupazione russa. Sapendo che gli edifici danneggiati sarebbero stati probabilmente ricostruiti in modo moderno e anonimo, temevamo che il villaggio ucraino potesse perdere per sempre la sua immagine tradizionale.

Il nostro piano iniziale era quello di creare uno strumento che aiutasse le persone a ricostruire le loro case secondo il codice di progettazione della regione. Nel giugno 2022, abbiamo partecipato a una spedizione nelle aree liberate della regione di Kyiv per scattare foto, effettuare misurazioni e parlare con i proprietari delle abitazioni.

Dopo ulteriori ricerche, il nostro bureau ha individuato le caratteristiche visive e strutturali ricorrenti e ha sviluppato e trasformato questi dati in uno strumento digitale.

Il tool genera il modello 3D di una casa e offre all'utente consigli su come progettare e costruire l’abitazione, con un manuale in pdf contenente isometrie, piante, disegni, scansioni della facciata, una descrizione tecnica e indicazioni sui materiali di finitura.

Consideriamo RE:Ukraine Villages principalmente come una guida visiva e un’ispirazione per preservare il nostro patrimonio culturale. Lo strumento è ora disponibile per quattro regioni, ma stiamo lavorando ad altre cinque e la nostra ambizione è quella di coprire l’intera Ucraina”.

Qual è lo stile architettonico dei villaggi ucraini?

Slava Balbek: “Ogni regione ha il suo carattere visivo. Nella regione di Kyiv la maggior parte delle case sono bianche e blu, con tetti a due falde o a quattro falde e verande vetrate.

I villaggi di Chernihiv sono noti per le stravaganti decorazioni in legno, che richiamano i motivi dei ricami locali. La regione di Sumy ci sorprende con colori vibranti come il verde e il ciliegio scuro e intagli unici”.

Perché è importante preservare l'identità architettonica dei villaggi?

Slava Balbek: “L'architettura vernacolare dell'Ucraina non smette mai di stupirmi. Spero che i vostri lettori provino il nostro tool online RE:Ukraine Villages per esplorare la varietà e l’unicità architettonica dei nostri villaggi.

L’aspetto dei villaggi ucraini è stato modellato da migliaia di decisioni personali e collettive. Ogni elemento decorativo racchiude in sé il gusto e l'anima di chi lo realizza.

Radendo al suolo i nostri villaggi, la Russia prende di mira il nostro senso di casa, la nostra memoria collettiva. Preservare queste tradizioni è il modo per salvaguardare questa memoria”.

Due anni fa avete progettato RE:Ukraine, il sistema urbano modulare per i rifugiati, adesso in costruzione.

Slava Balbek: “RE:Ukraine Housing System, il sistema abitativo sviluppato dal nostro team per gli sfollati interni, rimane disponibile per l’implementazione. Qualsiasi autorità locale o fondazione di beneficenza può contattarci e utilizzare questo kit di progettazione per le proprie esigenze. Ad esempio, il primo insediamento residenziale RE:Ukraine è in costruzione nella periferia di Lutsk, nell’Ucraina occidentale.

RE:Ukraine Community Hub a Vorzel è un ramo di questa iniziativa: è un centro di supporto sociale che abbiamo progettato per la comunità di Bucha per aiutare le persone a guarire e reintegrarsi. L’hub avrà un centro di servizi amministrativi con una sala conferenze e una biblioteca, uno spazio per consulenze sulla riabilitazione fisica e mentale e una sezione residenziale per le persone sottoposte ai programmi di recupero. Puntiamo a terminare i lavori a fine 2024”.

Per completare RE:Ukraine Community Hub siete in cerca di investitori. Come la comunità internazionale di creativi può aiutarvi?

“A due anni dall’inizio della guerra su vasta scala, raccogliere fondi per progetti umanitari senza scopo di lucro è sempre più difficile. Le imprese e gli enti di beneficenza ucraini scelgono di donare alle Forze Armate (che sostengo pienamente); i donatori internazionali sono meno coinvolti rispetto all’inizio.

Se chi sta leggendo rappresenta un'azienda o un fondo che desidera supportare l'implementazione di RE:Ukraine Community Hub, contattateci qui o fate una donazione diretta sul sito del nostro fondo di beneficenza. Il progetto è già stato sostenuto da Ikea nell'Europa sud-orientale, quindi siamo aperti anche a donazioni di prodotti”.

Due anni fa ci ha detto: "Sono fiducioso che saremo in grado di ricostruire il nostro Paese, sarà una ricostruzione storica che ispirerà il mondo". Quali le sue speranze adesso, e quale messaggio vuole comunicare alla comunità internazionale?

Slava Balbek: “Questa speranza rimane salda, ma ora vedo chiaramente che per arrivare alla fase di ricostruzione dobbiamo prima superare quella militare. E con gli aiuti militari in ritardo e il mondo che continua a tollerare le atrocità russe, questa è una vera sfida.

Il mio messaggio alla comunità internazionale è semplice: la guerra non è finita, quindi per favore non voltateci le spalle. Continuate a donare a enti di beneficenza verificati e partecipate alle manifestazioni a sostegno dell’Ucraina. Ci vuole un paese per resistere a un così grande aggressore, e più saremo uniti, più velocemente l’Europa si libererà da questo male”.